I coazzesi sono particolarmente devoti alla Madonna del Castello, la Madona d’Ciasté, la cui festa cade tradizionalmente in settembre ed attira largo concorso di fedeli. La precede il tradizionale falò del sabato sera.
La chiesa venne eretta nel 1862 su iniziativa del vicecurato di allora don Paolo Pogolotti, grazie alle generose offerte dei coazzesi, nonostante il clima polemico che l’accompagnò.
In oltre un secolo e mezzo di vita ha avuto momenti di auge e altri di degrado. Uno degli interventi di restauro più radicali e significativi avvenne nel biennio 1986-87, tanto da venir celebrato con una festa straordinaria il 26 luglio 1987. Grazie a Paolo Vigni, allora presidente della Pro Loco e collaboratore di Giaveno TV, di questa festa abbiamo un ampio resoconto di immagini e di parole.
La pellicola originale, su nastro VHS, è deteriorata anche dagli anni, ma resta come prezioso documento storico. Da essa apprendiamo che i priori Pierino Rosa Marin e Cesare Versino riuscirono a raccogliere circa 14 milioni di lire e soprattutto a mobilitare tanti volontari, che lavorando nel tempo libero e anche di domenica, riuscirono a recuperare un edificio piuttosto deteriorato. Dal bilancio, letto da Don Masera durante la Messa, emerge il senso di responsabilità di tutti i priori succedutisi negli anni: 22 priori che si tassarono ciascuno di 100.000 lire, che trentasei anni fa erano una cifra significativa, per contribuire, oltre che col lavoro, a rimettere a nuovo la chiesa intitolata al Santissimo Nome di Maria, che i coazzesi chiamano anche Madona d’astèmbe, per distinguerla dalla Madona d’ost, l’Assunta della festa patronale. Nelle borgate che fanno corona alle pendici della collina del Castello e fino a via Cavour, la festa è molto sentita, paragonabile alla patronale, festeggiata con cipolle ripiene ed eventi laici e religiosi. Curiosamente questa chiesa non si trova censita nell’elenco ufficiale delle chiese italiane.