Emilio Ostorero: il leone sull’Aquila

Ha fatto scalpore la notizia che “Miliu” Ostorero, il “Leone di Avigliana”, campione di motocross, ci ha lasciati. Anche recentemente quando mi capita di dover, come si suol dire, “declinare le generalità” e pronuncio il cognome Ostorero, qualcuno mi domanda se sono parente con Emilio, il campione di motocross. Una popolarità che persiste, anche se le sue inarrivabili imprese (il suo record di 16 titoli italiani di motocross è tuttora imbattuto) risalgono ormai a cinquant’anni fa. Una popolarità meritata come pilota, ma anche come persona. Dopo le imprese sulla moto, dodici anni come commissario unico della nazionale e il resto della vita speso in favore dello sport, sempre disponibile a insegnare ed aiutare. Un gruppo di fans sempre attivo su Facebook propone foto, ricordi, manifestazioni.

Sulla pagina Facebook dei fan di Emilio Ostorero interessanti fotografie e filmati.

Tante le sue imprese sui campi da cross di tutta Italia e soprattutto su quelli più vicini, dell’America dei boschi a Bra, a Lombardore e naturalmente ad Avigliana, la città a cui è stato profondamente legato.

Bra, campo di motocross dell’America dei boschi.

Nato sul Lago Grande 88 anni fa, coi motori nel sangue, vi ha praticamente sempre vissuto, allontanandosi solo per le sue gare e imprese sportive.

Emilio Ostorero in azione, foto tratta dalla pagina FB del suo Fan Club.

Tanti i successi sulle piste da cross, ma qui voglio ricordare una sua impresa diversa, la vittoria nella moto scalata al Monte Aquila di Giaveno. Gara vinta due anni di seguito, mettendoci pochi minuti per salire dall’Alpe Colombino al Pian delle Lese.

Biografia su Wikipedia

Emilio “Miliu” Ostorero

(Avigliana, 23 novembre 1934 – Torino, 21 luglio 2023)

Figlio di un barcaiolo del Lago Grande di Avigliana, Ostorero debutta nel motocross nel 1952, su una Alpino 175 affidatagli dal concessionario torinese della Casa di Stradella, presso cui lavorava come meccanico. Nel 1956 passò alla FB Mondial, conquistando quell’anno il titolo italiano della 250. Il torinese restò alla corte dei fratelli Boselli anche la stagione seguente, vincendo i titoli di 250 e 500. Passato alla MI-VAL nel 1958, Ostorero vinse il titolo della 500 nel ’58 e della 250 nel ’59, prima di accasarsi alla Bianchi nel 1960. Con le moto della Casa milanese vinse un titolo italiano (250 nel ’60) e la gara di Campionato Europeo 250 disputatasi nella natia Avigliana il 5 giugno 1960, battendo campioni come Torsten Hallman e Jeff Smith. Nel 1962 Ostorero acquistò una Husqvarna 500. Con la moto svedese il pilota torinese vinse quattro titoli italiani consecutivi della mezzo litro, oltre a tre titoli (dal 1964 al 1966) in 250. Nel 1966 Ostorero vinse l’ennesimo titolo italiano della 500 in sella ad una BSA. Nel 1970 ritornò alla vittoria, ottenendo una doppietta con Bultaco (250) e Husqvarna (500). Dopo aver sfiorato il titolo 1971 della 500, perdendolo all’ultima gara per la rottura di un ammortizzatore, Ostorero corse sino al 1976. Nel 1984, a cinquanta anni, partecipò al Rally dei Faraoni su una Honda, finendo al sesto posto assoluto. Dopo il ritiro, Ostorero fu per dodici anni commissario unico della nazionale di motocross. Nel 1971 fu insignito del titolo di cavaliere, cui fece seguito, nel 1984, quello di commendatore. A gennaio la rivista Motosprint lo aveva insignito del Casco d’oro alla carriera. Scheda completa su Wikipedia.

Emilio Ostorero tra il 1956 e il 1970 è stato il crossista italiano più rappresentativo. Il primo a riuscire nell’impresa di vincere un GP internazionale nel 1960. Specialista completo, perfettamente a proprio agio alla guida delle 250 come delle indomabili 500 di quegli anni, Ostorero ha vinto con tutte le moto di quell’epoca, dalle italiana Mi-Val e Bianchi alle spagnole Bultaco e Ossa, passando per l’inglese Bsa, la cecoslovacca Cz e la svedese Husqvarna.

Nonostante la giornata grigia, a tratti nebbiosa, alcune migliaia di persone erano ieri assiepate lungo la mulattiera che dal piazzale dell’Alpe Colombino conduce al Pian delle Lese per assistere alla seconda edizione della motoscalata del Monte Aquila. Vincitore dell’interessante manifestazione è stato anche questa volta il campione italiano di motocross Emilio Ostorero alla guida di una moto da 500 ce. Benché si trattasse di una gara a cronometro, è stato senza dubbio uno spettacolo d’emozione vedere le moto (persino quelle da turismo) arrampicarsi lungo il pietroso sentiero a velocità sostenuta. La gara, organizzata dal Moto Club Giaveno con la collaborazione delle seggiovie dell’Aquila, ha visto alla partenza circa quaranta concorrenti divisi in tre categorie. Tutti i piloti hanno dovuto impegnarsi a fondo lungo i tre chilometri e mezzo del difficile percorso che dai 1300 metri del piazzale della funivia porta a quota 1900 del Monte Aquila. La seconda motoscalata è stata ancora più ardua della precedente, anche se i partecipanti conoscevano ormai meglio le difficoltà della prova, com’è dimostrato dai tempi fatti registrare, nettamente inferiori a quelli dell’anno scorso. Lo stesso Ostorero ieri ha fatto segnare il tempo di 5’19” contro i 4’24” della prima edizione. Ciò si spiega con le peggiorate condizioni del percorso a causa delle abbondanti piogge che, in certi punti, hanno scavato dei profondi solchi trascinando sul sentiero molte pietre. Del resto l’interesse della competizione sta proprio nelle difficoltà naturali e non nella velocità pura, che mettono in evidenza l’abilità dei piloti e la resistenza delle macchine. Oltre ai concorrenti della categoria cross, senza dubbio avvantaggiati dalle particolari caratteristiche e dalla potenza delle loro macchina, si sono messi in vista anche i piloti con le moto da turismo. Giancarlo Colombani, infatti, ha ripetuto il successo ottenuto l’anno scorso nella classe sino a 125 ce, compiendo il percorso con una Guzzi 125 in 7’21″6 e classificandosi al nono posto nella graduatoria generale. Colombani otteneva pure il miglior tempo delle moto di serie, battendo anche piloti delle classi superiori. Il primo posto della classe oltre 125 ce. invece era appannaggio di Giuseppe Gatti in sella alla Guzzi Lodola da 250 ce. con 7’42″3, seguito da Bosio su Beta in 8’21”. Una impresa d’eccezione è quella di Guido Valenzano, il primo pilota che abbia raggiunto il Pian delle Lese con una minuscola Itom da 48 ce, precedendo tre concorrenti su moto da 125 ce. Si sono particolarmente distinti il giovane Gianfranco Morero e Bruno Ostorero che hanno ottenuto rispettivamente il secondo e il terzo posto in sella alle Greeves 250 da cross, precedendo Cavallero il quale disponeva di una Husqvarna da 500 ce. Naturalmente hanno avuto la meglio quelli che conoscono bene le difficoltà del tracciato ed hanno saputo adottare i rapporti più adatti. E’ stato dimostrato che in gare di questo genere oltre che disporre di un mezzo meccanico potente è molto importante non commettere il minimo errore. Se ne sono resi conto anche piloti di indiscussa capacità ed esperienza come Bianco e Soletti, i quali hanno dovuto accontentarsi del sesto e settimo posto facendosi precedere dal giovane cadetto Giuseppe Nota. Ad ogni modo è stata una bella manifestazione, svoltasi con la massima regolarità e con un pubblico disciplinato. Merita anche sottolineare la semplice e precisa organizzazione con la collaborazione dell’U.P.M. di Torino oltre al perfetto servizio di cronometraggio curato con diligenza e rapidità dai signori Bruno e Annibale Gandini. (Domenico Allegretti)

Rassegna stampa, tratta da Stampa Sera, anni ’50-’70

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