“Gheitè lu Lù” – Occhio al lupo!

Federico Dovis è riuscito a fotografare una lupa in Alta Val Sangone. L’articolo di Alberto Tessa su “La Valsusa” era abbastanza ricco di particolari, ma non rispondeva a due domande che mi sono posto e che gli ho puntualmente girato:

“Ti conoscevo come esperto pilota di droni, non come fotografo naturalista. Come hai saputo dove appostarti?”

“Ho sempre avuto la passione per la montagna e la natura e da ottobre frequento un corso per guide di montagna. A Natale mi sono regalato una nuova macchina fotografica, la Canon Eos 90 D e un potente teleobiettivo e ho cominciato a fare escursioni per provarla. Degli amici mi avevano segnalato tracce di lupi e, per mettere in pratica la teoria studiata sui libri, ho deciso di recarmi sul posto per mettermi alla prova. Ho trovato in effetti delle tracce e ho deciso di tornare attrezzato per un appostamento. Non avevo fatto i conti con una nevicata abbondante caduta nel frattempo e mi sono trovato a pestare con fatica tanta neve per portarmi in zona. In compenso scavare la buca è stato più facile. Per parecchio tempo poco si è mosso, ho visto un picchio nero e una ghiandaia ma troppo distanti. Poi l’emozione di due orecchie che spuntavano dal bianco della neve e una raffica di scatti per immortalare una lupa che è poi rapidamente sparita. Rimane la soddisfazione di aver scattato una delle prime foto di un lupo in valle.”

La seconda domanda è di prammatica: “Ma non avevi paura?”

“Sono convinto che il lupo sia uno degli animali più selvatici, schivi e diffidenti che ci siano. Non me lo vedo ad aggredire l’uomo. Però ti confesso che quando ho capito di aver davanti un lupo, seppure ad un centinaio di metri di distanza, mi si sono rizzati i peli. Non tanto per l’effetto di tante storie che si raccontavano sulla fame e l’aggressività del lupo, quanto per l’adrenalina di avere di fronte un animale difficilissimo da incontrare. Passato il brivido, sono rimasto ancora alcune ore acquattato nella neve sperando che arrivassero altri esemplari, ma inutilmente. La lupa non si è girata verso l’obiettivo, si è allontanata tranquilla, ma ho la sensazione che mi abbia fiutato”.

“In effetti non eri spaventato se hai individuato subito il sesso dell’animale”

“No, io ero convinto di aver fotografato un lupo, ma quando il mio amico veterinario, il dottor Peano, ha visto le foto l’ha subito identificata come femmina. Ma questo poco importa, è stata una grande soddisfazione che mi spinge a proseguire nella mia passione per la fotografia e la montagna”.

Il geometra Federico Dovis, dello Studio Tecnico Dovis di Giaveno, è anche un pilota di droni patentato.

“Gheitè lu Lù”

L’espressione del patuà francoprovenzale di Coazze non è traducibile letteralmente, ha all’incirca il significato di appostarsi per sorprendere o catturare il lupo. Il verbo “gheitè” si ricollega più al francese “guetter”  (Le chat guette la souris)  che all’italiano “guatare”. Usato già da Dante nel senso di guardare con attenzione, oggi suona arcaico e significa guardare con intenzione, con una nota di minaccia. Il termine deriva dal germanico wahten, che ha dato il tedesco  Wacht (guardia).

Un’altra curiosità linguistica: in coazzese non esiste il femminile di lupo e anche se articolo e nome si scrivono allo stesso modo  “lu lù”, la u del sostantivo si pronuncia con forte intensità, per cui anche se si trova in un monosillabo è opportuno accentarla per segnalare la diversa forza con cui si pronunciano le due u.

La migliore delle foto scattate da Federico Dovis durante l’avvistamento della lupa in Alta Val Sangone, il 5 gennaio 2021.
Questa foto documenta un altro appostamento per fotografare camosci, a fine gennaio. Questa volta le ore di attesa sono state infruttuose.

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