Giocando con San Valentino

Chi ha letto l’articolo sulla levatrice Virginia avrà capito che nel mondo antico dei montanari, stretto tra fatica e indigenza, non c’era molto spazio per l’amore romantico e le coccole. Questo nel tran tran familiare, per i giovani era diverso. Nelle poche occasioni permesse: la Messa, le feste comandate, le “vià”, si davano da fare, a volte sfidando le rivalità di borgata e anche … le “màsche”.  Che l’amore avesse il suo peso anche in una realtà rustica lo dimostra questo aneddoto, che ho voluto accompagnare ad un rebus, facile facile … per i patoisants.

La Lińa, la mamma di Eture e Bégne, abitava vicino a casa mia a Sangonetto. Ogni tanto la sera veniva a trovarci e guardava la televisione con noi. Quando c’era un film romantico e gli attori si baciavano appassionatamente esclamava sempre “TOMA!”. Io ero bambino e non capivo, poi mi hanno spiegato che era la conclusione di un aneddoto di cui non ricordo i particolari, ma l’essenza del messaggio. A un signore che dava poco peso all’amore avrebbero detto:

Soluzione del rebus, ma ‘d toma”.

Come a dire che l’amore non è l’accompagnamento insipido, quasi rituale che era un tempo quasi immancabile sulle mense dei poveri montanari, ma è il companatico, che dà gusto al cibo, la parte più saporita del pasto … e della vita.

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