Italia 1861-2021: più sani, più alti

L’Italia ha superato i 160 anni il 17 marzo e nel frattempo gli italiani si sono allungati di 13 centimetri.

La statura media maschile, grazie alle visite di leva, è un dato abbastanza preciso e disponibile con continuità. Era di 162 centimetri nel 1861 e oggi supera i 175. È stata una crescita costante.

Da Paese mediterraneo di contadini e pastori alti poco più di 160 cm a fine Ottocento, gli enormi cambiamenti di alimentazione e nel campo della salute, hanno prodotto un aumento generalizzato della statura.

Illustrazione tratta da FOCUS STORIA, mette in relazione l’incremento di statura con una dieta molto più abbondante e calorica, caratterizzata da un maggior apporto di proteine di origine animale.

Certamente, non solo in Italia, questo è avvenuto un po’ in tutto il mondo, ma nel nostro Paese in modo particolare, quindi oggi rispetto a 60-70 anni fa le classiche differenze di altezza tra la nostra popolazione e quella di Paesi nordici o americana sono molto meno visibili. Anzi negli Stati Uniti, forse per la forte immigrazione dal Messico e dal Sud America il trend si è invertito.

La tabella riporta l’incremento della statura media maschile dal 1825 (per l’Italia dal 1880) al 2013.

Speranza di vita e cause di morte

Ma il cambiamento sostanziale si è avuto sulla speranza di vita alla nascita: dai 33 anni del 1871 agli 83 attuali. Il mutamento è dovuto alle migliori condizioni igienico-sanitarie e alla sconfitta delle malattie infettive, che a inizio secolo uccidevano moltissimi bambini. Le infezioni sono state a poco a poco debellate grazie agli antibiotici (Alexander Fleming scoprì la penicillina nel 1928) e alle vaccinazioni obbligatorie, in particolare l’antivaiolosa (1888), l’antidifterica (1939) e l’antipolio (1966). Oggi i nostri killer sono invece le malattie cardiovascolari e i tumori, ma in età più avanzata.

La principale causa di morte nei primi anni dell’Italia unita, se si escludono gli incidenti, erano le malattie infettive e parassitarie, alle quali erano attribuibili quasi il 30% dei decessi, secondo i dati del 1881 (relativi soltanto ai capoluoghi di provincia). Venivano poi le malattie dell’apparato respiratorio, intorno al 15%, le malattie mentali, del sistema nervoso e organi dei sensi, che superavano il 10%, le malattie del sistema cardiocircolatorio, intorno al 5%.

La tabella evidenzia le cause di morte divise per categorie patologiche tra fine Ottocento e gli Anni Cinquanta del Novecento quando la tubercolosi è stata sostanzialmente sconfitta.

Negli anni a seguire le malattie infettive fanno sempre meno paura e la loro mortalità si va progressivamente riducendo, ad esclusione della terribile epidemia di spagnola del 1918. Anche le malattie “nervose” e quelle respiratorie riducono la loro incidenza sulla mortalità, mentre cresce sempre più il rischio per le malattie del sistema circolatorio: dapprima lentamente, poi, a partire dagli anni ’60, sempre più velocemente. Ogni 100mila abitanti si registravano 188 morti per malattie cardiovascolari nel 1931, 221 nel 1941, 244 nel 1951, 282 nel 1961, che salgono a 446 nel 1971, per arrivare ai dati attuali, che attribuiscono a queste patologie quasi la metà dei decessi.
Nel 1881 ai tumori si attribuiva il 2,6% dei decessi, ma il loro peso cresce negli anni seguenti fino a “incrociare”, alla metà degli anni ’40, la tendenza in calo delle morti per infezioni, avviandosi così a diventare il “male del secolo”. Ogni 100mila abitanti, si registravano 75 morti per tumori nel 1931, 93,7 nel 1941, 122 nel 1951, 154 nel 1961, 190 nel 1971 e 220 nel 1981. Una tendenza nuovamente invertita a partire dagli anni ’90, quando i progressi delle cure in campo oncologico, hanno ridotto i tassi di mortalità.

Questa tabella per lo stesso periodo sottolinea la vittoria sulle malattie infettive e parassitarie, che erano tra le maggiori cause della mortalità infantile, ma segnala anche una tendenza all’aumento dei tumori, che proseguirà decisa negli anni seguenti.

Cosa ne pensi?

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.