I Giorni della Merla – un groviglio di leggende

Tradizionalmente gli ultimi tre giorni di gennaio sono i giorni della merla, considerati i più freddi dell’anno e anche giorni di “marca”, cioè utili per le previsioni del tempo. Se in questi tre giorni le temperature sono miti significa che l’inverno durerà ancora a lungo. Se invece farà davvero freddo, allora l’inverno sta per finire e la primavera non tarderà ad arrivare. Insomma una previsione al contrario. Le contraddizioni sui giorni della merla non mancano. C’è anche chi li individua come gli ultimi due di gennaio e il primo di febbraio. Ma dove la fantasia si è scatenata è sull’origine del nome, un groviglio di leggende accomunate solo dai merli e dal freddo.

“I giorni della Merla” in significazione di giorni freddissimi. L’origine del quel dettato dicon esser questo: dovendosi far passare oltre Po un Cannone di prima portata, nomato la Merla, s’aspettò l’occasione di questi giorni: ne’ quali, essendo il Fiume tutto gelato, poté quella macchina esser tratta sopra di quello, che sostenendola diè il comodo di farla giugnere all’altra riva. Altri altrimenti contano: esservi stato, cioè un tempo fa, una Nobile Signora di Caravaggio, nominata de Merli, la quale dovendo traghettare il Po per andare a Marito, non lo poté fare se non in questi giorni, ne’ quali passò sopra il fiume gelato.  Sebastiano Pauli. Modi di dire toscani ricercati nella loro origine. p. 341 Venezia, appresso Simone Occhi MDCCXL (1740).

Una merla e i suoi piccoli, a quel tempo di piumaggio nero come i maschi, alla fine di gennaio per il gran freddo cercarono rifugio in un comignolo, da cui uscirono solo dopo tre giorni. Quando si allontanarono, però, non erano più neri: erano diventati grigi per via della cenere. Questo a giustificare, dunque, la differente colorazione delle piume tra esemplari femmine dal piumaggio bruno, e maschi, che hanno il piumaggio nero.

Un tempo il mese di gennaio durava solo 28 giorni e perseguitava una povera merla. Si divertiva, infatti, a farle patire il freddo quando abbandonava il nido in cerca di cibo. Stanca della fastidiosa situazione, ci fu un anno in cui la merla decise di fare scorta di provviste, per non lasciare il nido per tutto il mese. L’ultimo giorno del mese, la merla, pensando di aver ingannato il cattivo gennaio, uscì dal nascondiglio e si mise a cantare per sbeffeggiarlo, ma fece esplodere l’ira di gennaio che chiese in prestito tre giorni a febbraio e li usò per scatenare neve e gelo.  la merla trovò rifugio in un comignolo, dove rimase per tre giorni. Alla fine della tempesta le sue piume erano ormai tutte grigie.

Altre leggende partono da merli che in origine avrebbero avuto la livrea bianca, ma rifugiandosi in un camino per sottrarsi al gelido gennaio ne sarebbero usciti, dopo i fatidici tre giorni, neri di fuliggine. Scegliete voi quella più divertente o quella in cui credere. L’importante è che non crediate che il becco giallo del merlo abbia a che fare con l’oro della Merlera. Che nel 1927 conquistò titoloni sui giornali, mobilitò uomini e capitali e finì nelle aule dei tribunali con forti sospetti di truffa. Restano 360 metri di 14 gallerie scavate nella roccia.

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