LUGLIO – i giorni e le opere

L’inverno del nostro scontento, 1961 – John Steinbeck

Primo luglio. Divide l’anno come la scriminatura divide una testa di capelli. Lo avevo previsto come un segno di confine: ieri un me, domani un me diverso. Avevo fatto le mie mosse, irripetibili. Tempo e incidenti erano entrati, nel giuoco, erano parsi collaborare con me. Non avevo nemmeno cercato di nascondere a me stesso quel che stavo facendo. Nessuno mi aveva spinto a prendere la strada che avevo scelto.

1 Luglio 1804 + 8 Giugno 1876 – George Sand, pseudonimo di Amantine Aurore Lucile Dupin
L’ultima estate a Klingsor 1920 –  Hermann Hesse   «Oggi ho tratto l’oroscopo» disse l’Armeno, «e ho veduto che  sera deve portarmi qualcosa. Saturno  a, Marte è neutrale, Giove domina. O Klingsor Li Tai Pe, non siete voi un nato di luglio?» «Son nato il 2 luglio.» «Lo pensavo. C’è gran confusione nelle vostre stelle, amico, solo voi potreste interpretarle. La fecondità vi avvolge come una nuvola pronta a scoppiare. Le vostre stelle stanno in uno strano congiungimento, Klingsor; dovreste sentirlo.»
2 Luglio 1877 + 9 Agosto 1962 – Hermann Hesse

Malina, 1971 – Ingeborg Bachmann

Ma non posso sempre mantenere la mia astinenza dai giornali, sebbene ci siano periodi sempre più lunghi in cui non li leggo più o solo me ne piglio uno dal ripostiglio dove, accanto alle nostre valigie, c’è un pacco di riviste e di giornali vecchi, e guardo sgomenta una data 3 luglio 1958. Che presunzione! anche quel giorno, passato da un pezzo, ci hanno abbondantemente drogati con notizie, con opinioni su notizie, ci hanno informati su terremoti, disgrazie aeree, scandali in politica interna, passi falsi in politica estera. Quando oggi abbasso gli occhi sul numero del 3 luglio 1958, tento di credere alla data, e insieme a un giorno che forse è esistito davvero, in cui in una agenda non trovo scritto niente […]. Un giorno forse senza problemi, certo anche senza mal di testa, senza stati di angoscia, senza ricordi insopportabili, solo pochi, emersi da periodi diversi, ma forse soltanto un giorno in cui Lina ha dato inizio alle grandi pulizie estive e io, cacciata di casa, me ne sono stata seduta qua e là per i caffè, a leggere un giornale del 3 luglio, che oggi rileggo. Così quel giorno ora diventa un enigma, è un giorno vuoto o svuotato, in cui sono invecchiata, in cui non mi sono difesa e ho lasciato che accadesse qualcosa.

3 Luglio 1883 + 3 Giugno 1924 – Franz Kafka

Un’educazione sentimentale, 1979 – Joyce Carlo Oates

Il loro primo gesto esplicito di intimità – goffo e frettoloso, ma stranamente privo di imbarazzo – avvenne a notte fonda il 4 luglio quando Duncan, salendo le scale a piedi nudi, a torso nudo, scoprì Antoinette in accappatoio nel corridoio del piano di sopra. Sotto la massa dei lunghi capelli, il suo viso appariva stretto, le labbra tirate dall’apprensione; per la prima volta dopo molti giorni il suo sguardo vivace e oscuramente luminoso non si mosse per sfuggirlo.

Micromegas, 1752 – Voltaire

Ma torniamo ai nostri viaggiatori,che uscendo da Giove attraversarono uno spazio di cento  milioni di leghe, e costeggiarono il piante Marte, cinque volte più piccolo, come si sa, del nostro globetto. Videro due lune, che servono a tale pianeta, sfuggite agli sguardi degli astronomi […] Sia come si vuole, ai nostri il tutto parve tanto piccolo, che temettero di non trovarvi neanche da dormire; e tirarono di lungo, come viaggiatori che non si degnano d’una cattiva osteria di villaggio, e si spingono fino alla città vicina. Ma il siriano e il suo compagno si pentirono

ben presto, perché in un lungo andare nulla trovarono; e finalmente scorsero un lumicino: era la terra; e fece pietà a gente arrivata da Giove, ma per paura di pentirsi un’altra volta, risolsero di sbarcare. Passarono sulla coda della cometa e si misero dentro un’aurora boreale trovata lì pronta, arrivando a terra sulle rive settentrionali del mar Baltìco, il cinque luglio millesettecentotrentasette, nuovo stile.

Fiesta, 1926 – Ernest Hemingway

A mezzogiorno  di domenica 6 luglio la fiesta esplose. Non c’è altro modo di descrivere la cosa. Gente era arrivata dalla campagna tutti i giorni ma una volta nella città veniva assimilata e non ci si accorgeva di essa. La piazza era tranquilla nel sole caldo come tutti gli altri giorni. […]

Nel giorno dunque dell’inaugurazione della fiesta di San Firmino, fin dal primo mattino

i contadini erano nelle osterie delle strade secondarie. Passando per queste strade per

andare a messa nella cattedrale, li sentii cantare nelle osterie. Cominciavano a riscaldarsi. C’era molta gente alla messa delle undici. San Firmino è anche un festival religioso. Dalla cattedrale tornai a piedi al caffè in piazza. Mancava poco a mezzogiorno. Robert Cohn e Bill erano seduti a un tavolo. I tavoli di marmo e le bianche sedie di vimini erano spariti, ed erano stati sostituiti da tavolini di ferro

e sedie pieghevoli. Il caffè era una piccola nave da guerra pronta per l’azione.

Il deserto dei Tartari, 1940 – Dino Buzzati

Finalmente una sera –  ma quanto tempo c’era voluto – un lumicino tremolante apparve entro la lente del cannocchiale,  fioco lume che sembrava palpitare moribondo e invece doveva essere, calcolata la distanza, una rispettabile illuminazione. Era la notte del 7 luglio. Drogo per anni si ricordò la gioia meravigliosa che gli inondò l’animo e la voglia di correre a gridare, perché tutti quanti lo sapessero, e la orgogliosa fatica di non dir niente a nessuno, per la superstiziosa paura che la luce morisse.

7 Luglio 1827 – 14 Marzo 1884 – Quintino Sella

Vite di uomini non illustri, 1993 – Giuseppe Pontiggia

L’8 luglio 1940 sale con lui nel crepuscolo per una breve passeggiata fino alla piscina  vuota. Le lucertole serpeggiano sul fondo asciutto. Si appoggia al suo braccio; mentre scendono:

«Dimmi che mi ami come il primo giorno».

«Ti amo come il primo giorno» disse lui.

8 Luglio 1621 – 13 Aprile 1695 – Jean De La Fontaine

Le notti fiorentine, 1983 (post.) – Marina Cvetaeva

9 luglio, mezzanotte.

A forza d’attenzione (tensione) mi è venuto un sonno violento, improvviso. Spiavo i vostri passi, non volevo potermi dire, un giorno, che vi avevo mancato – nel triplamente triste senso di: mancare un’occasione, mancare di rispetto a un’Altezza e – come una madre manca al proprio figlio; foss’anche una sola volta, per colpa mia. Mi sono stesa a terra, la testa sul gradino del balcone, ben aI liscio, ben al duro; per non addormentarmi, Alzo gli occhi, i due battenti della porta e tutto il cielo.

9 Luglio 1937 – Roberto Gervaso

Il libro nero, 1951 – Giovanni Papini

Galway, 10 luglio

La fiera di San Patrizio è la più grande festa dell’anno in questa piccola città irlandese. Vi

accorrono mercanti, giocolieri, acrobati e suonatori da tutte le parti del paese e frotte innumerevoli di gente della campagna. […]

Rintontito, dal fragore e dal calore mi allontanai verso la campagna, pensando tra me quanto siano matti e buffi i miei simili che chiamano feste e divertimenti questi accessi di furore collettivo, capaci soltanto di ferire gli orecchi, di guastare lo stomaco, di mantrugiare il cervello, di ammazzare il sonno e di moltiplicare le malattie dei nervi. Avevo bisogno di solitudine e di silenzio. Ma prima di lasciare la città intravidi alla mia destra, in fondo a una breve strada, una piazzetta, dove alcune persone in piedi sembravano ascoltare o guardare qualcuno che non riuscivo a scorgere. Dalla piazza non veniva nessun rumore e volli accertarmi delle ragioni di quel prodigio.

10 Luglio 1871 + 18 Novembre 1922 – Marcel Valentin Louis Georges Eugène Marcel Proust

La nube purpurea, 1901 – Matthew P. Shiel

La mattina del quinto giorno, cioè l’11 luglio, mi trovai a  percorrere un viale straordinaria-mente lungo, di ghiacci e di montagne di neve, schierati con notevole regolarità, un viale largo circa mezzo miglio e lungo molte miglia, come una doppia processione titanica di statue, oppure le tombe dei Ming, che però si alzavano e scendevano, come al ritmo di una musica, quando le raggiungeva l’onda; alcune erano altissime, e gettavano placide ombre sul viale; molte presentavano una pellucida tinta smeraldina, dall’alto di tre o quattro di esse si riversavano cascate che mandavano come un canto lontano, e il mare era qui singolarmente denso, come, albumina d’uovo, quasi, mentre nel cielo pallido, come sempre in quella regione, circolavano alcune nuvole di neve, bianche e arruffate: e non avevo percorso più di un miglio lungo questo corridoio, che suscitava un’impressione misteriosa di cattedrali ciclopiche e di strana segregazione, quando scorsi in fondo in fondo un oggetto nero.

Il diavolo in corpo, 1923 – Raymond Radiguet

Ella partì il 12 luglio, alle sette della mattina. Mi trattenni a J… la notte precedente. Andandoci, giuravo a me stesso di non chiudere occhio per tutta la notte. Avrei fatto una tale riserva di carezze, che non avrei più avuto bisogno di Marthe per il resto dei miei giorni. Un quarto d’ora dopo essermi coricato mi addormentai. Di solito, la presenza di Marthe turbava il mio sonno. Per la prima volta, accanto a lei, dormii così bene come se fossi stato solo. Al mio risveglio lei era già in piedi. Non aveva osato svegliarmi. Non mi restava più che una mezz’ora prima del treno. Ero arrabbiato di aver sciupato nel sonno le ultime ore da passare insieme. Lei piangeva anche di partire. Perciò volli dedicare gli ultimi minuti ad altro che non fosse bere le nostre lacrime.

12 Luglio 1904 – 23 Settembre 1973 – Pablo Neruda

Hermaphrodito, 1918 – Alberto Arbasino

Venerdì 13 luglio

Sono il Metafisico e muovo all’incontro del Genovese, Hélas! è un venerdì 13 e, in luogo di genovesi o di qualcos’altro di pari, incontro il costantinopoletano. Era fatale! Questa terribile giornata, accoppiata alla data ancor più terribile, non sarebbe trascorsa per me senza un intoppo in qualche di tremendo; lo prevedevo (ecco qui sono coniglio).  Il pregiudizio si avvera: Taranto mi riserbava l’incontro con questo bisantino, italiano di oriente, al presente soldato nel R. Esercito per una inverosimile concordanza di casi, di sudditanze, di fedi di nascita e tutto un oscuro lavorio di cancellerie consolari. […]

Costui è uno di quegli esseri che, oltreché

non approvarti, non ti sostengono nella disputa neppure con la disapprovazione: ma ti lasciano cascare, non offrendoti presa; ti limano lo spirito con la loro apatia da sordomuti sicché, dalle prime battute, tu ti senti imbelle e impotente come se tu avessi da arrampicarti su per un muro dì vetro: scivoli sulla superficie insaponata che essi ti presentano e rimani di fronte a loro come una melanzana, con una stizza che ti strozza per il mancato sfogo.

13 Luglio 1950 – Piergiorgio Odifreddi

Romanza parigina, 1920 – Franz Hessel

Andai allo scaffale e afferrai  una storia della città di Parigi, che sfogliò restando in piedi.

C’erano piante e disegni dell’antico quartiere sulla riva sinistra. E nella mia memoria affiorò quello strano 14 luglio che avevamo trascorso davanti all’osteria nella stretta, antichissima Rue de l’Hirondelle, seduti davanti a un barile a guardare la danza delle fanciulle del vicino “hôtel”, in abiti variopinti. E rividi fra loro il giovane dai capelli rossi che suonava lo sconosciuto strumento simile a un flauto. Ma la danza divenne più rumorosa e coprì la sua esile musica. Lui tossì come un tisico e i suoi suoni si fecero più stridenti e si interruppero. Allora gettò lo strumento, lo calpestò e gridò: «Voglio cantare» e crollò a terra.

14 Luglio 1454 – 29 Settembre 1494 – Agnolo Ambrogini, detto Poliziano

L’ingenuo, 1767 – Voltaire

Nell’anno 1689, la sera del quindici luglio, l’abate di Kerkabon, priore di Nostra Donna della Montagna, passeggiava con sua sorella, la signorina di Kerkabon, in riva al mare per prendere il fresco. Il priore, già alquanto attempato, era un ottimo ecclesiastico, amato dai vicini ora, e in altri tempi dalle vicine. […] Guardava il mare, il priore e diceva alla sorella: «Ahimè! Qui s’imbarcò il nostro povero fratello colla nostra cara cognata, la signora di Kerkabon, sua moglie, sulla fregata la Rondinella, nel 1669, per andare a militare in Canadà. Se non fosse stato ucciso, potremmo sperar di rivederlo».

«Credete» diceva la signorina di Kerkabon «che nostra cognata sia stata mangiata dagli Irochesi, come ci è stato detto?»

15 Luglio 1606 – 4 Ottobre 1669 – Rembrandt,  Harmenszoon van Rijn,

Robinson Crusoe, 1719 – Daniel Defoe

Il giorno dopo, 16 luglio, ripresi lo stesso cammino ed essendomi inoltrato di più, vidi che la prateria e il ruscello non andavano più lontano perché incorniciavano i boschi. Colà

trovai diverse  specie di frutta, specialmente dei poponi che coprivano il suolo, uva penzolante dalle viti, con grappoli ben gremiti e coloriti, a tiro per la vendemmia.  Questa scoperta mi cagionò gioia e stupore insieme. Ma io seppi moderare il mio desiderio e profittare di un’esperienza che era stata funesta per altri, perché mi  ricordavo di aver veduto, in Barberia, alcuni inglesi schiavi come me, che erano stati colti dalla febbre e dalla dissenteria a forza di mangiar uva. Trovai però la maniera di rendere eccellente questa frutta facendola seccare ai sole; speravo, come di fatto avvenne, di avere un cibo sano e gradevole nell’autunno. Passai colà tutta la giornata: la sera non mi parve opportuno di ritornare a casa e per la prima volta, dal principio della mia vita solitaria, passai la notte fuori. Scelsi un rifugio simile a quello della prima notte dopo il naufragio, un folto albero sul quale dormii di un sonno profondo.

16 Luglio 1313 – 21 Dicembre 1375 – Giovanni Boccaccio

La tomba, 1884 – Guy de Maupassant

Il diciassette luglio milleottocentottantatré, alle due e mezzo del mattino, Vincenti, il custode del cimitero di Béziers, che abitava un piccolo fabbricato in fondo al campo dei morti, fu svegliato dai mugolii del suo cane, chiuso in cucina. Balzò subito dal letto e vide che l’animale fiutava sotto la porta abbaiando con furore, come se qualche vagabondo avesse ronzato intorno alla casa. Allora prese il fucile e uscì cautamente. Il cane si slanciò di corsa in direzione del viale generale Bonnet e si fermò di colpo accanto al monumento funebre della signora Tomoiseau. Allora il custode, avanzando con circospezione, scorse un lumicino in prossimità del viale Malenvers: scivolò fra le tombe e fu testimone d’un orrendo atto di profanazione. Un uomo aveva dissotterrato il cadavere d’una giovane donna sepolta il giorno prima, e lo toglieva dalla tomba.

17 Luglio 1889 + 11 Marzo 1970 – Erle Stanley Gardner
17 Luglio 1909 + 8 Marzo 1976 – Alfonso Gatto

I ragazzi di Guerníca, 1939 – Hermann Kersten

Un giorno, il 18 luglio 1936, un uomo dalla barba rossa, con cappello e bastone, passava su un asino bianco per le vie di Guernica. Era mezzogiorno e, barcollando dal caldo, l’uomo si fermò in piazza proprio davanti alla nostra casa, superbo su quell’asino come un imperatore e, come fanno i bovari in montagna, emise un lungo grido: «Eloheee!». Noi bambini accorremmo dal giardino e giù dalle scale e attraverso l’atrio dal magico tetto di vetro azzurro dove i quattro più piccoli giocavano al Paradiso terrestre: uno era Adamo ed Eva, uno il melo, uno l’angelo con la spada, e Modesta faceva da serpente in silenzio; corremmo da tutti gli angoli della casa fresca nella strada affocata e disposti elegantemente davanti al forestiero gridammo, cantando come lui:

«Eloheee!» a due voci.

18 Luglio 1885 + 6 Luglio 1979 – Marino Moretti

I dolori del giovane Werther,1774 – Johann Wolfang Goethe

19 luglio

«La vedrò!» esclamo il mattino quando mi sveglio e alzo gli occhi verso il sole in perfetta letizia, «la vedrò!».

E poi tutto il giorno non ho più altro desiderio. Tutto, si dissolve in questa attesa.

19 Luglio 1898 + 29 Luglio 1979 – Herbert Marcuse

Foto-ricordo,1988 – Mario Fortunato

Lei, che aveva bisogno di starsene sola, in pace, dimenticata, ora è abbracciata da tutti, da zii e cugini mai visti, da amici, da gente che d’un tratto le apparve volgare e insopportabile. Qualcuno ha azionato il grammofono, si comincia a ballare, anche lei sarà costretta a farlo. Abbracciata all’uomo che sarà suo marito per sempre, Maria non vede più nulla. Solo una cosa pensa: «Voglio un figlio, Io voglio, voglio solo questo e due uova fritte». La musica si interrompe di colpo. C’è grande imbarazzo. Maria non ha soltanto pensato quelle parole, le ha urlate. Non c’è nessuna foto che  racconti quel pomeriggio. È di sicuro il 20 luglio 1943, una domenica.

20 Luglio 1304 + 19 luglio 1374 – Francesco Petrarca         

Vite immaginarie, 1896 – Marcel Schwob

L’anno 356, nella notte del 21 luglio, la luna non era ancora sorta nel cielo, e il desiderio di Erostrato avendo raggiunto una forza inusitata, egli si decise a violare la camera segreta di Artemide. Scivolò giù per i tornanti della montagna sino alla riva del Caistro e salì i gradini del tempio. Le guardie dei sacerdoti dormivano vicino alle sante lampade. Erostrato ne afferrò una e penetrò nel naos. Un forte odore di olio di nardo si spandeva nell’aria. Le travi nere del soffitto d’ebano erano splendenti. L’ovale della stanza era diviso dalla tenda tessuta di filo d’oro e di porpora che nascondeva la dea. Erostrato, ansimando di voluttà, la strappò.

21 Luglio 1899 + 2 Luglio 1961 – Ernest Hemingway

Storia di cavalleggeri, 1898 – Hugo von Hofmannsthal

Il 22 luglio 1848, prima delle sei antimeridiane, un distaccamento di esploratori, il secondo squadrone dei corazzieri di  Wallmoden, centosette cavalleggeri al comando del capitano barone Rofrano, lasciò il Casino di Sant’Alessandro dirigendosi verso Milano. L’ampia pianura brillava distesa in un silenzio indicibile; dalle cime dei monti lontani le nuvole del mattino salivano come placide nuvole di fumo nel cielo luminoso; il granturco era immobile, e tra gruppi d’alberi che parevano lavati di fresco brillavano chiese e casolari. Il distaccamento in ricognizione si era appena lasciato indietro di forse un miglio l’estrema linea degli avamposti del suo esercito, che tra i campi di granturco balenarono armi e l’avanguardia segnalò fanteria nemica.

22 Luglio 1956 – Massimo Carlotto

L’isola degli inganni, prima metà ‘900 – Matthew P. Shiel

Il giorno dell’apertura dell’Esposizione si stava avvicinando, insieme al giorno delle nozze di Miss Eve e Monsieur Courcy; in precedenza si era stabilito che questi   avessero luogo il 23 luglio, poi, per il nervosismo e l’impazienza dello sposo e degli amici, la data era stata definitivamente spostata al 5; già avevano ordinato il gâteau de noce ed altre cose; già la giovane ed i suoi custodi si erano trasferiti a Grönland, un maniero della Comtesse de Pichegru-Picard vicino ad Orléans, dove si era deciso che il matrimonio sarebbe avvenuto.

Mentre accadeva tutto questo Shan Healy fece notare all’Indù Nundcumar, parlando con franchezza: «Ha qualcosa in testa, e fra non molto te ne accorgerai; lavora come sei turbini! E c’è un leggero sorriso nel suo volto, qualcosa nel suo sguardo, non so bene dove, e questo significa guai per qualcuno, ne sono sicuro».

23 Luglio 1908 + 12 Febbraio 1966 – Elio Vittorini

Le avventure di Arthur Gordon Pym, 1838 – Edgar Allan Poe

24 luglio, Ci svegliamo meravigliosamente ritemprati nello spirito e nelle forze. Il pericolo c’era sempre, eravamo ignari della nostra posizione, molto distanti dalla terraferma, con cibo sufficiente per una quindicina di gironi, quasi non avevamo acqua, eravamo in balìa dei venti e delle onde, e a bordo del più malandato relitto di tutti i mari. E ciò nonostante, le  pene e i pericoli di gran lunga più terribili, dai quali ci eravamo provvidenzialmente liberati, ci inducevano quasi a considerare le nostre attuali sofferenze come cosa di poco conto – tanto sono relativi il bene e il male.

24 Luglio 1802 + 5 Dicembre 1870 – Alexandre Dumas (padre)

Sostiene Pereira, 1994 – Antonio Tabucchi

E poi non voleva che uno sconosciuto si accorgesse che la redazione culturale del Lisboa

era solo lui, Pereira,  che sudava dal caldo e dal disagio in quel bugigattolo, e insomma, sostiene Pereira, gli chiese se potevano incontrarsi in città, e lui, Monteiro Rossi, gli disse: stasera, in Praça da Alegria, c’è un ballo popolare con canzoni e schitarrate … che ne dice se ci vediamo là? E Pereira disse di sì, sostiene, riattaccò la cornetta, si asciugò il sudore, e poi gli venne una magnifica idea, di fare una breve rubrica intitolata “Ricorrenze”, e pensò di pubblicarla subito per il prossimo sabato, e così, quasi macchinalmente, forse perché pensava all’Italia, scrisse il titolo Due anni fa scompariva Luigi Pirandello. E. poi, sotto, scrisse l’occhiello: «Il grande drammaturgo aveva presentato a Lisbona il suo Sogno ma forse no». Era il venticinque di luglio del millenovecentotrentotto, e Lisbona scintillava nell`azzurro di una brezza atlantica, sostiene Pereira.

25 Luglio 1905 + 14 Agosto 1994 – Elias Canetti

Satiricon, I secolo d.C. – Gaio Petronio

A interrompere la sua foga ballerina venne il segretario, il quale lesse delle carte come se

si trattasse di un foglio di annunzi governativi:

«Ventisei luglio. Nel podere di Cuma, che è di Trimalcione, sono nati trenta bambini e quaranta bambine. Sono stati trasferiti dall’aia al granaio cinquecentomila moggi di frumento. Sono stati sottomessi al giogo cinquecento buoi. Lo stesso giorno è stato crocifisso lo schiavo Mitridate colpevole di aver parlato male del nostro Gaio. Lo stesso giorno sono stati messi in cassaforte dieci milioni di sesterzi per i quali non era stato trovato un investimento. Lo stesso giorno negli Orti Pompeiani è scoppiato un incendio iniziatosi nella casa del fattore Nasta». «Cosa?» disse Trimalcione. «Quand’è che mi sono stati comperati i giardini di Pompeo?»

Novella degli scacchi, 1941 – Stefan Zweig

«In quel   momento estremo avvenne qualcosa d’imprevisto, che mi  recò la salvezza, la salvezza almeno per un certo tempo. Era la fine di luglio, un giorno buio, coperto, piovoso: mi ricordo con esattezza questo particolare, perché la pioggia tambureggiava contro i vetri del corridoio attraverso il quale venivo condotto all’interrogatorio. Nell’anticamera del giudice istruttore dovetti aspettare. […] E mi fecero aspettare particolarmente a lungo quel giovedì, 27 luglio, aspettare in piedi nell’anticamera per due ore buone; mi ricordo con tanta esattezza anche di questa data per un particolare motivo, perché nell’anticamera dove io  – senza potermi sedere, naturalmente – dovetti starmene impalato per due ore, era appeso un calendario, e non so descriverle con quanta avidità di cose stampate, di cose scritte continuai a fissare quella cifra, quella parola, “27 luglio” sulla parete; le divoravo quasi nel cervello.»

Calendario dei giorni narrati - 28 luglio

Cantare di Agapito Robles, 1977 – Manuel Scorza

Delle funeste conseguenze che può comportare il convincimento che il 28 luglio cada il 28 luglio.

Isaac aveva convinto suo fratello Julio che il 28 luglio doveva essere festeggiato il 28 luglio! Julio Carbajal esitava.   Siamo nel dicembre 2192, Isaac. Huarautambo si preparava per il Natale. Lo stesso padre Chasòn sta organizzando un presepio nella chiesa di Yanahuanca. Isaac consultò un calendario dell’antichità. Siamo nel luglio 1962. Fra quindici giorni si celebrerà l’indipendenza. Tu festeggia il 28 il 28. Julio non capiva.

28 Luglio 1940 – Riccardo Muti

Terra!, 1983 – Stefano Benni

Il giorno 29 luglio dell’anno 2157 la tempera-tura esterna a Parigi era di meno undici gradi. Nevicava esattamente da un mese e sei giorni; e quasi tutti gli edifici della città vecchia erano sepolti. La vita proseguiva però regolarmente sottoterra, nelle metropo-litane, nelle vie-condotto; nei giardini botanici e: nei forum a temperatura costante di otto gradi. Dall’ultimo piano dell’immensa piramide incastonata nel ghiaccio un uomo infreddolito guardava la distesa gelata e spoglia stendersi per chilometri e chilometri, interrotta solo dalla luce di qualche slitta. Nella cinta cittadina poche costruzioni sfidavano i trenta metri di neve. Il grande cilindro dello spazioporto  Mitterrand, con i suoi corridoi di volo a luce laser disegnava un intricato videogame colorato nel cielo grigio. Dalle alture di Fort Montmartre, sede della polizia, la torre di controllo esterno muoveva come una piovra nell’aria i fili delle telecamere volanti. Più in là, la Tour Eiffel incapsulata in una calotta trasparente, come un vecchio souvenir. E sopra di lei, il prisma del Centro Spettacoli, con le pareti a schermo che mandavano in continuazione pubblicità, vecchi documentari della Costa Azzurra e omicidi in diretta dal metrò.

29 Luglio 1912 + 21 Giugno 1984 – Davide Lajolo

Yann Andréa Steiner, 1992 – Marguerite Duras

Una mattina il cielo è di lacca azzurra, il sole è ancora dietro le colline. Sul viottolo di assi è passato il bambino. Io lo guardo. Lo guardo fino a che non sparisce. E poi chiudo gli occhi per ritrovare ancora l’immensità dello sguardo grigio. La giovane sorvegliante si ferma sul viottolo di assi e guarda il bambino che sta tornando. Eccolo. Osserva la cartolina che lei gli ha detto di comprare, sapeva che era al bazar che si trovano le cartoline più belle. Lei glielo. aveva detto. E lui aveva fatto come lei gli aveva detto.

La ragazza scrive la cartolina. Sulla cartolina, dalla parte della corrispondenza ora c’è il nome: della ragazza, la data, 30 luglio 1980 e la data e l’ora in cui lui dovrà tornare tra dieci anni, il 30 luglio 1990, a mezzanotte. Dalla parte dell’illustrazione c’è il punto della spiaggia del giorno prima, all’incrocio tra il sentiero per i campi da tennis, la passeggia-ta e la rue de Londres, così bella dice lei, la più bella di tutte, la sua preferita, bella come un tunnel di luce del sole davanti al mare.

30 Luglio 1511 + 27 Giugno 1574 – Giorgio Vasari

Rubé, 1921 – Giuseppe Antonio Borgese

Non ricordava da cinque anni una sera di luglio così fresca, e, consegnandosi indifeso all’eccesso di sensazioni, rabbrividì, come se l’estate fosse morta di colpo, vide staccarsi dal cielo profondo la nuda architettura dell’Appennino e nascere presso le vette le prime stelle, incredibilmente liquide e diacce come nelle notti di gennaio. Si trasferiva alla più lucente che era larga e abbandonata come uno sguardo di pietà.. Di lì scorgeva la Terra e le case degli uomini, vedeva imbrunire nell’umidità della sera le rive e le pianure d’Europa. D’improvviso non era una sera come tutte l’altre che prima s’erano adagiate sulla faccia della terra, come tutte l’altre che dopo verranno. Era il 31 luglio 1914.

31 Luglio 1965 – J. K. Rowling