L’ultimo miracolo di Sant’Eldrado

L’ultimo miracolo di Sant’Eldrado non è stato quello di salvaguardare la processione che da secoli caratterizza la sua festa, la domenica dopo il 13 marzo. Quest’anno come nei due anni precedenti la processione dell’urna d’argento non si potrà fare. Ma resta la popolarità di questo santo, abate dell’Abbazia dei Santi Pietro e Andrea nel IX secolo e compatrono, con Santo Stefano, di Novalesa. La sua vita e i suoi miracoli sono splendidamente illustrati nella cappella a lui intitolata, eretta nel recinto dell’Abbazia. Un anonimo pittore ha coperto le pareti con tocco bizantineggiante, dividendole equamente tra Sant’Eldrado e San Nicola, una cui reliquia era in transito in quel periodo.

Battistina Provenzale, storica socia dell’EFFEPI (Associazione di studi e ricerche francoprovenzali) e solerte testimone delle tradizioni e del patuà di Novalesa, rievoca un episodio che ritiene miracoloso.

Nel marzo del 1944, nonostante la guerra, si tenne la processione annuale a cui partecipava praticamente tutto il paese. A un tratto si intravidero dei reparti tedeschi che scendevano dal Molaretto per compiere uno dei ricorrenti rastrellamenti in cerca di partigiani e renitenti alla leva della Repubblica di Salò. Il corteo accelerò per entrare nella zona boschiva vicino al torrente e quando ne uscì solo donne, vecchi e bambini accompagnavano l’urna del Santo. Tutti gli altri erano spariti nel bosco nei soliti nascondigli.

Battistina Provenzale

Secondo Battistina e i suoi compaesani molti di loro sarebbero stati sorpresi in casa e arrestati o deportati e quindi Eldrado ancora una volta aveva fatto del bene ai novalicensi. Che sicuramente avevano e hanno con lui un rapporto forte. Lo testimonia la preghiera che gli hanno dedicato. Uno dei pochi casi di preghiera in patuà, quindi non opera di chierici o notabili locali ma del popolo, che quando ancora si poteva si incolonnava paziente per poter baciare la reliquia dell’antico abate davanti alla sua cappella e si aspetta effetti benefici, soprattutto per gli occhi, dalla fontana che vi sgorga vicina. Il Santo col suo bastone di pellegrino aveva fatto sgorgare olio dalla roccia, per supplire a una grave carestia, ma i monaci pensarono di vendere l’olio che abbondava e la fontana divenne una normale fornitrice di acqua.

La storia del 1944 e la preghiera in patuà potete ascoltarle direttamente da Battistina Provenzale in questo video, che assembla anche foto e filmati d’epoca sulla processione di Sant’Eldrado.

In quest’altro video Battistina racconta della paura che si aveva un tempo delle anime del Purgatorio, che tornavano per sollecitare preghiere e intercessioni.

Statua lignea di Sant’Eldrado, secolo XV e iconografia tradizionale del Santo

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