DICEMBRE – i giorni e le opere

Il lustrascarpe di Spalato, 1990 – Peter Handke

Il primo dicembre 1987, dopo aver osservato a lungo le figure intagliate nel legno del portale della cattedrale di Spalato, tra cui Giovanni, triste, che all’ultima Cena reclina il capo sulla spalla di Gesù, e allo stesso tempo cerca conforto anche con una mano – variante sul tema – nella manica del suo maestro, il viaggiatore scese alla passeggiata della spiaggia, illuminata dal sole, dove vide un decrepito lustrascarpe, che, disoccupato ormai da lungo tempo, iniziava a pulire le proprie scarpe. A dire il vero, ne avevano anche bisogno. E quell’uomo le lustrava scrupolosamente, come avrebbe fatto per chiunque altro – non era capace altrimenti -, con calma, riflessivamente, un lembo di pelle alla volta. E le sue scarpe, tanto amorevolmente passate, alla fine cominciarono a rilucere, per poi splendere all’ombra della palma sotto cui era seduto. «Andrò subito là a farmi pulire le scarpe da quel vecchio››, pensò il viaggiatore.

1 Dicembre 1935 – Woody Allen
1 Dicembre 1944 – Daniel Pennac, pseudonimo di Daniel Pennacchioni.

L’uomo senza qualità, 1930-1933 – Robert Musil

Nell’anno 1918, e precisamente nei giorni intorno al 15 giugno, si svolgeranno in Germania feste solenni per il trentesimo anno di regno dell’imperatore Guglielmo II, feste che dovranno attestare al mondo intero la grandezza e la potenza germaniche. [. . .] Ora tu ben sai che nello stesso anno il nostro augusto Imperatore celebrerà il settantesimo giubileo della sua ascesa al trono e che l’anniversario cade il 2 dicembre. La troppa modestia che distingue sempre noi austriaci nelle questioni riguardanti la nostra Patria m’ispira il timore che si prepari per noi, diciamolo pure, una nuova Königgrätz, vale a dire che i tedeschi con il loro metodo mirante all’effetto, ci prevengano, così come allora adottarono il fucile ad ago prima che noi pensassimo a una sorpresa da parte loro. […] Poiché il 2 dicembre non si può naturalmente far cadere prima del 15 giugno, si è avuta la felice idea di estendere i festeggiamenti a tutta l’annata 1918, facendone l’anno giubilare del nostro Imperatore della Pace.

I tre moschettieri, 1844 – Alexandre Dumas

«Signora,›› disse «voi mi consegnerete immediatamente il biglietto che vi ha firmato il Cardinale o vi faccio saltare le cervella.» Se si fosse trattato di tutt’altri, Milady avrebbe potuto serbare qualche dubbio, ma essa conosceva Athos; purtuttavia rimase immobile.

«Vi lascio un minuto secondo per decidervi» egli disse. Milady vide dalla contrazione del suo viso che il colpo stava per partire; portò vivamente una mano al petto, ne trasse una carta e la tese ad Athos.

«Prendete» disse «e siate maledetto!»

Athos prese il foglio, rimise la pistola alla cintura, s’avvicinò alla lampada per verificare

che fosse il biglietto desiderato e lesse: È per mio ordine e per il bene dello Stato che il

portatore del presente biglietto ha fatto ciò che ha fatto.

3 dicembre 1627

Richelieu

3 Dicembre 1857 + 3 Agosto 1924 – Joseph Conrad, nato Józef Teodor Konrad Korzeniowski

Va’ dove ti porta il cuore, 1994 – Susanna Tamaro

4 dicembre

La merla è ancora davanti a me sul tavolo. Ha un po’ meno appetito dei giorni scorsi. Invece di chiamarmi senza sosta, sta ferma al suo posto, non sporge più la testa dal buco della scatola, vedo spuntare appena le piume della sommità del capo. Questa mattina, nonostante il freddo, sono andata al vivaio con i signori Razman. Sono rimasta indecisa fino all’ultimo momento, la temperatura era tale da scoraggiare persino un orso e poi, in una nicchia scura del mio cuore, c’era una voce che mi diceva che te ne importa di piantare altri fiori?

4 Dicembre 1866 + 13 Dicembre 1944 – Vasilij Vasil’evič Kandinskij
4 Dicembre 1890 + 5 Marzo 1975 – Emilio Lussu

Sole e acciaio, 1968 – Yukio Mishima

Il 5 dicembre fu una splendida giornata. Alla base H. vidi le scintillanti sagome argentee della squadriglia da combattimento degli aerei supersonici F 104, allineati sul campo di volo. Gli addetti al controllo si stavano occupando dello 016 che mi avrebbe ospitato. Era la prima volta che vedevo gli F104 riposare così quietamente. Ero solito osservarli con adorazione mentre volavano. Non facevo quasi in tempo a vederli che, a angolo acuto, rapidi come divinità, squarciavano il cielo azzurro e sparivano. Avevo sognato a lungo l’attimo in cui avrei potuto esistere là dentro, in quel punto. Che forma di esistenza era quella! Che splendida dissolutezza! Poteva esserci un insulto più folgorante per uno spirito che rimaneva ostinatamente seduto? Perché lacerano il cielo? Perché squarciano fulmineamente come un colpo di pugnale quella immensa tenda azzurra? Chi non vorrebbe essere quella lama affilata nel cielo?

5 Dicembre 1901 + 15 Dicembre 1966 -Walter Elias Walt Disney

Intorno alla luna, 1870 – Jules Verne

Dove si trovavano essi in quel momento, alle otto del mattino di quel giorno che in Terra era chiamato il 6 dicembre? Certamente vicino alla Luna, ed anzi abbastanza vicino perché essa loro apparisse come un immenso parafuoco nero posto innanzi al firmamento. Quanto alla distanza che ne li separava, era impossibile determinarla. Il proiettile, obbedendo a forze inesplicabili, aveva rasentato il polo nord del satellite a meno di cinquanta chilometri. Ma, da due ore dacché era entrato nel cono d’ombra, questa distanza s’era accresciuta o diminuita?

6 Dicembre 1478 + 8 Febbraio 1529 – Baldassarre Castiglione

Il ponte sul fiume Kwai, 1950 ca. – Pierre Boulle

Fu Saito a cedere, aveva esaurito le sue risorse e la cocciutaggine dei prigionieri lo aveva ridotto in uno stato pietoso. Nel periodo che precedette la sua sconfitta, percorreva il campo con l’occhio smarrito della fiera braccata. Giunse a implorare gli ufficiali più giovani di scegliersi il loro lavoro, promettendo speciali ricompense e un trattamento molto migliore di quello ordinario. Ma tutti rimasero, e siccome Saito si aspettava da un momento all’altro un’ispezione di alte autorità giapponesi, si rassegnò ad una vergognosa capitolazione.

Progettò una manovra disperata per “salvare la faccia” e per coprire la sua disfatta, ma quel pietoso tentativo non ingannò neppure i suoi soldati. Il 7 dicembre 1942, anniversario

dell’entrata in guerra del Giappone, emanò un proclama in cui dichiarava che, in onore a quella data, si assumeva la responsabilità di abolire tutte le punizioni.

7 Dicembre 1928 – Avram Noam Chomsky

La principessa e l’antiquario, 1980 – Enzo Siciliano

8 dicembre

Vostra Grazia ha saputo che sono uscito assai presto di mattino dal recinto della vigna Muti. Era un’alba fredda e umida, e cercavo un riparo. Dalla vigna a via Margutta, la strada è lunga. Ho attraversato l’Esquilino su un carretto tirato da due cani, due dolcissimi bastardi cui non necessitava alcun incitamento per camminare. Era il carretto d’un pastore che portava il latte a piazza di Spagna. Vostra Grazia ha saputo anche questo? Non dico di essere innamorato della marchesa, per quanto provo un vivo desiderio di starle quanto mai vicino. Ma la marchesa, della cui ebbrezza libertina sarebbe sciocco tacere, non è molto disponibile a me.

8 Dicembre 65 a.C. + 27 Novembre 8 a.C. – Quinto Orazio Flacco, Quintus Flaccus Horatius

Il giornalino di Gian Burrasca, 1920 – Vamba

9 dicembre

Sono alla  diciannovesima minestra di capellini… ma  continuo nelle mie vendette.

Loro non sanno immaginare che cosa possa diventare di cattivo un povero ragazzo obbligato a mangiare fin cinque e sei minestre al giorno, tutte di capellini, ma se n’accorgeranno. Intanto stamani sono andato in cucina e ho messo un bel pizzicotto di pepe nel caffè… ed era un divertimento, dopo, il vedere come sputavano tutti quanti!

Oggi poi c’è stato in casa un viavai di gente, e da ultimo è venuto il garzone del pasticciere con una grande scatola di cartone e un sacchetto pieno che Caterina ha riposto subito nella credenza, chiudendola a chiave. Io però, sapendo che la chiave della camera di Ada apre benissimo anche la credenza, ho colto il momento opportuno e ho voluto vedere che cosa ci fosse in quella scatola e in quel sacchetto. Lo dico subito: la scatola era piena di altre piccole scatole tonde sulle quali era scritto con lettere dorate: Nozze Stoppani-Maralli. E stata una rivelazione per me. Vamba

9 Dicembre 1920 + 16 Settembre 2016 – Carlo Azeglio Ciampi
9 Dicembre 1608 + 8 Novembre 1674 – John Milton

La milleduesima notte, 1939 – Joseph Roth

Si mise in viaggio già il 10 dicembre. Prima della partenza disse all’amministratore: «Sarò di nuovo qui in febbraio. Allora tutto cambierà››. […] Quando il capostazione ebbe dato il segnale di partenza, Taittinger lo salutò cordialmente dal finestrino con la mano, pieno di gratitudine, come se il capostazione avesse dato il segnale solo per far piacere a lui.

A febbraio ritorno, pensava, e pieno di una sicurezza del tutto gratuita diceva anche fra sé: a febbraio sarò tutt’altro uomo, oppure, a febbraio è già quasi primavera.

10 Dicembre 1538 + 7 Ottobre 1612 – Battista Guarini o Giovanni Battista Guarini

Caspar Hauser, 1908 – Jacob Wassermann

Mercoledì 11 dicembre. Quandt arrivò più tardi del solito e assai eccitato. Mentre rincasava da scuola aveva avuto un vivace alterco con un carrettiere, il quale aveva frustato crudelmente il proprio cavallo, che non riusciva a trascinare il pesante carico su per un’erta. Quandt gli aveva rivolto le proprie rimostranze, chiamando a testimoni di tanta inumana crudeltà alcuni passanti. Allora quell’omaccio l’aveva aggredito brandendo la frusta e urlandogli di andare all’inferno e non immischiarsi in faccende che non lo riguardavano.

11 Dicembre 1918 + 3 Agosto 2008 – Alexandr Isajevič Solženicyn

La Clarissa, 1856 – Elisabeth Gaskell

12 dicembre 1747. Eventi straordinari si sono stranamente intrecciati alla mia vita, prima ancora di entrare in contatto con i loro protagonisti e addirittura prima di sapere della loro esistenza. Suppongo che la maggior parte dei vecchi, come me, preferisca rivolgere lo sguardo alla carriera passata con un senso di appassionato interesse e di tenero ricordo, piuttosto che osservare gli avvenimenti – probabilmente molto più interessanti per tutti gli altri- che si stanno svolgendo sotto i loro occhi. E ammesso che generalmente sia questo l’atteggiamento dei vecchi, quanto più lo è per me! Accingendomi a scrivere la strana storia legata all’infelice Lucy, devo iniziare da un tempo molto più antico. Io stesso venni a sapere le vicende della sua famiglia solo dopo aver conosciuto lei; ma, per rendere comprensibile il racconto a tutti, devo disporre gli eventi secondo la loro successione cronologica, non secondo l’ordine in cui io li appresi.

12 Dicembre 1821 + 8 Maggio 1880 – Gustave Flaubert

L’ombra dello scorpione, 1991 – Stephen King

Il 13 dicembre erano quasi arrivati a Shoshone e continuavano a salire  verso il tetto delle Montagne Rocciose; il punto più alto che avrebbero raggiunto prima di cominciare a ridiscendere sarebbe stato il passo Loveland. Sempre più spesso gli capitava di sentire quel rumore di valanghe, a volte in lontananza, a volte così vicino che non gli rimaneva altro da fare che alzare lo sguardo al cielo e attendere e sperare. Il giorno precedente ne era caduta una proprio dove erano passati loro mezz’ora prima, seppellendo sotto tonnellate di neve le impronte della motoslitta. Stu aveva sempre più paura che quella continua vibrazione del motore del loro mezzo alla fine li avrebbe uccisi provocando uno smottamento tale che li avrebbe sepolti sotto dieci metri di neve senza che neppure si rendessero conto di quello che stava succedendo. La chiama-vano la morte bianca. Per il momento, non rimaneva che andare avanti e sperare.

13 Dicembre 1959 – Mario Tozzi

Effi Briest, 1895 – Theodor Fontane

Il 14 venne il primo invito. Nevicava, ed Innstetten decise compiere in slitta le due

ore di viaggio fino alla stazione, dove lo attendeva poi ancora un’ora di treno fino a Varzin.

«Non aspettarmi, Effi. Prima di mezzanotte non potrò essere di ritorno. E può darsi che si facciano le due o anche più tardi…» Con queste parole montò sulla slitta e i due cavalli color isabella si diressero al galoppo attraverso la città alla stazione. Era il primo lungo distacco, quasi dodici ore. Povera Effi, come avrebbe passato la sera?

14 Dicembre 1503 + 2 Luglio 1566 – Nostradamus, pseudonimo di Michel de Nostredame

Il pranzo di Babette, 1958 – Karen Blixen

Il 15 dicembre era il centesimo compleanno del decano. Le sue figliole avevano lungamente atteso quel giorno, e avevano sempre desiderato festeggiarlo come se il loro caro padre fosse ancora tra i suoi discepoli. […l

Grandi fiocchi di neve cadevano fitti, e i solchi lasciati dalla slitta erano rapidamente cancellati. Il generale Loewenhielm sedeva impassibile a fianco di sua zia, col mento affondato nell’alto bavero di pelliccia del pastrano. Quando il folletto dai capelli rossi ch’era al servizio di Babette aprì la porta della stanza da pranzo, e gli ospiti ne varcarono la soglia lentamente, questi non si tennero più per mano e rimasero in silenzio. Ma era un dolce silenzio, perché in ispirito essi si tenevano ancora per mano, cantando. Babette aveva messo una fila di candele in mezzo alla tavola, e quelle fiammelle brillavano contro le giacche e le vesti nere, e contro l’unica uniforme scarlatta, e si riflettevano nei chiari occhi umidi.

15 Dicembre 37 d.C. + 9 Giugno 68 d.C. – Nerone Claudio Cesare Augusto Germanico, nato come Lucio Domizio Enobarbo

Moby Dick, 1851 – Herman Melville

Che per seimila anni, e nessuno sa per quanti milioni di secoli prima, le grandi balene abbiano continuato a gettare il loro spruzzo per tutti i mari, spruzzando e vaporizzando i giardini dell’abisso come tanti spruzzatori e vaporizzatori, e che, da alcuni secoli, migliaia di cacciatori siano stati vicinissimi alla fontana della balena, ad osservare questi spruzzi e annaffiate, che sia accaduto tutto questo, e che, fino a questo benedetto momento (l’una e quindici minuti primi e un quarto di minuti secondi, del pomeriggio di oggi, 16 dicembre 1851), rimanga ancora il problema se questi spruzzi siano, in fin dei conti, veramente d’acqua, o nuIl’altro che vapore, è un fatto certamente notevole.

16 Dicembre 1775 + 18 Luglio 1817 – Jane Austen
16 Dicembre 1901 + 15 Novembre 1978 – Margaret Mead

I beati anni del castigo, 1989 – Fleur Jaeggy

Verso la fine del primo trimestre ci fu il concerto di Natale. Il 17 dicembre. Frédérique suonò il pianoforte. Beethoven, Sonata Op. 49, n. 2. Fu applaudita. Nella sala ci fu un silenzio tombale, trattenuto. La direzione ai primi posti, le professoresse, la negretta. Frédérique entrò come un automa, suonò con una certa passione, si inchinò come un automa, e gli applausi non sembrarono sfiorare le sue orecchie. È stata una grande pianista, quel giorno prima di Natale, Frédérique? Io credo di sì. Il suo modo di apparire colpiva. Era senza emozione, senza vanità, senza modestia, come se seguisse  sue spoglie. Afferrò i suoi polsi e le sue mani, suonarono. Impassibile, ma negli occhi e nella bocca qualcosa aleggiò di fuggitivo. Una violenza dell’anima per una rara volta trasfigurò il suo viso, pur immobile.

17 Dicembre 1936 – Papa Francesco, al secolo Jorge Mario Bergoglio

I legami pericolosi, 1782 – Choderlos de Laclos

LA SIGNORA DI VOLANGES

ALLA SIGNORA DI ROSEMONDE

[…] La stessa persona che m’ha narrato questi fatti m’ha detto che la signora di Merteuil era stata assalita la notte dopo da una forte febbre, che sulle prime credettero conseguenza della situazione violenta in cui s’era trovata; ma da ieri sera si sa che è subentrato un vaiolo fortissimo ed estremamente grave. E davvero credo che per lei sarebbe una fortuna se morisse. Dicono anche che tutte queste storie le nuoceranno non poco nel suo processo, che sta per essere celebrato, e nel quale pare avesse bisogno di assai favore. Addio, mia cara e degna amica. Vedo in tutto questo i cattivi castigati, sì; ma non ci trovo nessuna consolazione per le infelici vittime.

Parigi, 18 dicembre 17**

18 Dicembre 1879 + 29 Giugno 1940 – Ernst Paul Klee

Cannibalismo in treno, 1867 ca. – Mark Twain

Il 19 dicembre 1853 partii da Saint Louis col treno della sera, diretto a Chicago. Non c’erano che ventotto passeggeri in tutto: non c’erano né donne né bambini. Eravamo di ottimo umore e facemmo ben presto buona conoscenza. Il viaggio si iniziò sotto lieti auspici, e credo che non un solo componente della comitiva avesse il benché minimo presentimento degli orrori che avremmo patito di lì a poco. Alle undici di sera cominciò a nevicare fitto. Poco dopo aver lasciato il piccolo villaggio di Welden ci inoltrammo in quella spaventosa prateria solitaria che si estende per leghe e leghe nel suo desolato squallore fino al campo di Jubilee. I venti, non ostacolati da alberi o da colli e neppure da rocce solitarie, sibilavano fieramente sulla pianura deserta, cacciando innanzi la neve turbinante come spruzzi di schiuma dalle onde crestate di un mare in tempesta. E la neve si accumulava rapidamente; si capiva, dalla diminuita velocità del treno, che la macchina si scavava un passaggio con difficoltà sempre crescente.

19 Dicembre 1861 +  13 Settembre 1928 Italo Svevo, pseudonimo di Aron Hector Schmitz
19 Dicembre 1883 +  9 Agosto 1916 –  Guido Gustavo Gozzano

Le tigri di Mompracem, 1900 – Emilio Salgari

La notte del 20 dicembre 1849 un uragano violentissimo imperversava sopra Mompracem, isola selvaggia, di fama sinistra, covo di formidabili pirati, situata nel mare della Malesia, a poche centinaia di miglia dalle coste occidentali del Borneo. Nel cielo, spinte da un vento fortissimo, correvano mescolandosi confusamente, nere masse di vapori, che di quando in quando lasciavano cadere sulle cupe foreste dell’isola furiosi acquazzoni; sul mare s’urtavano disordinatamente e s’infrangevano furiosamente enormi ondate, confondendo i loro muggiti con gli scoppi ora brevi e secchi e ora interminabili delle folgori. Né dalle capanne allineate in fondo alla baia dell’isola, né sulle fortificazioni che le difendevano, né sulle numerose navi ancorate al di là delle scogliere si scorgeva alcun lume; chi però, venendo da oriente, avesse guardato in alto, avrebbe scorto sulla cima di un’altissima rupe tagliata a picco sul mare due punti luminosi, due finestre illuminate. Chi mai vegliava a quell’ora nell’isola dei sanguinari pirati?

20 Dicembre 1947 – Paolo Rumiz

Il mondo alla fine del mondo, 1989 – Luis Sepùlveda

Non appena ebbe ottenuta l’autorizzazione fraudolenta,l’equipaggio del Nishin Maru puntò la prua verso l’Antartico, e tutto sembrava indicare che niente e nessuno sarebbe riuscito a impedire lo sterminio di animali in chiaro pericolo di estinzione.

Fortunatamente per tutti noi non era vero, perché appena il capitano Toshiro Tanifuji dette ordine di levare le ancore, le formiche del movimento ecologista cominciarono a mobilitarsi, e così, la mattina del 21 dicem-bre 1987, la nave officina fu salutata da quattro veloci gommoni, che sventolando la bandiera dell’Arcobaleno bloccarono l’uscita dal molo Mitsubishi, a Yokohama, con una balena gonfiabile di dimensioni reali.

Il circolo Pickwick, 1836-1837 – Charles Dickens

Industriosi come api, se proprio non lievi come fate, i quattro pickwickiani si ritrovarono il mattino del ventiduesimo giorno di dicembre dell’anno di grazia nel quale furono intraprese e compiute le avventure qui fedelmente registrate. Natale era ormai prossimo, con tutta la sua schietta e franca letizia; era la stagione dell`ospitalità, della gioia, della bontà. L’anno vecchio, simile a un antico filosofo, si preparava a chiamare a raccolta i suoi amici e, fra tripudio di feste e giubilo, andarsene tranquillo e pacifico. Lieta e serena era quella stagione, e lieti e sereni erano almeno quattro dei tanti cuori esultanti per l’avvicinarsi di quel giorno. […]

Ma presi dall’incanto del Natale, lasciamo aspettare al freddo sull’imperiale della diligenza per Muggleton, appena presa, Mr Pickwick e i suoi amici, tutti ben avvolti in cappotti, scialli, trapunte. Borse e sacche sono state caricate; Mr Weller e il postiglione si sforzano di far entrare nel bagagliaio anteriore un enorme merluzzo di gran lunga troppo grande per starci.

22 Dicembre 1639 + 21 Aprile 1699 – Jean Babtiste Racine
22 Dicembre 1858 + 29 Novembre 1924 – Giacomo Antonio Domenico Michele Secondo Maria Puccini

Una storia d’inverno, 1982 – Stephen King

Lo ammetto, mi vestii un po’ più in fretta del solito quella nevosa, ventosa, gelida notte.

Era il 23 di dicembre, 197…, e sospetto che anche altri membri del club avessero fatto lo

stesso. Si sa che non è facile trovare un taxi a New York nelle serate di mal tempo, così ne prenotai uno per telefono. Erano le cinque e mezzo e io lo prenotai per le otto… mia moglie inarcò un sopracciglio ma non disse niente. Alle otto meno un quarto, ero sul portone del condominio della Cinquantottesima Strada East, dove Ellen e io abitavamo dal 1946, e quando il taxi fu in ritardo di cinque minuti, mi ritrovai a passeggiare su e giù nervosamente. Il taxi arrivò alle otto e dieci ed io vi salii, troppo contento di sfuggire al vento per trattare l’autista come avrebbe probabilmente meritato. […] Il vento aveva soffiato per tutto il giorno, e ora nevicava di nuovo, fiocchi sottili all`inizio, poi falde che turbinavano roteando davanti a noi. Tornando a casa quella sera, avrei pensato alla combinazione della neve, di un taxi e di New York City con un disagio molto maggiore… ma allora naturalmente non lo sapevo.

23 Dicembre 1896 – 23 Luglio 1957 – Giuseppe Tomasi di Lampedusa

Paolo e Virginia, 1787 – J.-H. Bernardin de Saint-Pierre

Una mattina, al far del giorno (era il 24 dicembre 1744), Paolo, all’alzarsi, vide sventolare una bandiera bianca sul monte della Scoperta. Questo segno voleva dire che si vedeva un vascello in mare. Egli corse alla città per vedere se mai arrivassero nuove di Virginia. [—]

Erano forse le dieci ore della sera, ed avendo io spento in quel punto la mia lucerna, mi ero posto a letto, quando vidi fuori delle fessure dell’uscio una luce nel bosco: poco appresso intesi chiamarmi, e conobbi la voce di Paolo. Mi alzo, mi rivesto in fretta, ed ecco che Paolo fuor di sé e tutto ansante mi balza al collo, dicendo: «Su, su, andiamo, è arrivata Virginia! Andiamo al porto, ché all’alba il vascello vi darà fondo».

24 Dicembre 1837 + 10 Settembre 1898 – Sissi, Elisabetta Amalia Eugenia di Wittelsbach

Tropico del Capricorno, 1939 – Henry Miller

Terribile senso di desolazione. Incombeva su di me da anni. Se credessi nelle stelle dovrei credere che io fossi proprio sotto l’influenza di Saturno. Tutto quel che mi succedeva era troppo tardi per significare qualcosa. Fu così anche la mia nascita. Fissato per Natale, venni al mondo con mezz’ora di ritardo. Parve sempre a me che io dovevo essere il tipo di individuo che uno è destinato a diventare per il fatto che è nato il 25° giorno di dicembre. L’ammiraglio Dewey nacque in quel giorno, e così Gesù Cristo… forse anche Krishnamurti, ch’io sappia. Comunque questo era il tipo che io dovevo essere.

25 Dicembre 1899 + 14 Gennaio 1957 – Humphrey DeForest Bogart

Natale a Serre Chevalier, 1993 – Gina Lagorio

26 dicembre

Il Natale è passato, e non come temevo: anzi, sono riuscita così bene a cancellarlo dalla mente, che a un certo punto, a colazione, mi sono stupita dell’arrivo del dolce: «Ma è Natale!» s’è levato un coro a ricordarmelo, e io sono stata molto contenta di me: sto imparando i giochetti psicologici del professor Levi e riesco persino a scordarmi di una cosa, se voglio.

La mia volontà però è molto esercitata, in questo senso; quando ho avuto un obiettivo importante, qualcosa in cui credevo o che volevo fermamente, sempre sono stata capace di alzare massicce cortine fumogene intorno a quello che mi poteva disturbare o allontanare dallo scopo. Ma non mi è stato mai possibile, dopo, resistere alla tentazione di cercare, in quella nebbia di comodo, i contorni della realtà.

26 Dicembre 1716 + 30 Luglio 1771 – Thomas Gray
26 Dicembre 1893 + 9. Settembre 1976 – Mao Tsé-Tung

Il dottor Živago, 1957 – Boris Pasternàk

Così, la sera del 27 dicembre, si diresse verso le Petrovskie linii e, uscendo, mise nel manicotto la rivoltella di Rodja carica e senza sicura, decisa sparare contro Viktor Ippolítovič se lui le avesse risposto con un rifiuto, l’avesse fraintesa o comunque umiliata.

Camminava per le vie festanti, in preda a un profondo turbamento, senza accorgersi di nulla intorno a sé. Nella sua testa già era echeggiato il colpo di pistola, non importava contro chi. Quello sparo era l’unica cosa di cui fosse cosciente. Seguitò a sentirlo per tutto il tragitto: era diretto contro Komarovskij, contro se stessa, contro il proprio destino, contro la quercia di Dupljanka, nella radura, col bersaglio intagliato nel tronco.

L’uomo in bilico, 1944 – Saul Bellow

28 dicembre

Che cosa direbbe Goethe della veduta, che

si ha da questa finestra, della strada invernale, male illuminata, lui coi suoi piaceri, i suoi frutti e suoi fiori ricorrenti?

Bellezza e tristezza, 1965 – Yasunari Kawabata

Ōki era l’unico viaggiatore in quel vagone. Sprofondato nel sedile, guardava distratto la poltrona sull’altro lato, che continuava a girare su se stessa. Non che girasse sempre nella medesima direzione con la medesima velocità. Accelerava, rallentava, si arrestava di tanto in tanto e a volte rimaneva completamente immobile per qualche minuto, poi riprendeva a girare nella direzione opposta. Guardando la poltrona che girava da sola nel vagone deserto, Ōki sentiva affiorare la solitudine stagnante in fondo al suo cuore, dove continuavano a fluttuare pensieri incerti.

Era il ventinove dicembre. L’anno stava per finire. Ōki aveva preso il treno perché voleva

sentire il suono delle campane a Kyoto, nell’ultima notte dell`anno.

Il Piacere, 1889 – Gabriele D’Annunzio

Quando, la mattina del 30 dicembre, nella via dei Condotti, inaspettatamente si rincontrò con Elena Muti, egli ebbe una commozione inesprimibile, come d’innanzi al compiersi d’un fato meraviglioso, come se il riapparir di quella donna in quel momento tristissimo della sua vita avvenisse per virtù d’una predestinazione ed ella gli fosse inviata per soccorso ultimo o per ultimo danno nel naufragio oscuro.

30 Dicembre 1932 + 3 Luglio 2017 – Paolo Villaggio

L’anno della morte di Ricardo Reis, 1984 – José Saramago

Oggi è l’ultimo giorno dell’anno. In tutto il mondo retto da questo calendario le persone

s’intrattengono a dibattere con se stesse le buone azioni che intendono mettere in atto nell’anno che incomincia, giurando che saranno rette, giuste ed equanimi, che dalla loro bocca emendata non uscirà mai più una parola cattiva, una bugia, un inganno, anche se il nemico se lo meritasse, è chiaro che è degli uomini comuni che stiamo parlando, gli altri, quelli d’eccezione, fuori dell’ordinario, si regolano in base a ragioni proprie per essere e fare il contrario sempre che ne ricavino gusto o interesse, questi sono coloro che non si lasciano illudere, arrivano a ridersela di noi e delle buone intenzioni che mostriamo, ma, alla fin fine, lo impariamo con l’esperienza, già nei primi giorni di gennaio abbiamo dimenticato metà dei nostri propositi e, avendo tanto dimenticato davvero non c’è motivo di tener fede al resto, è come un castello di carte, se già sono caduti i piani alti, è meglio che rovini giù tutto e si mescolino i semi.

31 Dicembre 1855 + 6 Aprile 1912 – Giovanni Pascoli

Diario di un millennio che fugge, 1986 – Marco Lodoli

E la notte di capodanno del duemila, cosa farai? Scenderai giù nelle piazze a far capriole, a far baccano e spingere e brindare con la folla, o te ne starai a casa, con le serrande chiuse, a lustrare la pistola di mio padre e a disegnarti con lo smalto un buco rosso sulla tempia? Io, se sarò ancora vivo, avrò più di cinquant’anni.

Credo che guarderò la fine del millennio dalla finestra. Chissà, forse mi farò prendere dalla

commozione per tanta morte. Sulla neve artificiale, distesa con ogni cura, scivoleranno le slitte atomiche; sulle facciate degli edifici pubblici e delle caserme si accenderanno a intermittenza delle gigantesche scritte al neon, viva il millennio che viene, morte al millennio che muore, scritte sonore, ovviamente [. . .]. E qualcuno proverà a ricordare una canzone, qualcuno fermerà le adolescenti per la strada chiedendo l’ultimo bacio del millennio, qualcuno nascerà, qualcuno non riuscirà a morire, qualcuno dirà non è possibile.