Ricordo per immagini della visita del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano all’Ossario di Forno di Coazze

Il Presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano è deceduto venerdì 22 settembre scorso all’età di 98 anni. Primo presidente a essere rieletto, è stato il secondo, dopo Oscar Luigi Scalfaro, a visitare l’Ossario dei Caduti di Forno di Coazze, il 23 aprile 2009.

Nel corso di una intensa visita di tre giorni a Torino, in cui ha incontrato tra l’altro i genitori di Vito Scafidi, lo studente deceduto in aula a Rivoli, il 23 aprile è salito all’Ossario di Coazze, invitato dal Presidente del Comitato dell’Ossario di Forno, Piero Fassino. In una calda e limpida giornata di primavera è stato accolto dalle autorità locali. Agli Interventi dei sindaci di Coazze, Cumiana e Giaveno ha fatto seguito la lettura dei nomi dei caduti da parte di Nino Criscuolo, già comandante della Formazione partigiana “Ferruccio Gallo”. Dopo il rito religioso congiunto cattolico, valdese ed ebraico hanno preso la parola Piero Fassino e il Presidente Giorgio Napolitano, il cui discorso integrale è riportato sul sito della Presidenza della Repubblica. C’è poi stato il trasferimento a piedi in corteo alla Fossa Comune. Dopo un momento di raccoglimento il Presidente ha firmato il registro d’onore “Il mio commosso e sentito omaggio ai caduti della Resistenza”. Risalendo tra ali di studenti ha ricevuto dai ragazzi della scuola media di Coazze due quaderni con le loro riflessioni sulla Resistenza. Anche il suo successore e attuale presidente, Sergio Mattarella, ha visitato l’Ossario di Coazze e in quell’occasione ha partecipato alla intitolazione della scuola media di Coazze al comandante partigiano Giulio Nicoletta.

La cornice

Il verde dei prati accesi dal caldo sole di aprile, il bianco lontano delle nevi invernali. Mancherebbe solo il rosso per completare l’accoglienza tricolore al Presidente, ma ci pensano le tante bandiere a completare il quadro.

L’attesa

L’arrivo del Presidente Napolitano è previsto per le ore 11,00 del 23 aprile 2009. Ultimi preparativi e rapidi ritocchi. Il cerimoniere e i corazzieri sono arrivati, i fotografi scaldano gli obiettivi, la RAI si prepara, il picchetto d’onore sale a schierarsi, l’orchestra del maestro Tabone fa le ultime prove, le autorità civili e religiose e una piccola folla aspettano pazienti l’auto presidenziale.

L’Ossario, i gonfaloni e le bandiere

L’Ossario dei Caduti come un’aquila apre le sue ali tristi di lapidi ad abbracciare la gente e gli ex partigiani. I Comuni e le brigate partigiane alzano i loro gonfaloni in un tripudio di colori e di bandiere.

La cerimonia all’Ossario

Arriva puntuale, come da protocollo, il Presidente. Depone una corona d’alloro nella cappella dell’Ossario e prende posto sul palco della autorità. Seguono gli interventi dei sindaci di Coazze, Cumiana e Giaveno.

Un momento di grande commozione accompagna Nino Criscuolo, comandante partigiano, nella lettura dei nomi dei caduti della Lotta di Liberazione. Segue un breve rito religioso congiunto cattolico, valdese ed ebraico. Quindi prende la parola Piero Fassino, Presidente del Comitato dell’Ossario dei Caduti.

La commemorazione all’Ossario la conclude il Presidente Giorgio Napolitano con un discorso di grande attualità, di cui riporto due passaggi molto significativi:

“Nel rivolgermi al Parlamento per la prima volta dopo la mia elezione dissi che celebrare la Resistenza era uno sforzo da compiere con l’impegno di ricomporre in spirito di verità la storia della nazione, la storia della Repubblica, per giungere finalmente ad un comune sentire storico.
Ripeto nuovamente, con piena convinzione, questa necessità e questo impegno.
Tutto ciò richiede la valorizzazione di tutte le componenti delle Resistenza: la componente partigiana, la componente popolare, la componente militare, mentre non tutte sono state sempre sufficientemente ricordate e valorizzate.
….

Ebbene, io credo che sia importante dare tutto il peso necessario a questa unitarietà delle diverse espressioni del moto resistenziale, senza però certamente svalutare o diffamare, come purtroppo è accaduto e ancora accade, l’esperienza partigiana, il cui contributo, piaccia o non piaccia, fu determinante per restituire libertà, indipendenza e dignità al nostro Paese.
Voglio in conclusione dire che considero importante che ci si unisca quest’anno nella giornata del 25 aprile per celebrare, in qualsiasi modo e in qualsiasi luogo, l’una o l’altra delle componenti della Resistenza.
Essenziale è che ci unisca la stessa consapevolezza, che ci unisca lo stesso impegno a preservare il patrimonio e i valori della Resistenza che si sono tradotti nei principi e nei diritti della Costituzione repubblicana.”

Lasciando l’Ossario il Presidente saluta i partigiani e in particolare Nino Criscuolo.

Alla Fossa Comune

Il corteo presidenziale scende alla “Fossa comune“, luogo del crudele massacro di 26 partigiani, mitragliati alle gambe e lasciati morire semisepolti nella fossa da loro scavata. Dopo un momento di raccoglimento, Napolitano ha firmato il registro d’onore, risalendo tra due ali di folla e molti studenti di Coazze e Giaveno.

Un grande prato verde pieno di ragazzi

Tanti studenti sono saliti a Forno per salutare il Presidente in visita. Dal Pascal, dalla Gonin e dalle scuole elementari e medie di Coazze.

“Ecco le nostre riflessioni, Presidente”

Gli studenti coazzesi, ben guidati dalle professoresse Oddenino e Prina, hanno lavorato a lungo sui temi resistenziali e nell’occasione hanno consegnato al Presidente i quaderni con le loro riflessioni.

Il Presidente sfoglia i quaderni consegnatigli dagli scolari coazzesi.
Gli studenti di Coazze, con le professoresse Prina, al centro, e Oddenino, ultima a destra accanto alla Dirigente Claudia Rolando.

Grazie Presidente

Mentre si risale a gruppetti lungo il sentiero lastricato, le auto del corteo del Presidente Giorgio Napolitano lasciano Forno, al termine di una tre giorni dedicata a Torino, in cui ha trovato spazio il riverente omaggio ai Caduti per la Libertà della Val Sangone.

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