Il rio Supita e la “Barmȃ” degli appestati

Il vallone del rio Supita, tra Giaglione e Venaus è una zona sfortunata, qualcuno direbbe maledetta: valanghe, alluvioni, incendi e in un passato più lontano anche appestati. Venerdì 12 marzo un forte incendio, alimentato dal vento di foehn, ha mobilitato I vigili del fuoco di Susa e le squadre di volontari intervenute dai paesi vicini (Giaglione, Venaus, Mompantero, Novalesa, Gravere  e Susa) che hanno faticato non poco a spegnere l’incendio, perché si tratta di un luogo impervio e appartato. Proprio per questo era usato in passato come una specie di lazzaretto dove confinare gli appestati, che trovavano riparo sotto la Barmȃ Côntagiôn, dal nome tristemente evocativo. Ettore Caffo, socio Effepi e della Pro Loco di Venaus, ci ripropone questa memoria storica e l’iniziativa della Pro Loco di alcuni anni fa per farla conoscere anche ai giovani, come ricordo di un’epoca lontana che non sarebbe tornata e invece…

“La Barmȃ Côntagiôn è una specie di grotta che si trova in una località molto appartata a circa 1000 mt di altitudine nel vallone di Supita (Cômba dë Sëpita), per raggiungerla occorre camminare circa un’ora dalla borgata Costa . Il vallone di Supita a sua volta ha un piccolo valloncello (cômbal) non più largo di 20 metri. La memoria orale dei nostri avi riferiva che nei momenti di pestilenza, per evitare il contagio il cibo veniva sporto su una lunga pertica (parzë) (si dà il caso che fossero più pertiche unite) dal lato del valloncello opposto alla grotta. La grotta è scavata nel tufo (Tôouâ)

Alla camminata organizzata dalla Pro Loco di Venaus nel 1998 avevano aderito molti giovani attratti dalla curiosità poiché volevano vedere qualcosa di concreto in riferimento a ciò che stavano studiando o avevano studiato sui “Promessi Sposi”. Alcuni anziani commentavano: ”pôri ghiastrô nohri viëgl d’ün tèn” (poveri disgraziati i nostri antenati). E il commento di tutti era: “come sono lontani quei tempi, queste malattie (la peste) appartengono al tempo passato ora si vive nel pulito e vi sono medicine che impediscono tali eventi”! Una riflessione condivisibile, ma tragicamente smentita dagli avvenimenti che stiamo subendo”.

Fotografie di Paolo Arbrun, scattate durante l’incendio del 2012, la serie completa sulla sua pagina Facebook

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