Il buon pane degli ottimi panettieri di Giaveno

Il “buon pane di Giaveno” ha aperto la stagione delle sagre gastronomiche autunnali. Bancarelle fuori tema disperse nelle strade, piazza Molines per l’intrattenimento, ma il cuore della festa è sotto la cupola rovente di sole di piazza Mautino. Oltre il sipario della gente in coda per il pane, i grissini, i dolci e le pizze, lo scenario si apre su uno spettacolo affascinante.

Sono rimasto incantato dalla recita corale dei panettieri di Giaveno. Ho cominciato a fotografare e filmare affascinato dalla gestualità sapiente, dall’armonia con cui artigiani abituati a lavorare separati con attrezzature collaudate si sono mossi sul “palcoscenico” della festa, in spazi improvvisati e con macchinari e forni mobili.

Ho caricato su ScuolaGuido YouTube il filmato della festa del buon pane di Giaveno, in sottofondo la canzone del panettiere di DJ Francesco e Andiamo a mietere il grano. Iscrivetevi al canale per essere aggiornati sui nuovi filmati immessi.

Mani instancabili spezzettano il serpente giallo e rugoso e lo inanellano in infinite paste di meliga, mani danzanti allungano panetti di pasta nei famosi grissini stirati a mano della tradizione piemontese, mani metodiche ritagliano la pasta e dosano il pomodoro su teglie e teglie di deliziose pizzette.

le paste di meliga
i bastoncini di pasta diventano lunghi grissini stirati a mano
le pizzette

Oltre il recinto mani più piccole combattono con la resistenza della pasta e cominciano a capire quanta esperienza e fatica servono per dare cibi golosi alle loro merende e ai loro spuntini.

Ho visto la sapienza artigiana guidare in automatico i panificatori di Giaveno, dai giovani apprendisti ai pensionati, senza bisogno di un regista, ognuno calato nel suo ruolo, metodico e apparentemente senza fatica, nonostante le ore trascorse nel “forno” generato dalla copertura soleggiata di piazza Mautino.  

Lo sforzo che mio nonno faceva ad impastare e lavorare a mano quintali di pasta ogni giorno è oggi alleviato dai macchinari moderni, ma ci sarà sempre bisogno della manualità artigiana per prodotti di qualità, simili e mai uguali.

I panettieri giavenesi della “Belle époque”

La guida di Giuseppe Gioana, Giaveno e dintorni – Guida illustrata dell’alta valle del Sangone, edita prima della Grande Guerra, ha il merito di elencare fabbriche, negozi e artigiani giavenesi dei primi del Novecento. Ho scoperto che i panettieri erano tanti, distribuiti nelle borgate allora molto più popolate.

Elenco dei panettieri giavenesi pubblicato da Giuseppe Gioana nella sua guida di “Giaveno e dintorni” del 1914. Giaveno contava metà della popolazione attuale, ma le panetterie erano numerose e distribuite capillarmente sia nel centro che nelle borgate limitrofe. Ve n’erano 3 al Ponte Pietra, 2 alla Buffa, una alla Sala, una in Villa. Non ce n’erano nelle allora affollate valli di Provonda e Maddalena, i cui abitanti dovevano scendere alla Ruata Sangone o a Ponte Pietra per rifornirsi, ma probabilmente nelle borgate alte era ancora diffusa la pratica del forno di borgata con i turni di cottura per le varie famiglie. NB. Via Istituto (Pacchiotti) comprendeva l’attuale via Roma, oltre naturalmente a via Pacchiotti; Piazza Annibale è l’attuale Piazza Ruffinatti; Piazza Santa Cecilia è oggi Piazza Molines e Piazza Stazione ora è Piazza San Lorenzo.

Tra questi Michele Brandol doveva essere all’avanguardia, nella sua pubblicità si definisce “panificio meccanico”, partecipa alle fiere nazionali e, anche se il Covid era sconosciuto, anticipa il “delivery” con un “servizio celere a domicilio”.

Due le pubblicità di panificatori sul libro di Giuseppe Gioana, tra questi si distingue per managerialità Michele Brandol.
Fra le iniziative collaterali molto interessante l’esposizione di trattori d’epoca.
“Le fisarmoniche del Monviso” hanno accompagnato la festa con il loro repertorio di musiche tradizionali.

Originale l’arredo del punto di ristoro in piazza Molines.
Molto ricco il programma della festa.

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