Umberto di Savoia proclamò il 25 aprile festa nazionale della liberazione

Il 25 aprile è la data che per convenzione e decreto segna la liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista.  La data fa riferimento  al giorno in cui il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) da Milano proclamò l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, indicando a tutte le forze partigiane attive nel Nord Italia facenti parte del Corpo Volontari della Libertà di attaccare i presidi fascisti e tedeschi imponendo la resa, giorni prima dell’arrivo delle truppe alleate. Era importante per l’orgoglio nazionale e per le trattative di pace contribuire in modo tangibile alla vittoria finale. Scontri armati, morti, rappresaglie proseguirono anche nei giorni successivi. Ad esempio Torino venne liberata il 27 aprile e alcuni partigiani valsangonesi perirono nello scontro nei pressi della chiesa di Santa Rita.

Istintivamente associamo il 25 aprile all’Italia repubblicana, ma il decreto che proclamava il 25 aprile 1946 festa nazionale, proposto dal presidente del Consiglio Alcide De Gasperi, fu ancora firmato da  Umberto di Savoia, allora principe luogotenente del Regno d’Italia. Una carica di compromesso al servizio della tregua istituzionale. Nel ventaglio di forze politiche e partigiane impegnate contro i nazifascisti si andava dall’estrema sinistra ai filo monarchici e proprio per evitare di frammentare e indebolire il fronte antifascista si decise di rimandare la scelta tra monarchia e repubblica a dopo la vittoria finale. Vittorio Emanuele III, per molti troppo compromesso col regime fascista, il 5 giugno 1944, a Roma liberata, affidò quindi la gestione del Regno al figlio, senza lasciare il trono. Sceglierà l’abdicazione solo poco prima del referendum istituzionale del 2 giugno 1946, sperando inutilmente di salvare la monarchia. Umberto II diventerà quindi “il re di maggio”, sul trono solo dal 9 maggio al 2 giugno.

Umberto di Savoia, principe e luogotenente del Regno d’Italia, il 22 aprile 1946 emanò un decreto legislativo luogotenenziale contenente “Disposizioni in materia di ricorrenze festive”, che recitava: «A celebrazione della totale liberazione del territorio italiano, il 25 aprile 1946 è dichiarato festa nazionale.»

La legge della Repubblica Italiana che istituzionalizzerà il 25 aprile come festa nazionale arriverà solo il 27 maggio 1949.

La festa della liberazione

La vera festa della liberazione di Torino si tenne il 6 maggio 1945, le formazioni partigiane sfilarono per Via Roma e in Piazza Vittorio Veneto in una marea di folla, che finalmente dopo tante illusioni, drammatiche quelle del 25 luglio (caduta del fascismo) e dell’8 settembre 1943 (Armistizio), poteva finalmente festeggiare la pace.

Giulio Nicoletta, seguito dal fratello Franco, sfila in Via Roma a Torino il 6 maggio 1945 alla testa dei partigiani della 43a Divisione Autonoma “Sergio De Vitis”, che operò in Val Sangone
Foto ricordo dei partigiani di Coazze ai piedi del Monumento ai Caduti. Le vittime coazzesi della Seconda Guerra Mondiale sono ricordate in due lapidi affisse sull’ex municipio, in Viale Italia. 8 di loro non sono tornate dai campi di internamento in Germania, 13 sono i civili e i partigiani uccisi durante la Resistenza.

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