Gli anni ruggenti di TELE BERGE’ – Quarant’anni fa a Giaveno una TV locale e anche un po’ “loca”.

Stuzzicando la memoria di Roberto Pallard ho provato a ricostruire la parabola breve, ma dirompente di “Tele Bergé”. Abbiamo cercato di documentare quell’esperienza con alcune immagini, tratte dai fotogrammi sbiaditi dell’epoca,. Se qualcuno avesse fotografie o ricordasse altri particolari ci contatti pure e sarà un piacere aggiornare e arricchire l’articolo.

Un filmato per darvi l’idea dell’energia che sprizzava da Tele Bergé

Una lamiera, nastro colorato e trasferibili per la sigla iniziale di Tele Bergé. Il punto interrogativo per assecondare le perplessità di chi si trovava di fronte a queste trasmissioni gestite da un team che si autodefiniva gli “autentici” lasciando agli altri la soddisfazione di aggiungere l’epiteto più appropriato.
Il “bergé” Claudio Ruffino intervistato da Paolo Cantore
1982 – Debutta il carro di Tele Bergé, un vero e proprio studio mobile.
Telecamere per far scena e monitor veri che rimandavano le riprese di Roberto Pallard.
Giovanni Giai Arcota in divisa da cameraman
L’impianto stereo che sconvolse Giaveno
Sembra la consegna del tapiro di Staffelli, ma è solo il regista Beppe Grosso che corre sul set col “ciac” in mano.

Tele Bergé

Una volta c’era la RAI, solo la RAI. Tutto il resto era proibito. Poi la Corte Costituzionale nel 1974 riconobbe legittime le trasmissioni locali via cavo. E si aprì la diga. Dal cavo all’etere cominciarono a pullulare le cosiddette “radio libere” e le TV locali. Giaveno si trovò in prima linea in queste sperimentazioni con Radio Giaveno e poi con Tele Bergé, apripista all’esperienza più duratura e significativa di Giaveno TV.

Fin dal 1979 Roberto Pallard, radiotecnico antennista e soprattutto esploratore delle nuove opportunità tecnologiche e comunicative, provò a trasmettere in proprio. Cartoline di Giaveno filmate con una mastodontica telecamera, sottotitolate con striscioline di carta, cominciarono ad arrivare nelle case dei vicini di Via Sangano che riuscivano a sintonizzarsi. Apparecchiature come i videoregistratori VHS, poi presenti in tutte le case e oggi spariti, erano allora quasi un segreto professionale, difficili da trovare e costosi da comprare. Ma la passione e la curiosità erano più forti.

1981 – In occasione del carnevale del 1981 un gruppo di amici, forti dell’esperienza di Roberto Pallard, decisero di lanciare una TV locale, chiamata “Tele Bergé”, in onore delle maschere giavenesi. La Cascina Tenüa divenne il set di esilaranti scenette   I materiali filmati venivano poi diffusi verso la Val Sangone da un ripetitore montato a Colpastore presso la casa di Claudio Ruffino, “il poeta” e Bergé di quel fatidico 1981. L’esperienza durò un mese, arricchita dalle invenzioni goliardiche di quel gruppo di amici: Claudio Ruffino presentava e sceneggiava spassose scenette interpretate senza pudore da un nutrito gruppo di “attori”:   Donato Tamburrino “Tambu”, Gian Piero Pallard ( tra gli ideatori della sigla), Elena Paviolo, Chiara Daghero, Delfina Ronco, Rossella Lussiana, Emanuele Alloa “cugino”, Giovanni Giai Arcota, Stefano Barone e Fabrizio Calati. La regia era affidata a Beppe Grosso, coadiuvato da Paolo Cantore e “Pierone” Olivieri. Non mancavano il notiziario curato dal giornalista “Pozzi” del ” Martin Pic”, alias Franco Tortasso, e le previsioni del tempo del “metereologo” Renato Vagnon. 

1982 – L’esperienza fu così coinvolgente – e divertente – che decisero di riproporla al carnevale dell’anno dopo, ma arricchita. Venne costruito un carro rivoluzionario: un impianto stereo da 1000 watt alimentato da un gruppo elettrogeno apposito surclassava ogni altra musica, ma soprattutto erano i monitor montati sul carro in cui la gente poteva vedersi ripresa in diretta ad incuriosire la folla. Claudio Ruffino, confermato Bergé, e i protagonisti della prima esperienza movimentavano uno studio mobile e vivacizzavano non solo le sfilate, ma anche le notti giavenesi.

Un’iniziativa nata nel clima di carnevale, impegnativa ma gratificante, che tornò nel carnevale successivo, sempre per quel breve periodo. Ma Roberto Pallard, pur consapevole che un’esperienza simile non poteva conciliarla a lungo con il suo lavoro quotidiano, continuava a pensare che ci fosse spazio nella zona per una emittente anche piccola, ma che portasse nelle case della Val Sangone avvenimenti, personaggi, cronache e temi  veramente locali. Galeotto fu l’incontro nella primavera del 1983 con la “Bela bergéra” Antonella Grossi: con la sua determinazione spense le perplessità di Roberto e il 18 ottobre dello stesso anno una nuova emittente si insinuò tra le frequenze delle varie TV locali ed entrò nelle case della nostra valle. Era nata Giaveno TV. Ma questa è un’altra storia.

Presentatore, sceneggiatore, attore e bergé. Claudio Ruffino si ricorda di essere “poeta” e si prende una pausa d’ispirazione anacreontica.

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