Riaffacciamoci alla “Finestra sulla Resistenza”

Sorge a Forno di Coazze, ufficialmente si chiama Piazza Luigi Milano ed è intitolata al primo comandante partigiano della Val Sangone. Ma è comunemente nota come “Finestra sulla Resistenza”. Nella verde conca che dal “Palèis d’Cavùr” sale alla “Madunìŋa” tutto parla della Resistenza: la via che la solca, l’Ossario appollaiato come aquila vigile in alto sulla destra, la tragica Fossa Comune che nasconde la vergogna degli uomini appartandosi discosta sulla rive del Sangone. All’inizio erano soprattutto partigiani e loro parenti a frequentare questi luoghi, poi l’ANPI ha cominciato a promuovere le visite scolastiche e si è sentito il bisogno di un ambiente didattico, che aiutasse gli scolari a capire cos’è stata la Resistenza e a contestualizzare quanto stavano visitando.

In occasione dei grandi lavori di ristrutturazione promossi dal Comitato di Gestione, guidato da Leo Giorcelli, oltre al viale monumentale d’accesso all’Ossario si è pensato a dare migliore accessibilità alla Fossa Comune. . Inaugurato il nuovo viale l’8 maggio 1988 alla presenza del Ministro della Difesa Valerio Zanone, l’anno dopo sono cominciati i lavori di sistemazione dell’accesso alla Fossa Comune. Acquisito il terreno, a valle della strada carrozzabile si è creato un terrapieno. Qui nel 1991 è stata inaugurata un’area di accoglienza, intitolata al comandante Luigi Milano, con targhe commemorative e pannelli che illustrano in breve gli avvenimenti legati alla Resistenza locale e propongono gli itinerari di visita  e le mappe dei sentieri partigiani.  Accanto al manufatto si è costruita una scala che facilitasse la discesa verso la Fossa Comune, anche grazie ad un sentiero allargato e lastricato.

Il piazzale Luigi Milano nel 1991, con le bacheche, la scala in cemento di discesa alla fossa comune. I cippi con le targhe sono poi stati spostati vicino alla strada.
Alcuni dei pannelli presentano le mappe dei sentieri della Resistenza.

Dopo una sostanziale ristrutturazione, nel 2012 l’area è stata coperta, denominata “Finestra sulla Resistenza” e pensata come punto di partenza per la visita dei luoghi della memoria resistenziale e in primo luogo della Fossa Comune, accessibile scendendo verso il Sangone attraverso un ampio sentiero attrezzato. L’inaugurazione è avvenuta il 13 maggio 2012, in concomitanza con la tradizionale Commemorazione dell’Ossario.

L’area coperta in fase di riallestimento. La copertura venne decisa per avere uno spazio coperto per i visitatori, tenendo conto che siamo a circa 1000 metri di altitudine e che in caso di pioggia non ci sarebbe altro riparo per le scolaresche in visita.
13 maggio 2012 – Un momento della inaugurazione della copertura di quella che verrà denominata “Finestra sulla Resistenza”. Accanto al sindaco di Coazze Paolo Allais e a Piero Fassino, sindaco di Torino e presidente del Comitato di gestione dell’Ossario, Giovanni Ostorero, uno degli ultimi partigiani coazzesi all’epoca viventi.

Esposti alle intemperie i pannelli hanno resistito per anni a un lento deterioramento, finché il forte vento dei mesi scorsi ha finito per lacerarli. Col sostegno dell’Area Metropolitana di Torino si è provveduto a rimettere a nuovo l’area, ripensando però alla funzione dei cartelloni. Dal 2021, con la riapertura del Museo della Resistenza a Coazze le scolaresche in visita vi trovano un percorso didattico approfondito, replicarlo in sintesi nella Finestra sulla Resistenza è parso superfluo. Il Comitato Scientifico del Museo ha quindi progettato sei nuovi pannelli che sono stati pensati come introduzione e non come sovrapposizione a quelli del Museo coazzese, a cui si ricollegano anche nella rivisitazione grafica.

Essi sono stati affiancati da due ampie mappe dei sentieri partigiani, un invito a percorrere gli itinerari che portano alle bellezze dell’alta Val Sangone, che affacciandosi dalla “finestra” si intuiscono solamente.

  Il 25 aprile 2024, a 80 anni dalla tragedia della Fossa Comune, la nuova sistemazione è stata inaugurata con una semplice cerimonia. Una vivida cornice di bianche nevi e verdi prati ha richiamato il tricolore, sperando che il rosso non debba mai più essere dato dal sangue di chi combatte per la libertà.  

Per il dettaglio dei cippi e delle targhe e una breve biografia del Comandante Luigi Milano cfr. questo articolo con le schede tratte dalla tesi di laurea di Andrea Mortara.

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