Perché han nome le campane?

La facciata del Santuario del Selvaggio culmina con due campanili slanciati. Con i loro 52 metri, nella nostra valle, sono superati in altezza solo dal campanile del Santuario di Santa Maria della Stella di Trana, per un metro. Il campanile di destra funge da torre campanaria e ospita un complesso di sei campane, collocatevi nell’estate del 1926. La campana maggiore è stata offerta dal 3° alpini. Tutte hanno un nome, ma per scoprirlo bisogna risolvere questo gioco.

Le campane sono una presenza scontata e al loro suono quasi non facciamo più caso, ma quando gli orologi personali non esistevano o erano una rarità le campane avevano un ruolo fondamentale, non solo per scandire le ore, ma per inviare ogni sorta di segnali, da quelli di pericolo a quelli di festa e purtroppo anche di morte. Le campane ci sembrano tutte simili per forma e struttura, la variante più significativa sembra solo legata alla dimensione e al peso. Ma non è così. Ad esempio la loro storia è millenaria e la loro origine asiatica. Spesso enormi, il suono si ricavava con un battaglio esterno.

Secondo una leggenda, la campana con battaglio interno sarebbe un’invenzione italiana, dovuta a san Paolino, vescovo di Nola, nel V secolo, anche se non vi è nessun documento che attesti la paternità dell’invenzione al Santo. Comunque solo nell’VIII-IX secolo le chiese e le pievi incominciano a essere dotate di campane e sorgono i primi campanili, che si diffondono sempre più dopo l’anno Mille.   

Questa cartolina è sicuramente posteriore al 1926, anno in cui, il 21 agosto, il Cardinal Giuseppe Gamba consacrò il Santuario, ampliato con lavori che duravano dal 1915. Molto interessante la presenza del precedente campanile, in seguito demolito. Sul campanile di destra del Santuario non sono ancora state collocate le campane. (Cartolina della collezione di Carlo Giacone)

Benedette e battezzate

Non solo le campane di Selvaggio o alcune campane famose hanno un nome, ma tutte.

Precisi riti liturgici sovrintendono alla collocazione delle campane, che prima vengono benedette e contestualmente battezzate. Di solito viene loro attribuito il nome di un santo o di una virtù. Questo nome inciso nel bronzo con altri dati sulla fusione e la committenza, finisce però in alto sui campanili dove nessuno lo può leggere e spesso viene dimenticato o soppiantato da altri, di matrice popolare. Ad esempio la “Maria dolens” di Rovereto è nota come “Campana dei Caduti”, che onora suonando ogni giorno all’imbrunire. È la più grande d’Italia e pesa 22 tonnellate. Ed è anche la testimonianza che il processo di fusione delle campane è delicato e complesso. Venne fusa la prima volta a Trento nel 1924. Il deteriorarsi del suono indusse a rifonderla a Verona nel 1938 senza successo. Rifusa nel 1939, solo dopo la guerra venne riportata a Rovereto, ma nel 1960 si incrinò. Non potendo intervenire altrimenti si decise per una nuova fusione, la quarta, nel 1964, grazie al sostegno finanziario del Lions Club d’Italia. L’incarico fu affidato alla Fonderia Capanni. Il 31 ottobre 1965 la campana fu benedetta da papa Paolo VI in Piazza San Pietro a Roma. Trasportata a Rovereto e collocata sul Colle di Miravalle, diffuse per la prima volta i suoi rintocchi il 10 aprile 1966 in coincidenza con la domenica di Pasqua.

Nata da un’idea di don Antonio Rossaro, la Campana dei Caduti di Rovereto venne fusa a Trento nel 1924 con il bronzo dei cannoni delle nazioni partecipanti alla Prima guerra mondiale. Battezzata con il nome di Maria Dolens, fu collocata sul torrione Malipiero del Castello della città
La Campana, rifusa a Verona nel 1939 tornò a Rovereto esattamente un anno dopo. Nel 1960, in seguito ad una grave e irreparabile incrinatura, Maria Dolens venne rifusa presso le fonderie Capanni a Castelnovo ne’ Monti (Reggio Emilia). L’attuale bronzo benedetto a Roma da Papa Paolo VI, venne collocato sul colle di Miravalle il 4 novembre 1965, da dove domina tuttora la città di Rovereto.
Dalla sua posizione sul Colle di Miravalle tutte le sere (la domenica a mezzogiorno) la Campana Maria dolens di Rovereto batte cento rintocchi a ricordo dei Caduti. È una campana a “battaglio pendente”. Le sue dimensioni sono notevoli: il suo peso equivale a 22,639 tonnellate, il ceppo a 10,3 t e il solo battaglio pesa 600 Kg. È alta 3,36 metri e ha un diametro di m. 3,21. La nota musicale è il Si.. È la campana più grande d’Italia e la quinta al mondo per peso.

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