Fra i traguardi illustri che gli ex allievi dell’Istituto Pascal di Giaveno hanno conquistato ve n’è uno che nessuno avrebbe voluto, la medaglia d’oro al valor militare, assegnata a Marco Matta, elicotterista abbattuto in Croazia trent’anni fa.
Marco Matta morì, nel giorno del suo 28° compleanno, il 7 gennaio 1992 con altri quattro compagni mentre con l’elicottero svolgeva una missione di pace per conto della Cee (ora Unione Europea) nei Balcani.
Nel cielo di Croazia, un elicottero italiano in missione di pace veniva abbattuto alle ore 14.06 del 7 gennaio 1992. Colpito da un missile “aria-aria” lanciato da un Mig dell’aviazione federale jugoslava precipitava presso Novi Marof, a circa 80 km a nord di Zagabria. Quattro le vittime italiane: ten. col. Enzo Venturini, di Padova, serg. magg. Marco Matta, di Sangano; m.llo capo Fiorenzo Ramacci, di Viterbo, ma residente ad Orio sul Serio; m.llo capo Silvano Natale, di Padova ed inoltre il ten. di vascello francese Jean Loup Ejchenne. Un altro missile mancava il secondo elicottero e l’equipaggio ha potuto testimoniare ed inchiodare l’Aviazione serba alle proprie responsabilità, portando alle dimissioni dei vertici.
La tragedia commosse l’Italia e, in modo particolare, Sangano, il paese all’imbocco della Val Sangone, dove risiede la famiglia di Marco Matta.
Era nato ad Avigliana il 7 gennaio 1964, ed a Sangano è ricordato come ragazzo e giovane pieno di gioia, di bontà, la cui vita era impegnata nell’oratorio e nello studio. Dopo le scuole elementari e medie frequentate a Sangano, fu allievo dell’Istituto BUS TUS (oggi Blaise Pascal) di Giaveno dove conseguì il diploma nell’anno scolastico 1982/83. Come tutti i giovani anche Marco aveva i suoi progetti, i suoi sogni da realizzare. Eccolo allora 1’8 gennaio 1984 partire per la scuola Allievi Sottufficiali piloti di Viterbo. Marco amava il cielo, gli spazi infiniti, non aveva paura di rischiare, era un ragazzo forte e deciso e si trovò realizzato in questo servizio nel 5° Riger, squadrone “Dragone”. Divenne pilota elicotterista entusiasta e prudente, svolgendo la sua missione con un impegno davvero encomiabile. Frosinone, Casarsa della Delizia in provincia di Pordenone (dove viveva fino a quel tragico giorno) furono le tappe della sua breve, brillante carriera. Era Sergente Maggiore. A Casarsa aveva trovato anche l’amore, Sabrina, con cui intendeva sposarsi presto. Venne chiamato in Jugoslavia, Marco affrontò con la serenità ed il coraggio di sempre la nuova missione, resa più difficile dall’immane tragedia che sconvolgeva la terra jugoslava, divisa ormai in tante parti, e purtroppo segnata da odio, distruzioni e massacri di vittime innocenti. Era ben conscio dei pericoli e della delicatezza di quella missione di pace che per conto della CEE svolgeva con altri suoi colleghi. Prima dell’attacco mortale, il 4 ottobre del 1991 l’elicottero con equipaggio Venuti, Matta e Villani era stato colpito da due proiettili mentre sorvolava l’aeroporto di Rijeka (Fiume), per fortuna senza gravi danni.
Nell’ultima lettera inviata ai genitori, Maria e Mario, per augurare Buon Natale, Marco scriveva: “Anche se gli avvenimenti del mondo tendono a dividerci, il nostro Amore ci farà sentire sempre più vicini!“.
A Marco è stata anche concessa dal Presidente della Repubblica la Medaglia d’Oro al Valor Militare. Nel ringraziare papà Mario che gli aveva scritto, il Presidente Scalfaro, ha risposto con una lettera autografa in cui scrive: “La affascinante bella figura del giovane e coraggioso Suo figliuolo rimane come testimonianza di fede nei grandi ideali della Pace e come servizio alla comunità, fino al dono della vita. Le sono vicino con cuore di Padre e prego per Lei“.
L’onore e il ricordo
Medaglia d’oro al valor militare
«Sottufficiale Pilota Osservatore dell’Aviazione dell’Esercito, membro della Missione Osservatori per il controllo del “cessate il fuoco”, condotta sotto l’egida del comitato per la sicurezza e la cooperazione in Europa nei territori della ex Jugoslavia, si distingueva per coraggio, elevata professionalità e insigni virtù militari eseguendo numerose missioni di volo in situazioni ad elevato rischio. Pur nella consapevolezza dell’alto e costante pericolo derivante dalla possibilità di attacchi incontrollati da parte delle fazioni in lotta nei territori sorvolati, persisteva nell’assolvimento del compito affidatogli. Durante una regolare missione di osservazione lungo una rotta preventivamente pianificata e concordata, perdeva la vita in un vile agguato a seguito dell’abbattimento dell’elicottero AB-205, del quale era secondo pilota, proditoriamente colpito da un velivolo delle Forze Armate Jugoslave. Mirabile esempio di dedizione al servizio portato fino all’estremo sacrificio.» — Madzarevo (Croazia) 7 gennaio 1992
Podrute
Sul luogo dell’abbattimento a una croce fece seguito l’inaugurazione del Sacrario (7 gennaio 1996) a cui seguì la costruzione di una chiesa, che il 5 luglio del 2000 venne consacrata dal Vescovo di Varazdin, alla presenza di Autorità Civili e Religiose e dei famigliari dei Caduti. Sul soffitto un effetto di cielo stellato. Annessa una cappella con le foto dei 5 caduti.
Sangano
Il Comune di Sangano ha visto impegnarsi in prima persona il sindaco Agnese Ugues per l’allestimento di una piazza intitolata a Marco Matta. È stata inaugurata il 22 settembre 2002, con una cerimonia che ha visto la partecipazione del Prefetto di Torino e numerose Autorità Civili, della massima Autorità dell’Aviazione Esercito, Gen. Luigi Chiavarelli, la rappresentanza della Scuola d’Applicazione di Torino, le delegazioni del 5°Rgt. Aves RIGEL di Casarsa, del 7°Rgt. Aves VEGA di Rimini, , del 1°Rgt. Aves ANTARES di Viterbo e del 34° Gr. Sq. Aves TORO di Venaria, che con il picchetto armato ha reso gli onori a Marco, oltre le rappresentanze Combattentistiche d’Arma e delle Associazioni Sanganesi.
Completa la piazza una significativa “Stele di Luce per la Pace”, con la quale si è voluto collegare al ricordo di Marco, tutti i militari attualmente ancora impegnati nel mondo, in missioni di Pace.
L’oratorio di Sangano ha ricordato Marco piantando un ulivo e intitolandogli nel 2002 il nuovo campo sportivo, con una stele e una fontana.
La classe 5/B delle scuole elementari, guidata dagli insegnanti, ha composto, in suo ricordo, “Il Giornalino della Pace” dove, con scritti, poesie e disegni, è stato trattato il grande tema della pace.
Istituto Pascal di Giaveno
Nel 2002, decennale della morte, l’Istituto Pascal di Giaveno ha dedicato al suo ex allievo, diplomatosi nel 1983, quando la scuola si chiamava ancora BUS TUS, una targa e un monumento ricordo, ideato dai professori Alovisio e Filaferro. Una coppa di bronzo sulla cui acqua galleggia una scritta che inneggia alla continuità della vita con le parole “Il tempo non muore – il cerchio non è rotondo”. Sono il motto del film Prima della pioggia, scritto e diretto da Milcho Manchevski. Tre episodi ambientati nei Balcani, che denunciano la follia della guerra.