Reano – l’avvelenatore di cani e la benefattrice

Le disposizioni per bonificare le aree interessate dal veleno
Questa cartolina di inizio Novecento consente una veduta ravvicinata del Castello di Reano, che è di proprietà privata e non visitabile.
Italia Reano TO Il castello VG 15 5 1902 f1 Soc Editrice Cartoline Torino
Maria Vittoria Carlotta Enrichetta Giovanna dal Pozzo della Cisterna (Parigi, 9 agosto 1847 – Sanremo, 8 novembre 1876) erede di un antico casato piemontese, fu regina consorte di Spagna dal 16 novembre 1870 all’11 febbraio 1873 come sposa di Amedeo I di Spagna

Una cosa brutta può farci scoprire cose belle.  La passeggiata che sale al Castello di Reano è bella e panoramica, purtroppo la cattiveria di qualche squilibrato può usarla per seminare esche avvelenate e uccidere bestie innocenti. Un cane vilmente ucciso, altri finiti dal veterinario, proprio ai piedi della collina che, secondo Jacopo Duranti studioso piemontese del Settecento, derivava il nome dalla mitica lupa “Rhea” che aveva allattato Romolo e Remo.

 Questa la brutta notizia di questi giorni. Che non deve far dimenticare la riposta bellezza di Reano. Questo paese disteso sulla dorsale morenica che separa la Dora dal Sangone era nato aggrappato al castello che lo domina, poi c’è stata una forte espansione edilizia nella circostante conca prativa. Ad attrarre lo sguardo di chi arriva in paese è sicuramente la complessa mole del castello. Un’altura così strategica fu abitata in epoca molto antica, fortificata dai Romani, fu anche sede di un “Sodalicium marmorarium”, cioè un collegio di marmorari che vi risiedevano per sfruttare le cave delle alture vicine (forse anche quella di Trana).

Dal 1233, quando i signori di Reano lo cedettero a quelli di Rivalta, il paese e il suo castello furono spesso oggetto di scambio e di cessione, senza restare a lungo alla stessa famiglia. Fino a quando nel 1581 Carlo Emanuele I di Savoia concesse l’intero feudo a Ludovico dal Pozzo, che l’anno dopo ottenne per il figlio Amedeo il titolo di conte. Il secolo d’oro di Reano è l’Ottocento, il principe Carlo Emanuele, liberale compromesso nei moti del 1821, ottiene l’amnistia e rientra a Torino, ricchissimo, si dedica al suo feudo di Reano promuovendo la riedificazione della Parrocchiale di San Giorgio e fondando due scuole. Lo ispirava la figlia Maria Vittoria, grande benefattrice. A lei è intitolato l’Ospedale Maria Vittoria a Torino.

Regina di Spagna per tre anni, morì di tubercolosi a 29 anni, e il suo patrimonio passò al primogenito Emanuele Filiberto, dal quale discende l’attuale ramo dei Savoia-Aosta. Suo fratello era il Duca degli Abruzzi instancabile esploratore ed alpinista.  Nel 1904 il duca Emanuele Filiberto vendette il castello ai marchesi Durazzo, ai quali rimase sino al 1960, anno in cui lo cedettero al conte Tournon. Seguirono vicende di debiti e liti, con la vendita all’asta degli arredi, finché il castello fu acquistato da un ricco petroliere egiziano (sposatosi con una giovane donna di Reano) che ha fatto realizzare ampi interventi di restauro. Il castello è quindi privato e non visitabile, ma se non altro tenuto in perfette condizioni.

Una panoramica aerea del castello attuale

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