Il Giro d’Italia si è chiuso davanti alle guglie e ai pinnacoli del Duomo di Milano, ma con tanto Piemonte. Il vincitore finale Egan Bernal è colombiano, ma profondamente radicato nel Canavese, essendo cittadino onorario di San Colombano Belmonte e Cuorgnè. Filippo Ganna, originario del Verbano, ha vinto la tappa finale a cronometro, mentre Fabio Felline era assente per … paternità. Se la foratura non ha impedito a Ganna di vincere, nella stessa tappa le ammiraglie invadenti hanno tolto al cuneese Matteo Sobrero secondi preziosi e un prestigioso podio. Bilancio positivo al Giro per i due corridori della nostra zona. Umberto Marengo, nato a Giaveno ed esordiente al Giro, si è messo in mostra fin dalla prima tappa, andando in fuga e ripetendosi spesso nei giorni successivi. Ha accumulato 648 km in fuga, piazzandosi al secondo posto dietro allo svizzero Simon Pellaud (695 km) nella speciale classifica dei “fuggitivi” e quarto nella classifica della “combattività”. Jacopo Mosca, di Osasco, è forse quello che ha meno deluso nella TreK Segafredo, la squadra di Nibali e Ciccone, bersagliata dalla sfortuna e dalle cadute che hanno ben presto estromesso i due capitani dalla lotta per le prime posizioni. Buon discesista Jacopo si è messo in mostra in alcune fughe e ha concluso la sua fatica al 52° posto con un onorevole piazzamento di metà classifica.
La Androni Giocattoli – Sidermec, l’unica squadra piemontese al Giro, ha come al solito puntato sui giovani e ha vinto la classifica delle fughe con Pellaud. Ma la soddisfazione più grande al team manager Gianni Savio è venuta dalla figlia Nicoletta, moglie di Felline, che gli ha dato un bel nipotino proprio il giorno di chiusura del Giro.