NOVEMBRE – i giorni e le opere

Orlando, 1928 – Virginia Woolf

La Natura, la quale ci ha giocato più di un tiro mancino, mescolando in parti ineguali argilla e diamante, per poi imbottirne una forma spesso tra le più Incongrue, dando al poeta la faccia di un beccaio e al beccaio i tratti d’un poeta; la Natura che si diletta di intorbidare e complicare le cose al punto che neppur oggi (il 1° novembre 1927) sapremmo dire perché saliamo le scale di casa nostra e perché ne discendiamo (i nostri movimenti più consueti sono come il viaggio d’una nave su di un mare ignoto, e quando il marinaio dall’albero maestro, puntando il cannocchiale all’orizzonte, domanda: «Terra Sì o no?», noi, se ci atteggiamo a profeti, rispondiamo «Sì», ma a voler essere veritieri dovremmo dire «No»); la Natura, che di tante cose dovrà rispondere, oltre la prolissità forse alquanto gravosa di questo periodo, la Natura, dunque, si è compiaciuta di imbrogliare ancora la matassa, fomentando la nostra confusione, quasi non le bastasse l’avere fatto di noi dei fantocci tra i più bizzarri e disperatamente costruiti (un fondo di pantaloni di gendarme sposato al velo nuziale della regina Alessandra) e ha congegnato il tutto in modo che l’intero assortimento fosse riunito da un’unica leggera cucitura. La cucitrice è la Memoria, ed è una cucitrice capricciosa la sua parte.

1 Novembre 1921 + 16. Giugno 2008 – Mario Rigoni Stern

Il fidanzamento, 1956 – Goffredo Parise

Il giorno dei Morti i due fidanzati godevano di una grande occasione: anche Mussia accompagnava il marito nella consueta visita al cimitero ed essi potevano così fare tutto con loro comodo, giovandosi anche del letto dei genitori. Si spogliavano un poco alla volta e Mirella andava a dipingersi il viso e gli occhi con rossetto, bistri e matite perché così piaceva a Luigi. E poi compariva nuda nella cupa stanza di noce, dipinta come un’attrice o una ballerina, con un paio di orecchini arabi di filigrana d’argento che tinnivano per tutto il pomeriggio come due campanelli. Durante sei anni di fidanzamento il giorno dei Morti e l’amore nella camera buia e ingombra di mobili lucidi e torniti, di specchiere e di arazzi, trascorsero tranquilli fin dopo l’imbrunire: quando una vaga tristezza s’impadroniva dei due fidanzati al punto da far diventare Mirella sempre più intraprendente e fantasiosa come per cacciare l’oscurità e la solitudine.

Vecchio Blister, 1952 – Beppe Fenoglio

Però io l’ho fatto qualcosa di speciale, adesso che ci penso, ed è stato quando è finita la battaglia di Alba e il vescovo di Alba ci ha fatto sapere che la repubblica era disposta a darci indietro i nostri morti. C’era o non c’era Blister in quei sei che sono entrati in Alba nel bel mezzo della repubblica a prendere i morti partigiani? I morti erano sul selciato, già nelle loro casse, e intorno c’erano degli ufficiali della repubblica con l’elmetto in testa e i guanti nelle mani. Aspettavano che arrivassimo noi e noi siamo arrivati su un camion tedesco di quelli gialli, preda bellica lampante. […] E quando abbiamo finito di caricare le casse sul camion, uno di quegli ufficiali viene da me forse perché ero il più vecchio e mi dà la mano da stringere, ma vigliacco se io gliel’ho stretta. È stata una scena, chiedete alla gente di Alba che stava a vedere dalle finestre e non respirava nemmeno più per la paura che succedesse qualcosa da un momento all’altro. E questo è capitato il 3 di novembre ed è stata una cosa speciale perché se non è speciale che un vivo giochi la sua pelle per portare a casa dei morti, allora di speciale non c’è più niente.

3 Novembre 1901 – 23 Novembre 1976 + André-Georges Malraux

Fahrenheit 451, 1953 – Ray Bradbury

Il fruscio delle carte da gioco, il muoversi delle mani, il murmure monotono del cronofono nel soffitto della Caserma del fuoco «…una e trentacinque, mattino, martedì, 4 novembre… una e trentasei. .. una e trentasette, mattino…». Il lieve battito delle carte sul piano sudicio del tavolo, tutti i rumori raggiungevano Montag dietro i suoi occhi chiusi, dietro la barriera che aveva eretto momentaneamente. Poteva sentire la Caserma del fuoco piena di scintillii, di luminosità e di silenzio, di colori bronzei, i colori delle monete, dell’oro, dell’argento. Gli uomini invisibili dall’altra parte della tavola stavano sospirando sulle loro carte, in attesa di «… una e quarantacinque…» e la voce del cronofono si rattristava sulla fredda ora di un freddo mattino di un ancor più gelido anno.

4 Novembre 1939 – Achille Bonito Oliva

La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo, 1760-1767 – Laurence Sterne

Il cinque novembre 1718, che rispetto all’epoca fissata era tanto vicino ai nove mesi di calendario quanto qualsiasi marito in senno si sarebbe potuto aspettare, fui io, Tristram Shandy,  gentiluomo, messo in questo scorbutico e disastroso mondo nostro. Vorrei essere nato nella Luna, o in qualsiasi altro pianeta (eccetto Giove o Saturno, siccome non ho mai potuto sopportare il freddo) perché non la sarebbe potuta andare molto peggio per me in uno qualunque di essi (sebbene non mi pronunci su Venere) di quanto è andata in questo vile, lurido pianeta nostro, che, sia detto col dovuto rispetto, credo essere stato fatto cogli sbrendoli e ritagli degli altri.

5 Novembre 1942 + 7 Ottobre 2002 – Pierangelo Bertoli

La camera di Jacob, 1922 – Virginia Woolf

«E ora parliamo» disse Jacob scendendo da Haverstock Hill, fra le quattro e le cinque della mattina del 6 novembre, sottobraccio con Timmy Durrant. «Parliamo di cose intelligenti.»

I greci (sì, di questo essi parlarono) i greci… Quando tutto è detto e concluso, quando ci si è ben sciacquati la bocca con tutte le letterature del mondo, compresa la cinese e la russa (ma questi slavi non sono civilizzati), ebbene, è il profumo del greco che resta. Durrant citava Eschilo, Jacob Sofocle.

6 Novembre 1835 + 19 Ottobre 1909 – Marco Ezechia Lombroso, detto Cesare

La principessa e il drago, 1986 – Roberto Pazzi

Così rientrarono in Russia alle otto del mattino, il sette novembre 1938, a piedi, dalla parte del torrente, dov’era stata l’isba di Adamo. Al suo posto il granduca vide un alveare umano a dieci piani di mattoni scuri, brulicante di vite: a quell’ora, camminando sul marciapiedi, poteva sentire le grida delle donne, le voci dei mariti, lo sbattere delle porte, un ronzio confuso e modulato a tratti, come di canto.

«Le radio, Altezza» gli chiarì Ourousov, cogliendo la sua perplessità, «scatole che riproducono le voci anche a mille verste di distanza. La maggior parte di loro le adopera per non ascoltare nessuno e per non rimanere mai soli a pensare.»

7 Novembre 1913 + 4 Gennaio 1960 – Albert Camus

Sotto il vulcano, 1947 – Malcom Lowry

La fiesta non sarebbe cominciata che molto più tardi e le strade che ricordavano tanti altri Giorni dei Morti erano praticamente deserte. Labari e festoni smagliavano: la grande ruota panoramica meditava lucente sotto gli alberi, immobile. Anche la città intorno e sotto di loro era già colma di rumori bruschi, remoti, come scoppi di colori sgargianti. Boxe! annunciava un manifesto: ARENA TOMALíN Frente al Jardín Xicotancatl. Domingo 8 de Noviembre de 1938. 4 Emocionantes Peleas.

8 Novembre 1491+ 9 Dicembre 1544 – Gerolamo Folengo, noto come Teofilo Folengo

Il ritratto di Dorian Gray, 1891 – Oscar Wilde

Era il nove di  novembre, la vigilia del suo trentottesimo compleanno,  come avrebbe spesso ricordato in seguito. Stava tornando a casa  a piedi dopo aver cenato da Lord Henry, avvolto in una pesante pelliccia perché la notte era fredda e nebbiosa. All’angolo di Grosvenor Square con South Audley Street un uomo lo superò nella nebbia, camminando di fretta e con il bavero dell’ulster grigio rialzato. Teneva in mano una borsa. Dorian lo riconobbe. Era Basil Hallward. Una strana, incomprensibile paura, che non sapeva spiegarsi, lo assalì. Non fece segno di riconoscerlo e proseguì speditamente verso casa. Ma Hallward lo aveva visto. Dapprima, Dorian lo sentì fermarsi sul marciapiedi e quindi inseguirlo. Dopo un istante sentì la sua mano posarsi sul braccio.

9 Novembre 1877 +- 1 Ottobre 1959 – Enrico De Nicola

L’uomo che poteva compiere miracoli, 1900 – Herbert G. Wells

E così, per quanto incredibile possa sembrare, nello studio della casetta dietro la cappella congregazionalista, la sera di domenica 10 novembre 1896, il signor Fotheringay, sollecitato e invitato dal signor Maydig, cominciò a compiere miracoli. L’attenzione del lettore è richiamata in modo particolare e ben determinato sulla data. Egli obietterà, probabilmente ha già obiettato, che alcuni punti di questa storia sono improbabili, che se qualcosa del genere fosse veramente accaduto, sarebbe stato su tutti i giornali un anno fa. I particolari che seguono immediatamente li troverà abbastanza difficili da accettare, perché, tra le cose, comportano la conclusione che il lettore – o la lettrice – in questione deve essere stato ucciso in modo violento e senza precedenti più di un anno fa. Ora, un miracolo non è nulla se non è improbabile, e in realtà il lettore fu ucciso davvero in un modo violento e senza precedenti un anno fa. Nella parte successiva di questa storia la cosa diventerà perfettamente chiara e credibile, come ogni lettore onesto e ragionevole dovrà ammettere. Ma non è questo il luogo per la fine della storia, che ha appena passato la metà.

10 Novembre 1483 + 18 Febbraio 1546 – Martín Lutero

Ventimila leghe sotto i mari, 1870 – Jules Verne

L’11 novembre, di primo mattino, l’aria fresca che invase l’interno del Nautilus mi disse

che eravamo risaliti in superficie per rinnovare le provviste di ossigeno. Mi diressi verso la scala centrale e salii sulla piattaforma.

Erano le sei. Trovai il cielo coperto e il mare grigio ma calmo. Mi aspettavo di incontrare il capitano Nemo, invece scorsi soltanto il timoniere, imprigionato nella sua torretta. Seduto sulla gobba formata dalla chiglia del canotto, respirai con delizia gli effluvi salmastri. A poco a poco, la foschia si diradò sotto l’azione dei raggi solari. A oriente, l’astro radioso debordò dall’orizzonte. Sotto i suoi sguardi il mare si infiammò come per un incendio. Le nubi sparse alte nel cielo presero dei colori vivi, dalle sfumature incantevoli, e le loro numerose sfilacciature annunciarono una giornata ventosa; ma che cosa il vento poteva fare al Nautilus, che neppure le tempeste potevano scuotere?

11 Novembre 1821 + 28 Gennaio 1881 – Fiodor Michajlovič Dostojevskij
11 Novembre 1869 + 28 Dicembre 1947 – Vittorio Emanuele III di Savoia

Le Idi di marzo, 1948 – Thornton Wilder

Pompea Clodia, 12 novembre

Sento tanto la tua mancanza, carissima Topolina. Nessuno riesce a capire perché tu debba andartene in campagna ora che c’è tanto movimento in città. Ho chiesto a mio marito che interesse al mondo potevi avere per la matematica e lui mi ha risposto che eri bravissima in queste cose, e sapevi tutto sulle stelle e quello che fanno. Indovina tra mille chi viene in casa nostra continuamente, almeno un giorno sì e un giorno no, e facciamo una vita del tutto insolita.

Cleopatra!

12 Novembre 1882 + 4 Dicembre 1952 – Giuseppe Antonio Borgese

I promessi sposi, 1827-40 – Alessandro Manzoni

Quello stesso giorno, 13 di novembre, arriva un espresso al signor podestà di Lecco, e gli

presenta un dispaccio del  signor capitano di giustizia, contenente un ordine di fare ogni

possibile e più opportuna inquisizione, per iscoprire se un certo giovine nominato Lorenzo Tramaglino, filatore di seta, scappato dalle forze praedicti egregii domini capitanei, sia tornato, palam vel clam, al suo paese, ignotum quale per l’appunto, verum in territorio Leuci: quod si compertum fuerit sic esse, cerchi il detto signor podestà, quanta maxima diligentia fieri poterit, d’averlo nelle mani, e, legato a dovere, videlizet con buone manette, attesa l’esperimentata insufficienza de’ manichini per il nominato soggetto, lo faccia condurre nelle carceri, e lo ritenga lì, sotto buona custodia, per farne consegna a chi sarà spedito a prenderlo […].

13 Novembre 1753 + 18 Novembre 1828 – Ippolito Pindemonte
13 Novembre 1850 + 3. Dicembre 1894 – Robert Louis Balfour Stevenson

Tropico del cancro, 1934 – Henry Miller

Non sto più dietro al calendario. Direte: ma il sogno del 14 novembre scorso? Ci sono intervalli, ma fra un sogno e l’altro, e non ne rimane coscienza. Il mondo intorno a noi si dissolve, lasciando qua e là chiazze di tempo. Il mondo è un cancro che si divora… Penso a quando il grande silenzio scenderà su tutto e dappertutto; allora infine trionferà la musica. E quando tutto si sarà ritratto in grembo al tempo, tornerà il caos, ed il caos è la partitura su cui è scritta la realtà. Tania, tu sei il mio caos. Ecco perché canto. Non io, è il mondo che muore, che depone la pelle temporale. Ma io ancora vivo, ancora ti scalcio in grembo, sono ancora una realtà di cui si possa scrivere.

14 Novembre 1812 + 17 Luglio 1878 – Aleardo Aleardi, nato Gaetano Maria Aleardi
14 Novembre 1893 + 21 Maggio 1973 – Carlo Emilio Gadda

Storia prima felice, poi dolentissima e funesta, 1989 – Piero Citati

Il quindici novembre, alle sei di sera, partì per Algeri, sul Charlemagne, insieme al cognato. Fuori, onde grigiastre su un cielo grigiastro: lunghe notti oscure malgrado le stelle, giornate smorte malgrado un sole vivo, un orizzonte confuso; isole fuggivano nella nebbia. Uccelli venivano a visitarli, come sentinelle insulari incaricate di sapere chi erano: altri, come emigranti freddolosi, fuggivano l’inverno e li superavano con la leggerezza delle ali. La seconda sera, un pettirosso, il più fragile tra gli uccelli, entrò nell’oblò rimasto aperto di Clementina. Era sfinito dalla stanchezza.

15 Novembre 1920 + 14 Giugno 1996 – Gesualdo Bufalino

La Storia, 1974 – Elsa Morante

Alla mattina del 16 novembre, Useppe ebbe il primo, grave accesso della malattia che lo minava. Dopo il suo piccolo dialogo rassicurante con la madre era circa l’una e mezza) il bambino, ripreso sonno, aveva dormito tranquillo il resto della notte. E dormiva ancora quando, di mattina presto, Ida si alzò e passò a preparare il caffè in cucina. Fu qui, mentre accendeva i fornelli, che essa inaspettatamente se lo vide comparire davanti, nel suo pigiamino da notte di fustagno, a piedi nudi e con una espressione attonita; le gettò appena un’occhiata interrogativa (o così le parve) ma súbito di corsa tornò indietro. E lei stava per richiamarlo, quando le arrivò, dalla stanza da letto, un urlo di orrore e devastazione inaudita, che non assomigliava a nessuna voce umana: tale da lasciarla paralizzata per qualche istante, a chiedersi da dove uscisse quella voce.

16 Novembre 1899 + 9 Giugno 1937 – Carlo Alberto Rosselli

Casa Howard, 1910 – Edward M. Forster

La signora Wilcox annuì gravemente. Era offesa, e non fingeva di non esserlo. Era seduta in letto, e stava scrivendo lettere su un tavolino da ammalati posato sulle ginocchia. Su un altro tavolo accanto a lei, c’era il vassoio della colazione. La luce del fuoco, la luce della finestra, e la luce di un candeliere, che gettava un tremulo alone attorno alle sue mani, creavano, combinandosi insieme, una strana atmosfera di dissolvimento.

«Sapevo che in novembre doveva andare in India, ma l’avevo dimenticato.»

«S’è imbarcato il diciassette per la Nigeria, in Africa.»

17 Novembre 1906 + 19 Giugno 1999 – Mario Soldati

Orgoglio e pregiudizio, 1813 – Jane Austen

Se non avrete nulla in contrario a ricevermi in casa vostra, mi concederò il piacere di fare visita a voi e alla vostra famiglia lunedì 18 Novembre alle ore sedici, e potrò anche abusare della vostra ospitalità fino al sabato della settimana seguente, cosa che mi è lecita fare senza inconvenienti di sorta, giacché non dispiace a Lady Catherine che per qualche ragione io mi assenti una domenica, sempre che vi sia un altro ecclesiastico a sostituirmi nelle funzioni. Porgo un deferente omaggio alla vostra signora c alle vostre figlie, e rimango, signore, il vostro affezionatissimo amico,

W. Collins

«E così, aspettiamoci per le quattro il nostro portatore di pace» disse Mr Bennet ripiegando la lettera.

18 Novembre 1783 + 8 Maggio 1825 – Santorre Annibale Derossi, noto come Santorre di Santa Rosa

Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop, 1987 – Fannie Glagg

Notizie di Slagtown

(Giornale negro di Birmingham)

di Milton James

19 novembre 1940

Fedele derubata di cinquanta dollari

La signora Sallie Jinx, abitante al numero 68-C di Howell Street, è stata vittima di una

truffa che lei stessa ha denunciato ieri alla polizia. Una donna, presentatasi con il nome di Sorella Bell, ha bussato alla porta di casa sua e, facendo appello alla fede religiosa della donna, ha finto di riporre cinquanta dollari della Jinx in un tovagliolo e di metterli in un baule. Poi ha chiesto alla signora ]inx di non aprirlo per almeno altre quattro ore. Quando la padrona di casa ha aperto il baule e il tovagliolo, il denaro era sparito.

Toncille Robinson ed E.C. Robinson informano gli amici che a nessuno dei due importa di sapere quello che fa l’altro.

19 Novembre 1896 + 18 Giugno 1975 – Bruno Migliorini

Piccole donne, 1868-69 – Louisa May Alcott

Io, Amy Curtis Mareh, essendo in piena coscienza delle mie facoltà mentali, lascio e delego tutta la  mia proprietà terrestre divisa in questo modo:

[–.]

Desidero che la mia compagna favorita Kitty Bryant abbia il grembiulino di seta celeste e l’anellino d’oro con un bacio affettuoso. Ad Anna lascio la scatola che ha sempre desiderato e tutti i miei rammendi sperando che: Di me si ricorderà quando quello vedrà. E adesso, avendo disposto della mia proprietà, spero che tutti saranno contenti e non biasimeranno i morti. Perdono a tutti e spero che quando suonerà la tromba ci rivedremo tutti. Amen.

E questo testamento io firmo oggi, 20 novembre, Anno Domini 1861.

Amy Curtis March

Le confessioni d’un italiano, 1867 (post.) – Ippolito Nievo

Era il ventuno novembre; una folla immensa e festosa traboccava di contrada in contrada sul corso di Porta Orientale e di là fuori nel campo del Lazzaretto, battezzato novellamente pel campo della Federazione. Tuonavano le artiglierie, migliaia di bandiere tricolori sventolavano; era uno scampanio a festa, un gridare, un lanciar di cappelli, un agitarsi di fazzoletti di teste di braccia in quella calca allegra tumultuosa e non pertanto calma e dignitosa. Né io né l’Aglaura ebbimo cuore di fermarci in una camera mentre, alla luce del sole, alla libera aria del cielo doveva inaugurarsi poco stante il governo stabile ed italiano della Repubblica Cisalpina. Posto giù il mio fagotto e senza ch’ella volesse deporre il travestimento virile ci mescolammo alla gente, contentissimi di esser giunti in tempo di quel solenne e memorabile spettacolo.

21 Novembre 1694 + 30 Maggio 1778 –  Voltaire , pseudonimo di François-Marie Arouet

Le chiavi del Regno, 1942 – Archibald J. Cronin

22 novembre 1928. Ieri sera è morta suor Clotilde. La morte è un argomento sul quale non mi sono indugiato sovente in questo ineguale diario della mia vita imperfetta.

22 Novembre 1869 + 19 Febbraio 1951 – André Paul Guillaume Gide

I signori Golovljov, 1873-74 – Michail Saltykov – ščedrin

«Ma sì, giochiamo» si affretta a risponderle Arina Petrovna, alzandosi con vivacità, ma subito dopo, mentre sta avvicinandosi al tavolino da gioco, le viene in mente un’altra cosa.

«Sai che giorno è oggi?» domanda a Porfiri Vladìmirovič.

«Il ventitré novembre, mammina» risponde Jùduska sorpreso.

«Il ventitre, esattamente. Non ti ricordi cosa è accaduto il ventitré novembre? Hai

dimenticato l’anniversario?» Porfiri Vladìmirovič impallidisce e si segna.

«Ah, Signore Iddio! Che disgrazial» esclama. «Ma è possibile… è stato davvero il ventitre? Aspettate che guardo nel calendario.»

Dopo qualche minuto egli porta il calendario tra le cui pagine trova un foglio che reca

scritto: «23 novembre. Anniversario della morte del mio caro figlio Vladimir».

23 Novembre 1760 + 27 Maggio 1797 – François-Noël Babeuf, noto anche come Gracchus Babeuf

Epopea del baleno, 1990 – Peter Handke

Il 24 novembre 1987, spaziavano per tutto l’orizzonte dell’isola iugoslava di Veglia quei

bagliori celesti che gli antichi greci chiamavano “occhio delle stelle”, i cosiddetti baleni.

Divampavano in continuazione, come se ogni lampo rispondesse al precedente. Le loro forme erano molto diverse le une dalle altre, per dimensioni e fogge: sprigionandosi in silenzio, il loro chiarore avvolgeva da solo l’intero firmamento e faceva riemergere dall’oscurità tutte le sagome delle nuvole, che a quell’ora solitamente sono già sprofondate nella notte, e, insieme ad esse, sbocconcellava le cime delle isole e la terra sottostante.

24 Novembre 1826 + 26 Ottobre 1890 – Carlo Collodi, pseudonimo di Carlo Lorenzini

Diario di un curato di campagna, 1936 – Georges Bernanos

Ho deciso stamane di non prolungare l’esperienza oltre i dodici mesi che verranno.

Al prossimo 25 novembre butterò nel fuoco questi fogli e cercherò di dimenticarli. Questa risoluzione, che ho preso dopo la Messa, non mi ha rassicurato che per un momento. Non si tratta d’uno scrupolo, nell’esatto senso della parola. Non credo di far niente di male annotando qui, giorno dopo giorno, con assoluta franchezza, gli umilissimi, gli insignificanti segreti d’una vita d’altra parte senza mistero. [. . .] No, questo non somiglia allo scrupolo, ma è piuttosto una specie d’irragionevole timore, simile a un avvertimento dell’istinto. Allorché mi son seduto per la prima volta davanti a questo quaderno da scolaro, ho cercato di fermare la mia attenzione, di raccogliermi come per un esame di coscienza. Ma quanto ho visto, con quello sguardo interiore, di solito così calmo, così penetrante, che trascura il particolare e va subito all’essenziale, non è la mia coscienza.

Sentieri nel ghiaccio, 1978 – Werner Herzog

martedì, 26.11

Idee un po’ più chiare dopoché a Kirchheim ho comprato una carta Shell. Nella notte una bella bufera, la mattina neve dappertutto, sfrangiata, che si scioglieva. Pioggia, tormenta sono ancora gli ordini minori. La baracca conteneva, a guardar bene, correggiato e rastrello per fieno, appesi alle pareti, per fare il rustico, e anche dei bastoni da passeggio con applicate delle placchette, rastrelli in croce, e un foglio di calendario con Playmate del mese di settembre. Sopra la finestra foto degli abitanti, fatte all`automatico, mi ricordano molto gente come Zef e Schinkel. L’uomo del distributore mi guardava con un’aria così irreale che io mi sono precipitato alla toilette per convincermi davanti allo specchio che ho ancora un aspetto umano. Ma sì, adesso mi faccio trascinare dalla bufera intorno al distributore fintantoché non mi spuntano le ali. Questa notte sarò re nella prossima casa violata; sarà la mia fortezza. Una sveglia da cucina, una volta messa in moto, annuncia in grande stile l’Ultima Fine.

Il vento di fuori fruga il bosco. Questa mattina la notte era sospinta, come un’annegata, da fredde onde grigie.

26 Novembre 1909 + 28 Marzo 1994 – Eugéne Ionesco, nato Eugen Ionescu

I legami pericolosi, 1782 – Choderlos De Laclos

IL VISCONTE DI VALMONT

ALLA MARCHESA DI MERTEUIL

[. . .] Speravo di potervi mandare stamattina

la risposta della mia amata: ma è quasi mezzogiorno e non ho ancora avuto nulla. Aspetterò fino alle cinque; se allora non avrò avuto notizie, andrò a prenderle io stesso; perché, soprattutto in fatto di condotta, il peggior passo è quello dell’uscio. […] Non meno desidero di ricevere il vostro ultimatum: come dite tanto politicamente! Soprattutto son curioso di sapere se, in quest’ultimo passo, troverete ancora amore. Oh, certamente ce n’è, e molto! Ma per chi? Tuttavia non voglio ostentare nulla e aspetto ogni cosa dalle vostre bontà.

Addio, incantevole amica; non sigillerò questa lettera che alle due, nella speranza di poterci accludere la desiderata risposta. Alle due del pomeriggio.

Niente ancora, e l’ora incalza; non ho tempo di aggiungere altro; ma stavolta mi neghereste ancora i più teneri baci dell’amore?

Parigi, 27 novembre 17**

Un altro mare, 1991 – Claudio Magris

Enrico è partito il 28 novembre 1909, imbarcandosi a Trieste per l’Argentina, senza avvisare quasi nessuno e dicendo alla madre che gli serviva un po’ di denaro per un viaggio in Grecia, per coronare gli studi di filologia classica compiuti a Innsbruck e a Graz. Anche dopo la morte ormai lontana del padre, la sua famiglia, grazie ad alcuni mulini nel goriziano, aveva mantenuto una modesta agiatezza, e del resto i soldi erano l’unico viatico che sua madre fosse in grado di dargli. Sua madre preferisce suo fratello, solo perché è più piccolo. Ma per entrambi, e anche per la sorella, è difficile baciare quel viso più agro che materno; c’è un mistero doloroso in quella piega dura sulla bocca, come in ogni cuore che ha difficoltà ad amare. È un’acre pena senza compassione, ma lì sul ponte, guardando la scia che si perde subito inghiottita dalla notte,

Enrico decide di non pensare mai più a quel viso, al reciproco debito insoluto e ai disguidi

che li hanno inceppati l’un l’altra. Quel pensiero si perde fra gli alberi della nave e le tenebre, si perde proprio per sempre, è strano com’è facile liberarsene senza ferita.

28 Novembre 1907 + 26 Settembre 1990 – Alberto Moravia, pseudonimo di Alberto Pincherle

Il 29 novembre Kutuzov entrò in Vilno, nella sua “buona Vilno” come egli la chiamava. Per due volte nella sua carriera Kutuzov era stato governatore di Vilno. Nella ricca e intatta Vilno, oltre alle comodità ø ella vita, di cui da tempo era stato privato, Kutuzov trovò vecchi amici e ricordi. E voltando di colpo le spalle a tutte le preoccupazioni militari e statali, si immerse in una vita tranquilla e uniforme, nella misura in cui lo lasciavano in pace le passioni che gli ribollivano intorno, come se tutto ciò che stava accadendo o sarebbe accaduto nel mondo della storia non lo toccasse minimamente.

29 Novembre 1902 + 4 Gennaio 1975 – Carlo Levi

Burr, 1973 – Gore Vidal

La mattina del 30 novembre, mancando notizie da Montreal, Arnold mi consegnò una

lettera da recapitare al generale Montgomery.

Ne fui lieto. Partii da Pointe aux Trembles in canoa, con una guida indiana. La nave inglese Horney ci sparò un paio di colpi di moschetto, ma per il resto non subimmo molestie e oltrepassammo, pagaiando controcorrente, l’alta rupe su cui sorge la città di Quebec. Anche il freddo era delizioso in quella bianca mattina, non si udiva altro rumore che lo sciaguattio dell’acqua contro la chiglia di betulla.

30 Novembre 1831 + 4 Marzo 1861 – Ippolito Nievo
30 Novembre 1667 + 19 Ottobre 1745 – Jonathan Swift