Ruffino Cesarina, una contadina dalla testa fina

Testo sostanzialmente tratto da “Tramiè a l’arp” lo splendido libro con cui Guido Mauro Maritano ci tramanda i ritratti di tante persone dedite a una vita difficile e dura sui monti di Coazze, donne e uomini epici nella loro fatica. Grazie anche ad Elio Ruffino per il prezioso aiuto.

Cesarina Ruffino con i figli Alfonso e Giovanni all’Alpeggio di Bocciarda nel 1957
Tramié a l’arp, Maritano Guido Mauro, Arti Grafiche San Rocco, 2003

Ruffino Caveja Giuseppe (1868 -1946) sposò Agnese Rolando (1892-1956 famiglia dei Mariùna) nel 1915. Lui aveva 47 anni, lei 24. Misero al mondo dieci figli. La primogenita fu Cesarina, nata alla “Ca veìi” nel 1916. A lei ben presto toccarono le mansioni d’una famiglia contadina: accudire le bestie, lavorare il latte. Era lei che al sabato scendeva a Giaveno con l’asino carico delle “cabàse” piene di burro e formaggi. 

Cesarina Ruffino fu una donna eccezionale, forte, volenterosa, che non risparmiò nessuna fatica, conducendo una vita dedicata al lavoro. Fu sicuramente lei il vero pilastro della famiglia che formò sposando a ventidue anni Giuseppe Versino.  Giüsèp la Guardia, Giüsèp du fabricòt, Giüsèp da Denta … tante attribuzioni per una singola persona: figlio di Prudenta, dal 1936 custode e guardia della Palazzina Sertorio, acquirente del “fabricòt” di borgata Buffa, così si spiegano le varie denominazioni.

Alla borgata Molè, dove Cesarina imparò anche il lavoro con le capre, si potevano tenere solo poche vacche, quattro o cinque, e di più lei non avrebbe potuto fare essendo Giüsèp impegnato ogni giorno alla Palazzina Sertorio e i figli ancora troppo giovani. Quando la famiglia cominciò a salire in alpeggio, prima a Bocciarda e poi al Sellerì d’amùŋ, fu sempre lei a condurre i lavori ed a scendere al mercato, fin quando il figlio maggiore Giovanni, diventato adulto, impegnato nell’estate alla cascina della Buffa per poter “fare i fieni”, s’incaricò lui di andare a vendere i formaggi ai mercati, al venerdì a Coazze ed al sabato a Giaveno, ed a volte anche negli altri giorni ai “particolari”.

Alpe Bocciarda 1957: Delfina, la più giovane dei figli di Giuseppe e Agnese era del 1933. Si era sposata in Francia con Jean Lussiana, figlio di Pietro ( Pierìŋ ‘d Marjìŋ). Ha accanto il figlio Jean Pierre. Sono probabilmente i figli Alfonso e Giovanni quelli accanto a Cesarina, che lavora a maglia, osservata da una capra curiosa.
Alpe Bocciarda, 1957: Cesarina e la sorella Delfina Ruffino. Accanto a loro forse i figli Alfonso, Jean Pierre e Giovanni. Fotografie tratte dal libro “Tramiè a l’arp” di G. M. Maritano.

Fu una iniziativa di Cesarina, quella di compare il “fabricòt”, che divenne così la cascina di famiglia.  Si venne a sapere che Tota Prever, erede di un impero industriale in valle e proprietaria di quella fabbrica ormai in disuso, avesse intenzione di alienare questi locali, forse per avere una maggiore liquidità di denaro Cesarina colse la palla al balzo, riuscendo ad acquisire il “fabricòt” a buon prezzo.

Alcuni abitanti della borgata Buffa non furono però contenti, essendo già loro che da diverso tempo  “ai tiravu la lèŋga” (allungavano la lingua), cioè desideravano comprare l’edificio.

Era in pratica sempre lei che faceva gli affari “i erat drita” (era scaltra), quando c’era da andare alle fiere per comperare una vacca, andava lei e comprava sempre bene.

Quando Cesarina venne colpita da paralisi mentre era su all’alpeggio Sellerì d’amùŋ, venne portata in ospedale con una barella trasportata a mano da quattro persone: la strada non c’era ancora. Morì due anni dopo nel 1971. Il lavoro continuò così con Alfonso, che aveva imparato logicamente dalla mamma, e poi venne anche l’aiuto del padre Giüsèp, andato in pensione dopo l’impiego dai Sertorio. Aumentarono il numero degli animali, sia di quelli di proprietà diretta sia di quelli “presi all’erba” (in affidamento all’alpeggio): arrivarono ad avere fino a centoventi capre. Giüsèp da Denta morì nel 1996, aveva 88 anni.

Giüsèp la Guardia, Giüsèp du fabricòt, Giüsèp da Denta … ma sempre lui, Giuseppe Versino.
Alpe Sellerì d’amùŋ: Cesarina, Giuseppe e i loro figli Alfonso e Giovanni sono saliti per decenni all’alpeggio, prima della ristrutturazione, in condizioni di vita estreme. Cartolina d’epoca, mia collezione.

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