FRATEL CARLO E GIAVENO TV: UNO SLALOM PARALLELO

Fratel Carlo, al secolo Eugenio Mario Quartero, nato a questo mondo a Lu (Alessandria) il 3 ottobre 1937, nato al Cielo a Giaveno il 22 febbraio 2007.

Quattordici anni fa una folla mai vista aveva accompagnato Fratel Carlo dal “suo” Pacchiotti alla Parrocchiale e poi al cimitero di Giaveno, dove aveva scelto di essere sepolto. Nato a Lu nel 1937, un male incurabile aveva stroncato in pochi mesi la sua grinta alla soglia dei settant’anni. Ma quella di Fratel Carlo è stata una vita lunghissima. Perché dormiva poche ore per notte, promuoveva e seguiva innumerevoli attività accontentandosi di brevi pisolini ristoratori, perché in classe, sulle piste dell’atletica e dello sci, sui sentieri e sulle montagne ha seminato quanto altri ben più longevi non si sono neppur sognati di fare e perché i frutti del suo entusiasmo e del suo insegnamento continuano a germogliare. Appassionato sportivo, ha promosso lo sci club, ha supportato con Fratel Mario la società di atletica “La Salle”, ha fondato e guidato in seno al CAI il gruppo degli “Amici della montagna”.    Le montagne non danno confidenza, ma per Fratel Carlo avranno fatto un’eccezione, impossibile non essergli amico, troppo generoso, troppo entusiasta, troppo contagioso il suo carattere, troppo travolgenti  la sua grinta e il suo ottimismo. Il suo “ahuu, ahuu” vi riecheggia ancora.

Fratel Carlo – animo e grinta, AA.VV., numero unico curato e realizzato dagli ex allievi con il contributo del rag. Giovanni Giovale, 2008

Nel volume dedicatogli nell’anniversario della scomparsa i suoi ex allievi e i suoi amici ne modellano la figura da cento angolature diverse, fanno emergere il professore, l’educatore, il religioso, lo psicologo, il trascinatore, il fratello maggiore, il galantuomo, lo sportivo, l’allenatore, il divulgatore, il goliardo, l’alpinista. Ma in ognuno di questi ruoli diversi Fratel Carlo rimane uguale, una persona cordiale con cui stare volentieri, un amico generoso su cui poter sempre contare. Un grande che non ti faceva mai sentire piccolo.

Cartello che faceva da sigla alla rubrica LO SPORT, condotta settimanalmente da Fratel Carlo su Giaveno TV, dal 15 dicembre 1983 al 15 gennaio 2007.

Febbraio 1983, sulle nevi dell’Aquila l’incontro fatale. Roberto Pallard filma per Tele Bergé e Antonella Grossi si divide tra il fare e il commentare le gare di sci. Le ha organizzate lo Sci Club “La Salle” di Giaveno fondato anni prima da Fratel Carlo, instancabile animatore sportivo, che segue anche il gruppo dell’atletica. Quando in ottobre parte Giaveno TV viene naturale pensare a lui come conduttore di una rubrica sportiva. Le forze si uniscono e inizia un percorso parallelo che solo il destino avverso poteva spezzare. “Lo sport” esordisce giovedì 15 dicembre, poi si sposta al lunedì e diventa un incontro fisso che durerà quanto il suo conduttore. L’ultimo appuntamento con i suoi spettatori Fratel Carlo lo onora il 15 gennaio del 2007, il giorno dopo entrerà in ospedale per il suo breve ultimo calvario.

“Arrivava in studio neanche mezz’ora prima di andare in onda – racconta Antonella – una barzelletta e poi si ritirava nella stanza davanti alla scrivania dove lo aspettavano fogli, foglietti e bigliettini recapitati dalle varie associazioni sportive. Con pazienza, li decifrava e li metteva in ordine. All’inizio erano soprattutto notizie di sci ed atletica, raccolte direttamente, poi man mano le associazioni degli altri sport si sono aggiunte per l’opportunità di divulgare le loro attività.  Quando si accendeva la telecamera e comunicava le notizie, trovava sempre una parola di incoraggiamento se le cose erano andate male e colorava col suo entusiasmo ogni vittoria, specie se ottenuta dai più giovani. Il “La Salle” ha forgiato alcuni campioni di livello nazionale, ma credo che la passione con cui parlava di sport e lealtà sportiva abbia contagiato tanti ragazzi e che questo gli desse la vera soddisfazione.”

Dall’archivio di Giaveno TV, che si è arrestata impietrita davanti alla scomparsa di un amico, sempre al suo fianco nel lungo cammino:

Articolo tratto da Luna Nuova del 27 febbraio 2007

Don Luciano Allais: “Se il fondatore, San Giovanni Battista della Salle aveva voluto che i suoi religiosi non fossero chiamati maestri, e tanto meno professori, ma semplicemente fratelli, lui lo era veramente, fino in fondo, sempre”.

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