La “Pusiùń d’Viëńa”: com’era e com’è

Nel corso dei secoli la “Pusiùń d’Viëńa” ha mantenuto sostanzialmente lo stesso itinerario, ma molte altre cose sono cambiate, molte notizie interessanti si trovano sul libretto dal titolo omonimo, preparato da Andrea Zussino, che ne è stato priore nel 2002. Confrontando una fotografia dei primi Anni Trenta del Novecento e una del 2014 possiamo evidenziare parecchie differenze e sostanzialmente una disposizione meno rigida dei partecipanti.

Due notazioni linguistiche

In patuà francoprovenzale di Coazze Avigliana si pronuncia Viëńa, ma per assimilazione all’italiano si tende ora a pronunciare Aviëńa e quindi  “Pusiùń d’Aviëńa”. Lo stendardo che apre la processione è detto “bandìri”, cioè bandiera, con lo stesso procedimento per cui in patuà la desinenza in -era diventava –iri (es. Ruffinera = Rüfinìri). Ho usato l’imperfetto perché da parecchi anni questo non avviene più e le parole in patuà specie se sentite come importate o esterne mantengono la desinenza originale (vedi le borgate Merlera e Mortera) e la stessa Cartiera Sertorio, avviata a fine Ottocento, non è diventata “cartìri”. Era un nome estraneo al patuà, che oltre tutto a quel tempo la carta la chiamava “papèi”.

“La Pusiùń d’Viëńa” – Pellegrinaggio da Coazze al Santuario della Madonna dei Laghi di Avigliana, a cura di Andrea Zussino, OstoreroGrafica, Coazze 2002
Processione di Avigliana, inizio Anni Trenta
Sergentìń: Giai Michelino e  Giai Duganera Celestino
Bandiòire: Tessa Ines, Tessa Esterina, Tessa Corinna, Giai Assunta (Foto di Vittorina Allais)

La processione è aperta dai “sergentìń”, due giovanotti che portavano due lunghe aste sormontate dalla Raggiera Eucaristica. Seguono le “bandiòire”, portatrici della “bandìri”, che erano quattro e si alternavano nel portare lo stendardo. La “bandìri” recava un simbolo eucaristico. I partecipanti sono vestiti con gli abiti della festa. Dalla fotografia non sembra che siano rispettate antiche disposizioni, tramandate oralmente, che prevedevano le donne e i bambini (appartenenti alle Compagnie religiose) davanti, quindi il Parroco e i priori e infine gli uomini.

Processione del 2014, già in territorio aviglianese oltre la Benna Bianca. (Foto di Simona Ostorero – OstoreroGrafica)

Coi moderni problemi di traffico la processione è ora preceduta e scortata dalla polizia municipale e dai volontari della protezione civile. Non ci sono più i “sergentìń” e le “bandiòire” ufficiali sono rimaste in due (nel 2014 Francesca Bergeretti e Arianna Vacchieri). Siccome portare la “bandìri” sollevata per una decina di chilometri è molto impegnativo, sono aiutate dagli altri partecipanti, nei tratti meno ufficiali. Anche i priori, che le seguono da vicino possono aiutare. Il parroco (dietro Teresio Mollar si intravede la tonaca bianca di Don Vladimiro, che è voltato) cammina tra i fedeli, non più divisi per sesso e vestiti e calzati con abiti e scarpe comode, adatte alla lunga camminata.

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