Lo hanno tirato per la giacca finché non ha dovuto cedere all’impotenza della politica e, a ottant’anni, invece del meritato riposo lo aspetta un impegno oneroso, che saprà certamente affrontare con la pacatezza e la determinazione di sempre. Ho avuto il piacere e l’onore di incontrare il presidente Sergio Mattarella quando è salito a Coazze il 31 ottobre 2015, quasi fresco di nomina. Le sue parole durante la visita all’Ossario di Forno, con precisi riferimenti ad Enrico Valobra e alla variegata provenienza dei partigiani valsangonesi, mi hanno fatto capire che non era un intervento di routine, generico, ma preparato con attenzione alla realtà visitata.
“Ragazzi, il futuro è nelle vostre mani, auguri”
Che sarebbe stato un grande presidente lo ha però rivelato alla scuola media di Coazze. Con i familiari ha partecipato alla intitolazione della scuola a Giulio Nicoletta, comandante partigiano. Che un presidente lo facesse mi è stato detto essere una eccezione. Ancor più eccezionale è stato il suo intervento finale. Sapevo dai tempi di Scalfaro e Napolitano come il cerimoniale delle visite sia rigoroso e inderogabile, scandito dai minuti, mai approssimativo. Eppure, allo scoprimento della targa di intitolazione a Giulio Nicoletta, dopo l’intervento della Dirigente Scolastico Claudia Rolando e del figlio di Nicoletta Enrico, ha voluto prendere a sorpresa la parola. Forse ricordandosi di essere anche stato Ministro della Pubblica Istruzione, ha speso poche ma forti parole in favore della scuola, delle istituzioni, dei giovani: “Noi viviamo da molto tempo in pace e tranquillità e a volte dimentichiamo cosa è costato raggiungere questa pace, la democrazia e la libertà. Ricordare non è soltanto dare onore, esprimere riconoscenza, ma è un richiamo a non addormentarsi, dimenticando quanto sia importante vigilare sulla conservazione della libertà e della democrazia. Ragazzi ricordatevi che ogni scuola è una realtà importante perché vi avvicina alla responsabilità, è il primo ambiente istituzionale. È lì che si forma il futuro del nostro Paese. Ricordatevi sempre di chi si è impegnato e pensate a costruire bene il vostro futuro, che è nelle vostre mani. Auguri”. Quel 31 ottobre è stata una bella giornata per Coazze, credo che ieri sia stata una bella giornata per l’Italia.