”Chi era il barone Pierre De Coubertin?” Facile, l’inventore dei Giochi olimpici moderni, la cui 32° edizione si è aperta venerdì 23 luglio a Tokyo, all’ombra del Covid.
“Chi era Eugenio Brunetta d’Usseaux?” Pochi lo sanno, eppure questo nobile piemontese era il braccio destro del barone e fu il tenace promotore dei giochi olimpici invernali.
Nato a Vercelli nel 1857, ma i Brunetta erano originari di Pinerolo e divennero conti di Usseaux nel Settecento, Eugenio era ricco di famiglia. Possedeva il castello di Mazzè nel Canavese e sposò una latifondista russa, Caterina Petrovna di Zeyffart,da cui ebbe quattro figli. Sportivo, praticava il canottaggio e l’equitazione, viveva tra Torino e Parigi, dove conobbe De Coubertin. Condivise il suo sogno di reinventare le Olimpiadi, divenne il suo braccio destro e dal 1908 fino alla morte, nel 1919, fu segretario del CIO, Comitato Olimpico Internazionale. Come tale si adoperò, tra l’altro, per fare ospitare a Roma la IV edizione dei giochi, poi disputatasi a Londra a causa del mancato appoggio del governo italiano, impossibilitato a finanziare l’evento per la crisi economica che in quel momento stava attraversando il paese. Fu comunque tra i principali organizzatori delle Olimpiadi di Londra e con la sua macchina accompagnò Dorando Pietri, nella ricognizione pre-gara del tracciato di maratona. D’Usseaux era molto attento anche allo sport invernale, che in Italia aveva celebrato nelle valli torinesi, all’alba del secolo, i primi riti dello sci alpino, ed è fortemente probabile che De Coubertin abbia sentito parlare per la prima volta da lui di gare sulla neve con gli sci. Da segretario del CIO provò a lanciare nel programma olimpico gli sport invernali e nel 1912 suggerì anche di fare disputare le discipline collegate al ghiaccio ed alla neve in una settimana ad esse dedicate, ma tale idea fu rifiutata dagli organizzatori dei giochi della V Olimpiade, che era stata assegnata a Stoccolma; non si dette per vinto e convinse gli organizzatori tedeschi delle Olimpiadi del 1916, che avrebbero dovuto svolgersi a Berlino, ma a causa della grande guerra l’appuntamento coi giochi invernali fu ancora una volta rimandato.
Nel 1908 e nel 1912 coinvolse un suo amico, anche lui nobile piemontese, il conte Carlo Compans di Brichanteau, nella creazione di un comitato ad hoc per la spedizione italiana alle Olimpiadi rispettivamente di Londra e Stoccolma, e nel 1914 benedisse come CIO la nascita ufficiale del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, primo presidente Carlo Montù, sempre conte, sempre piemontese. Instancabile, premeva, suggeriva, inventava, delegava; soprattutto durante la Grande Guerra, quando De Coubertin era arruolato e si trovò a gestire in prima persona il CIO.
La Rivoluzione russa del 1917 lo privò delle rendite dei terreni della moglie, che era morta nel 1897. Gli ultimi due anni di Eugenio Brunetta d’Usseaux furono abbastanza tribolati, morì nel 1919 a Nizza in circostanze poco chiare, ricordato da pochi e certamente non ricco. La tomba di famiglia a Pinerolo ospita solo la moglie, le sue spoglie giacciono ignote. Almeno ad Usseaux gli hanno intitolato il locale “Punto Museo dei protagonisti e degli eroi”.