Tasse, tasse eterni lai

I “tartassati” giavenesi del 1897

La primavera oltre alle rondini porta le varie certificazioni da usare per il pagamento delle tasse, sigle e numeri dei vari modelli da presentare cambiano o restano uguali, ma la sensazione è che, a dispetto di eventi straordinari come cataclismi e pandemie, il pagamento sia ineluttabile e crescente. Come ineluttabile è la tendenza, quasi ritenuta una legittima difesa, a dichiarare il meno possibile, se possibile.

Questo gioco delle parti, vecchio come il mondo, nell’Italia unita è stato scandito da poche riforme significative e molti aggiustamenti. Il neonato Regno d’Italia carico dei debiti delle guerre d’indipendenza e dei costi dell’unificazione si dette una prima legge tributaria nel 1864 istituendo l’imposta di ricchezza mobile, il primo prelievo sui redditi introdotto nel giovane Regno italiano.
La nuova legge ribaltò il presupposto di base dell’imposta personale e mobiliare, in vigore nel regno sabaudo, secondo cui il reddito imponibile di tutti i cittadini maggiorenni veniva presunto sulla base del valore di locazione della loro abitazione. L’imposta di ricchezza mobile, invece, si fondava sulla dichiarazione dei redditi che ogni contribuente doveva presentare nel proprio comune di residenza.
Si trattava, in particolare, della dichiarazione dei redditi di natura non fondiaria, dal momento che quelli derivanti da terreni e fabbricati erano assoggettati direttamente all’imposta fondiaria. L’aliquota della nuova imposta, fissata all’8%, incideva in modo proporzionale sul reddito dichiarato e non erano previsti scaglioni progressivi. Il contribuente dichiarava e lo Stato “accertava” e quindi stabiliva il reddito su cui tassare. Le cifre erano spesso distanti. A tal proposito è molto interessante un articolo comparso su L’Eco del Sangone del 1897, che si indignava contro l’agente delle tasse di Avigliana, che aveva “sorpassato i limiti del possibile e del credibile” nel definire i redditi dei contribuenti. A riprova di ciò pubblicava l’elenco dei contribuenti giavenesi più tassati. Valutazioni dettagliate sono impossibili avendo solo dei nomi e delle cifre, ma si deduce che il criterio è stato quello di aumentare almeno del 30% il reddito dichiarato, arrivando in qualche caso a raddoppiarlo e anche a triplicarlo. L’elenco ha per noi anche un interesse storico e sociale, dando un’idea delle principali attività artigianali e commerciali della Giaveno di fine Ottocento e anche delle persone che le svolgevano. Alcuni cognomi evocano attività “dinastiche”, ancora praticate dai discendenti.

Testata de “L’Eco del Sangone” del 2 ottobre 1897. Il settimanale costava 5 centesimi. Commenti agli articoli e i dati della tabella sottostante sono riportati in “Giaveno c’era una volta” a cura di Alfredo Gerardi, pubblicazione promossa dal Lions Club Giaveno Valsangone, Edinfolio, 1982.

Cronologia delle Principali riforme fiscali italiane

IMPOSTA DI RICCHEZZA MOBILE, legge n. 1830, entrata in vigore il 14 luglio 1864. Si fonda sulla dichiarazione dei redditi, non fondiari, che il contribuente deve presentare nel comune di residenza e prevede una tassazione, non progressiva, dell’8%.

IMPOSTA COMPLEMETARE SUL REDDITO, introdotta nel 1923 dal ministro De Stefani, unitamente all’imposta unica sugli scambi commerciali. Quest’ultima venne sostituita sempre durante il fascismo dall’IGE, Imposta Generale sulle Entrate, che rimase in vigore fino al 1972, quando la sostituì l’IVA, Imposta sul Valore Aggiunto.  

La Costituzione repubblicana, entrata in vigore il 1° gennaio 1948 dava, con l’articolo 53, un chiaro indirizzo all’attuale sistema fiscale, prescrivendo che “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.
La sua attuazione avvenne l’11 gennaio 1951 con la riforma radicale dell’ordinamento tributario.

Il ministro delle Finanze Ezio VANONI, promotore della legge che prese il suo nome, realizzò la riforma tributaria, introducendo un sistema di tassazione più moderno ed equo. Le principali innovazioni consistevano nell’introduzione della dichiarazione annuale dei redditi, che divenne obbligatoria per tutti i contribuenti, sia lavoratori dipendenti che autonomi, la riduzione delle aliquote e la progressività per classi, oltre all’imposta sulle società e le obbligazioni.

1974: una nuova riforma del sistema tributario viene attuata dal ministro Luigi PRETI, con decreti che istituiscono l’Irpef, l’Irpeg, l’Ilor, l’Invim e l’Iva (in vigore dal 1°gennaio 1973).

Tabella ricavata dai dati de “L’Eco del Sangone” n. 18 del 9 ottobre 1897

AttivitàContribuenteDichiarato LireAccertato Lire
CoramiTurina Giacomo8001.500
Industrie agricoleRe Domenico Guglielmo Luigi6002.200
Commercianti in cerealiBarone Giuseppe166600
BestiameColombino Diego6001.200
MoliniDeirino Giovanni Battista6701.000
Giai Via Benedetto9601.400
Versino Giuseppe1.0001.500
MacelliFerrero Fusiè Michele1.7002.500
Usseglio Merlo eredi1.5002.900
PizzicagnoliChiampo Giovanni Battista1.0001.800
Chiampo Giuseppe1.2801.700
Paste pane farineBrandol Michele7001.400
Bresso Giacinto5001.000
Canale Francesco8501.200
Converso Giovanni8501.200
Ferraudi Giuseppe5501.100
Oliva Pietro8501.500
Pacchiotti fratelli8001.200
Pogolotti Francesco4501.000
Serra Giuseppe2.0005.000
Alberghi e CafféClaretta Felice1.9002.500
Garola Giovanni8001.300
Rolando Michele6001.100
OsteriePogolotti Lorenzo1.3001.800
Rege Cambrin Domenico6001.350
Farmacie e DrogherieBarone Eligio e fratello1.5002.200
Aime Felicita vedova Giacone1.0001.500
Seterie, lane e cotoneCarnino Giuseppe fu Antonio9001.300
Rametti Margherita7501.200
OmbrellaiMarforio Giovanni5401.000
CalzolaiUsseglio Gaudi Felice200800
MaterassaiBertolo Eugenio6001.400
Materiali da costruzioneGorino Avv. Bernardo8001.500
LegnamiMaritano Pietro5341.800
Gioana Giacinto8002.000
VettureBarone Silvino6001.200
Giai Via Michele e fratello1.2001.800
Capi MastriBergeretti Domenico5401.200
Vai Francesco5501.500

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