1861 – 2021: i nomi delle italiane e degli italiani sono cambiati

Come si chiamavano gli italiani quando si ritrovarono uniti? I nomi maschili più ricorrenti, dettati dalla tradizione religiosa, erano tre: Giuseppe, Giovanni (il più frequente in Europa dal Medioevo al XX secolo) e Antonio (il santo più amato dal popolo). Nel secondo Ottocento erano assai comuni anche Carlo, Luigi, Augusto, Cesare, Pietro, Enrico, Francesco, prevalentemente al Nord, mentre prevalevano al Sud Vincenzo, Pasquale, Raffaele, Salvatore, Angelo, Domenico, Gaetano. Con l’Unità d’Italia ebbero fortuna anche i nomi dei Savoia, Vittorio (Emanuele) e Umberto. E i nomi di moda di fine secolo e primi Novecento: Mario, Giulio, Alfredo, Renato, Guglielmo.

I nomi femminili seguono la moda.

In campo femminile Maria ha dominato dal Medioevo fino all’ultimo decennio del XX secolo, ma nelle città più popolose e nel Centro-Nord la moda ha imposto via via altri nomi. Nell’ultimo quarto dell’800 e nel primo terzo del ‘9O0 Emma, Elvira, Margherita, Teresa, Rosa, Giulia, Ines, Iole, Fernanda, Ada, Marcella e dopo il 1920 un grappolo di nomi in “ana” (Luciana, Rossana, Liliana, Silvana, Adriana, Giuliana). Negli anni ‘3O-40 hanno trionfato i nomi doppi, in particolare Anna Maria, Marisa e Maria Luisa; nel secondo dopoguerra Franca, Rita, Carla, Patrizia, Daniela, Paola, Stefania, Barbara, Cinzia, Marina, Simona, Emanuela, Monica. Sabrina, Silvia, Claudia, Alessandra. E poi dagli anni ‘80 Valentina, Federica, Marina, Giorgia, Alessia, Jessica, Chiara, Sara e, 1° assoluto in Italia negli ultimi 15 anni, Giulia, ora scalzato da Sofia e Aurora. Accanto ad alcuni sempreverdi, come Laura, Elena, Anna e Francesca.

Per quelli maschili un continuo ricambio

Nel Novecento si è avuto un continuo ricambio tra i primi della classe: mentre Giuseppe è rimasto (ancora oggi in alcune regioni) il numero 1, tra i bambini degli anni ‘20 e ’30 spiccarono Mario, Aldo, Alberto, Fernando, Marcello, Giorgio, Sergio, Franco. Negli anni ‘40 e ‘S0  Roberto, Bruno, Maurizio, Claudio, Paolo, Stefano, Massimo, Mauro e Maurizio, poi Marco e Andrea. Negli anni ‘60 e ‘70 Fabio, Fabrizio, Alessandro, Massimiliano, Gianluca e Luca. Dagli anni ‘50 a oggi, anche Daniele, Simone, Alessio, Valerio, Federico, Gabriele, Leonardo, Lorenzo, David, Cristian, Matteo e Mattia, nonché Francesco, primo nel XXI secolo.

I nomi più diffusi in Italia

Evoluzione dei nomi più diffusi in Italia. I dati del 1980 sono tratti da “Nomi e cultura” di Emidio de Felice, i dati del 2019 sono tratti dal sito
https://www.nomix.it/
“Nomi e cultura”, Emidio De Felice mette in relazione l’evoluzione della scelta dei nomi col contesto culturale.

Oggi, alla ricerca del “bel nome”

Un tempo la scelta del nome aveva motivazioni religiose e soprattutto familiari (il nonno, il padrino, lo zio), talvolta ideologiche: ma nomi come Garibaldi, Menotti, Oberdan, Bixio, Cafiero oppure Trieste, Trento, Libia, Derna, non raggiunsero mai alte frequenze e la legge del 1928 proibì l’uso di cognomi di toponimi come primi nomi. In generale nel Novecento, specie nel Centro-Nord, si è preferito il criterio dell’eufonia, del “bel  nome”, seguendo la moda e lasciandosi influenzare dai personaggi dello spettacolo, dello sport, della cronaca. Ma il concetto di bellezza onomastica è relativo e legato al tempo. Vari studi hanno dimostrato che un nome si considera bello quando lo si avverte come adatto a un bambino, ed è considerato adatto quando molti bambini lo portano. Fino a 25 anni fa, per esempio, Matteo, Filippo, Nicola, Emma, Matilde, Ludovica e decine di altri erano legati a bisnonni e prozie. Poi sono stati riscoperti e sono tornati tipici per i nuovi nati.

Nomi a diffusione prevalentemente regionale, sono in rapido regresso

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