Giulio Nicoletta: il partigiano venuto dal mare si è innamorato delle nostre montagne

Era nato e vissuto col mare negli occhi Giulio Nicoletta a Crotone. Il servizio militare lo ha portato al nord e l’armistizio dell’8 settembre sulle montagne della Val Sangone. E qui il suo cuore è rimasto. La commemorazione tenutasi a Coazze domenica 7 novembre, organizzata dall’associazione “Valle di Mezzo” e dell’ANPI Giaveno Val Sangone, a cento anni dalla sua nascita è corsa via nel susseguirsi delle testimonianze. In piedi nella sala affollata ho apprezzato il contributo inviato dall’ANPI e dai ragazzi delle scuole di Crotone e condiviso l’appello della presidente Attilia Cometto a dedicare maggior tempo scolastico alla storia recente e locale. Un apporto originale e profondo, com’era nelle attese, è stato quello di Gianni Oliva. Da un lato ha delineato la personalità di Nicoletta, riconosciuto comandante della 43° Divisione Autonoma “Sergio De Vitis” per le sue doti di mediatore e di organizzatore. Determinato all’occorrenza, ma mai sopra le righe. Anche nel dopoguerra è stato un testimone pacato, sempre disponibile, mai retorico. Più che dei fatti d’arme ci teneva a parlare dell’ambiente e della gente, i veri scudi contro gli assalti nazifascisti. L’altro concetto sviluppato dallo storico è stato il collegamento tra Resistenza e Democrazia. Giovani di vent’anni, indottrinati dal fascismo e incolonnati nell’esercito, si sono trovati a decidere, a fare da un giorno all’altro scelte di vita. Più etiche, che politiche. Hanno sperimentato la libertà di scelta e l’hanno consegnata come eredità ideale alla Costituente e alle generazioni future.

Il video intervento di Piero Fassino e quello in presenza di Enrico hanno svelato particolari più intimi di Giulio Nicoletta, uomo, amico e padre. Mediatore nato, guidato nelle scelte dalla moderazione, dal rispetto, dal senso del dovere. Ha combattuto per necessità, ma finita la guerra “ha sepolto tutte le armi di partigiano in un luogo sconosciuto e – ricorda il figlio Enrico – in casa anche le armi giocattolo, che a volte ci regalavano, sparivano dopo pochi giorni”. Consapevole che una fase della sua vita  e la lotta armata si erano chiuse nel 1945. Sempre disponibile a intervenire, nelle scuole, nelle commemorazioni, nei convegni, ha affidato alla forza della parola e non più alle armi gli ideali che lo hanno sorretto con i suoi compagni nei difficili mesi della Resistenza.

L’intervento del rappresentante dell’ANPI torinese.
Il vicesindaco di Coazze Pier Luigi Dovis, Enrico Nicoletta e lo storico prof. Gianni Oliva
Omaggio ideale dei ragazzi di Crotone a Giulio Nicoletta, seguito dal fratello Franco, che sfila in via Roma, nella Torino appena liberata dai nazifascisti.

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