La “Festa della donna” iniziò a celebrarsi negli Stati Uniti nel 1909, in alcuni stati europei dal 1911, in Italia dal 1922. Il termine è diffuso e d’uso comune anche se è più corretto chiamarla “Giornata internazionale della donna”, poiché la motivazione non è la festa ma la riflessione: sulla condizione femminile, sulle discriminazioni, sul lento cammino verso la parità di genere. Ma è difficile riflettere sotto l’incalzare delle immagini che mostrano migliaia di donne, e bambini, in fuga, vittime innocenti della follia della guerra. Facce pallide e stravolte, corpi infagottati contro il freddo. Immagini che si sovrappongono ad altre, tragicamente consuete, diverso il colore, estivi gli abiti, ma negli occhi la stessa disperazione. Bisogna voltarsi indietro per trovare uno spunto positivo, alle donne pioniere che hanno aperto una strada nei campi riservati tradizionalmente ai maschi. Un gioco di parole non per divertirsi, ma per conoscere e per riflettere. Le date sono eloquenti.