Un bianco tumulto di lane, un sorriso mite sotto l’inseparabile cappelluccio, i gesti ritmati e sapienti della mungitura. Immagini che salgono alla memoria vedendo il filmato realizzato circa quarant’anni fa all’Indiritto di Coazze.
Per la trasmissione “A nosta moda”, attivata da pochi mesi da Giaveno TV, ero salito con il fido cameraman Armando Rege Gianas alla Grangetta, sopra Tonda, per fare una chiacchierata con Ignazio Venturino, “Gnàsi da Casìŋa”. L’avevo visto passare lungo la strada che costeggia il Sangonetto con la famiglia e 150 pecore. Come tutti gli anni saliva dai Bertassi di Avigliana per svernare un mese alla “preʃa d’la Grangëtta”, tra Barmaròla e la Büstìri, in attesa di salire, anche con le mucche, all’alpeggio del Col delle Finestre. Era una giornata asciutta in una primavera fredda e piovosa. Col sottofondo dello scampanio delle pecore, mentre mungevano, Ignazio e la moglie Elda mi hanno raccontato le loro scelte, la loro vita. Sacrifici e passione, mentre i loro figli, Angela e Silvio giocavano a nascondino con la telecamera. Mentre la nebbia si sfilacciava contro lu Ro’ du Préve, dove il Trappista De Meulder era stato visto per l’ultima volta all’Indiritto, e il verde, rinvigorito dalla pioggia recente, imperversava, parlare di tome ed agnellini, di lane svendute e cani intelligenti, allontanava il presente, dipingeva un quadro bucolico di semplicità e tanta serenità.

Grazie a Roberto Pallard e Antonella Grossi che hanno consentito la pubblicazione di questo ed altri filmati del prezioso archivio di Giaveno TV. Grazie a Tiziana Ughetto, a Pia Rondano e agli altri amici del gruppo I chi amun che mi hanno fornito preziose notizie e indicazioni. Il gruppo di patoisants è aperto a tutti, si ritrova mensilmente presso la sede CAI Coazze e pubblica l’omonimo foglio di lingua e cultura locale. E grazie infine a Luna Nuova e alla segretaria che mi ha cortesemente assistito nella consultazione dell’archivio.
Ma gli anni intercorsi da allora, direbbe Leopardi, hanno svelato l’inganno. Ignazio, una delle persone più buone che abbia conosciuto, se n’è andato a 61 anni, nell’agosto del 2010. Pochi mesi prima c’era stato l’epico matrimonio della figlia Angela. Doveva svolgersi nella chiesa di San Giacomo all’Indiritto (la Drèc), ma una nevicata tardiva e intensa aveva bloccato le auto e gli sposi. La disponibilità del Parroco Don Giacinto Masera aveva dato un lieto fine alla disavventura. Angela ed Elio Berton si sono sposati a Coazze mentre all’uscita della chiesa c’erano ad accoglierli non solo sventagliate di riso, ma grossi fiocchi di neve, i “pataràs” tipici della neve molle e tardiva. Ma la tragedia era in agguato. Nel luglio dell’anno dopo la bella Angela, continuatrice della tradizione familiare, nota sui mercati della valle, dove vendeva le tome delle Casette, il suo alpeggio al Colle delle Finestre, moriva all’improvviso all’Ospedale di Susa, a 37 anni. Era venuta a far visita al marito Elio, ferito da una cornata, e si era sentita male. Qualche giorno prima aveva partorito il piccolo Ignazio Edoardo. L’evento fece scalpore e si mosse la magistratura. L’autopsia certificò la morte per aneurisma all’aorta, senza metterlo in relazione col travaglio del parto. Una conclusione che lasciò qualche ombra. Adesso Angela riposa nel piccolo cimitero dell’Indiritto, nell’abbraccio delle montagne tanto amate. Le sono accanto il papà Ignazio e gli zii Pino e Luigi, anch’essi morti giovani, vittime del destino avverso a questa sfortunata famiglia.




