Tempo di almanacchi: “Alla luna bisogna crederci”

Un calendario che oltre ai giorni e ai santi offre dati geografici  statistici e informazioni aggiuntive sulle fasi lunari, i lavori agricoli e nell’orto, le previsioni del tempo, l’astrologia, ecc. si definisce almanacco. Deriva “giustamente” dal termine arabo “al-manākh  (clima) perché uno dei principali motivi della precoce e larga diffusione di pubblicazioni simili nel mondo contadino è proprio la loro ricchezza di informazioni astronomiche e climatiche, messe di solito in rapporto con le attività agricole. La pubblicazione di almanacchi prende il via in Italia verso la metà del Settecento, credo sotto la spinta del pensiero illuministico, che valorizza e divulga il sapere pratico. Forse è un caso, ma negli anni in cui, a partire dal 1751, Diderot e D’Alembert pubblicano i volumi della Encyclopédie in Francia, a Pavia nasce l’Almanacco universale del Gran Pescatore di Chiaravalle, a Foligno il Barbanera, a Treviso lo Schiesón Trevisàn. Solo per citare gli almanacchi che oltre a essere tra i più antichi vantano continuità di pubblicazione fino ai giorni nostri. In tempi in cui leggere era un privilegio di pochi, per analfabetismo e alto costo dei libri, la diffusione di queste pubblicazioni nel mondo agricolo si spiega con la loro utilità pratica. Il calendario lunare per il contadino era più importante di quello solare e affidarsi al calcolo empirico dell’Epatta non era da tutti.

Il Calendario Lunario Barbanera vanta 260 anni di vita, è consultabile anche online nel sito Barbanera.

Cesare Pavese fa dire all’amico, progressista e materialista, Pinolo Scaglione, Nuto ne “La luna e i falò”: “ La luna, – disse Nuto, – bisogna crederci per forza. Prova a tagliare a luna piena un pino, te lo mangiano i vermi. Una tina la devi lavare quando la luna è giovane. Perfino gli innesti, se non si fanno ai primi giorni della luna, non attaccano.”  

Non solo le attività agricole e artigianali, ma anche le gravidanze e il taglio dei capelli si collegava alle fasi lunari, sulla cui importanza ha scritto questo simpatico testo Giorgetta Usseglio, pubblicato sul primo volume dei “Racconti e ricordi della Val Sangone”.

L’importanza della Luna

Qualunque fosse il discorso che si stava facendo, prima o poi c’era sempre chi trovava il modo di parlare della luna. Il primo e l’ultimo quarto, luna piena o luna nuova. Non so come, ma si riusciva non solo a parlare, ma a discutere su questo argomento per ore. La luna era molto importante per i contadini perché, a loro dire, influiva su tutto, sulla semina, sulla crescita e sul raccolto di frutta, ortaggi e cereali, sulla potatura delle piante, sul vino, che non si doveva mai travasare di luna nuova, e persino sui capelli che si dovevano tagliare di luna calante per evitare che ricrescessero troppo in fretta. La luna inoltre influiva sul tempo, infatti se pioveva il primo giorno di luna nuova, significava pioggia continua fino alla prossima luna. Si contavano le lune per prevedere la nascita dei vitelli, degli agnelli e dei capretti, ma anche dei bambini, che non dovevano assolutamente vedere la luce prima di nove lune complete di gestazione. Sembrava veramente che la luna fosse determinante. I contadini di questo erano convinti e non si sognavano nemmeno di provare a cambiare le cose. C‘era un libretto di riferimento che contribuiva a rafforzare e confermare le convinzioni dei contadini, era il famoso “Almanacco del Gran Chiaravalle”, presente in tutte le case, veniva chiamato confidenzialmente “L’armënach o lu Chiaravalle”. Si trattava di un libretto con la copertina azzurra che veniva stampato all’inizio di ogni anno, aveva un centinaio di pagine nelle quali era possibile trovare quasi tutto ciò che interessava il mondo contadino ed anche qualcosa di più. Il primo numero dell’Almanacco risale al 1701 [sic] e da allora è stato stampato ogni anno. Ancora oggi, in seconda pagina, si può leggere l’Editto risalente al 1720 di “Vittorio Amedeo, Re di Sicilia, di Gerusalemme e di Cipro, nonché Principe di Piemonte” con il quale veniva data libertà di stampare, ristampare e vendere privatamente l’Almanacco, al libraio Francesco Antonio Gattinara. Nel tempo e nei luoghi che io racconto, l’Almanacco veniva consultato da tutti, era possibile trovare il calendario con le fasi lunari dettagliate, la previsione di eventuali eclissi di sole o di luna con l’ora esatta dell’evento. Veniva indicata, per ogni giorno dell’anno, l’ora in cui sorgeva e tramontava il sole. Si trovavano tanti consigli utili per la potatura delle piante, i tempi consigliati per la semina che venivano seguiti e rispettati da tutti. C’era poi una sezione riservata all’interpretazione dei sogni, si faceva molto caso ai sogni, che si credevano premonitori. Tutti sapevano che i numeri sognati, dovevano essere giocati al lotto, specialmente se a portarli in sogno era un defunto. Sognare acqua corrente e limpida, portava bene ma se l’acqua era torbida, i guai erano assicurati. Sognare denti o capelli, portava molto male, mentre i funghi indicavano malattia certa, i serpenti significavano invidia, sognare che qualcuno era morto mentre in realtà, godeva ottima salute, portava fortuna alla persona sognata. C’erano anche sogni meno ricorrenti o più difficili da interpretare e per questi c’era, appunto, il Chiaravalle che oltre al significato del sogno forniva anche i numeri del lotto abbinati. L’almanacco veniva consultato anche per conoscere l’oroscopo e le caratteristiche dei segni zodiacali o per documentarsi sui vari Santi che si festeggiavano nel corso dell’anno, serviva per cercare il nome ai nuovi nati, c’era infatti un elenco dei nomi propri più usati e il relativo significato, e vi erano inoltre ricette di cucina regionale ed altre cose curiose ed interessanti. Ma oltre a tutto questo, c’era una cosa importantissima, per la quale “L’Armenach” veniva consultato, in tutte le case almeno una volta al giorno: le previsioni del tempo… Incredibile ma vero, c’erano le previsioni del tempo, giorno per giorno, di tutto l’anno e senza l’aiuto di alcun satellite! Ma la cosa più sorprendente è che quasi tutti ci credevano, se la previsione dava “gran secco o splendido”, tagliavano il fieno da seccare ma se dava “pioggia o temporali”, preferivano aspettare.

Giorgetta Usseglio

L’Almanacco del Gran Pescatore di Chiaravalle si vanta di uscire da 271 anni, si articola in edizioni regionali.
Oltre che un’arguta scrittrice Giorgetta Usseglio è un’abile pittrice, in questo delicato acquerello la luna fa capolino sulla quotidianità. Discreta ma presente, influenza la vita di ogni giorno.

In che giorno sei nato?

Una domanda a cui tutti sappiamo rispondere con una data precisa, ma se la domanda fosse “in quale giorno della settimana”, saremmo in difficoltà. Fra i tentativi empirici dell’uomo di controllare la variabile tempo vi sono anche i calendari universali. Ecco una semplice tabella per calcolare in quale giorno della settimana siamo nati.

Questo calendario perpetuo consente di risalire al giorno della settimana in modo semplice e veloce. Trovato in B il mese e la riga corrispondente all’anno scelto si somma il numero indicato ai giorni della data e si cerca in C tale somma, che è in corrispondenza del giorno della settimana cercato.

Oggi, naturalmente su internet ci sono siti che ci risparmiano la fatica e il calcolo lo fanno per noi

http://web.tiscali.it/gabrieletalevi/calendario.htm

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