Volti preoccupati nelle stazioni sciistiche, ma anche in pianura. Santa Bibiana è trascorsa sotto il sole e l’aria frizzante di una bella giornata di dicembre. “Santa Bibiana quaranta giorni e una settimana”: il detto è esplicito e ci aspettano 47 giorni asciutti e soleggiati.
Oggi che migliaia di satelliti si affannano a inondarci di dati meteorologici riusciamo a predire con quasi certezza solo il tempo dei pochi giorni successivi. Come facevano i nostri vecchi a lanciarsi in previsioni così lunghe? Eppure il proverbio è tra quelli più diffusi e più citati. C’è chi sostiene che ha un fondo di verità, anche se non va interpretato rigidamente. Non indicherebbe 47 giorni di tempo sempre uguale, ma una tendenza. Qualcuno ha fatto delle annotazioni empiriche e afferma: “Osservo da molti anni la conferma del proverbio su Santa Bibiana e, pur non essendo un meteorologo, posso tranquillamente assicurare che NON si è mai smentito: le condizioni meteo del 2 dicembre permangono effettivamente per almeno 40 giorni e una settimana. Normalmente si spingono anche fino a febbraio inoltrato. Insomma, Santa Bibiana “marca” l’intero inverno. Negli anni trascorsi, in quella data, le condizioni sono state, per lo più, di tempo sereno e, infatti, tali sono rimaste, determinando siccità nelle campagne e criticità al turismo invernale. … Sarebbe interessante uno studio scientifico per comprendere se si tratta di una incredibile serie di coincidenze, oppure se vi è un effettivo nesso meteorologico tra la data in argomento e le condizioni dell’intero inverno”. (Antonio Zerrillo)
Giuliano Ostorero nel suo prezioso repertorio di detti e proverbi in patuà, avanza anche un’altra interpretazione, non meteorologica: “Sënta Bibiëńa, carënta giòrn e ina smëńa” da alcuni viene inteso, forse più esattamente, non come tempo meteorologico, ma come durata del dì, che attorno al solstizio d’inverno si mantiene per alcune settimane senza variazioni apprezzabili”. (Nostou patoua – Proverbi e modi di dire dell’Alta Val Sangone)
Chi spera nelle nevicate che proteggano i campi dalle gelate e consentano agli sciatori in astinenza, che hanno saltato la scorsa stagione, di sbizzarrirsi sulle piste innevate, può contare su un altro proverbio, che afferma che l’Immacolata, l’8 dicembre, può confermare ma anche smentire Santa Bibiana. Una santa martire quindicenne non può competere con la Madonna!
Santa Bibiana, vergine e martire romana del IV secolo.
Nel MARTIROLOGIO ROMANO” si legge: “A Roma la passione di santa Bibiana, Vergine e Martire, la quale, sotto il sacrilego Imperatore Giuliano, fu per Cristo percossa con flagelli piombati, finché non rese lo spirito”. Si narra che il governatore di Roma, Aproniano, avendo perso un occhio in battaglia, diede la colpa alle magie dei cristiani e tra le vittime delle persecuzioni finì la famiglia di Bibiana, padre e madre vennero martirizzati e uccisi e la sorella Demetria morì ai piedi di Aproniano. Bibiana dopo aver resistito a mesi di carcere, tra minacce, lusinghe e tentazioni, subì come Cristo la flagellazione, ma fino alla morte.
Patrona di Bibiana, ma senza chiesa e senza festa
Santa Bibiana è patrona del paese omonimo all’imbocco della Val Pellice, ma nessuna delle chiese del paese le è dedicata. La chiesa parrocchiale è intitolata a San Marcellino, vescovo di Ancona e anche a causa del Covid da qualche anno non vi sono festeggiamenti patronali, al di fuori della liturgia.
Non risultano comunque collegamenti storici tra la santa martire e il paese piemontese, che secondo la tradizione venne fondato da Bubius, ufficiale romano, che come molti veterani aveva ricevuto un ampio lotto dei terreni conquistati e vi si era insediato. In origine si chiamava Bubiana, poi probabilmente l’affermarsi del cristianesimo e l’assonanza col nome della santa hanno modificato il nome e la località nel Cartario di Cavour del 1037, il primo documento scritto in cui viene citata, è già diventata Bibiana, nome che non muterà più.