Non chiamatelo bar, il “Ritrovo di Bes” è davvero un ritrovo. Ritrovi il sapore antico delle osterie di paese, con prodotti genuini e locali, musica di qualità e un panorama d’azzurro, di verde e di blu. Un paninone di pecorino e pane ai cereali croccante e morbido allo stesso tempo, una birra artigianale, le canzoni di Fabrizio De Andrè e, dal belvedere, l’azzurro intenso del mare etrusco.
Una sosta incantata nella città ritrovata. Vetulonia era stata una potente città etrusca, citata dagli storici e da Plinio, poi era sparita. Solo a fine Ottocento l’intuito di Isidoro Falchi, medico appassionato di archeologia, vide un collegamento tra i numerosi reperti trovati nella zona di un’insignificante borgata, Colonna di Buriano, e la città perduta. Una collina anonima, tra il mare e Grosseto, ma centinaia di tumuli. Ciclopici resti di mura, geometrie di edifici dell’acropoli, alcune tombe significative confermarono che la mitica città era venuta alla luce e il 22 luglio 1887 un Regio Decreto ripristinò il nome originario del paese, Vetulonia, borgata di Castiglione della Pescaia.
Alcune tombe, del Belvedere e della Pietrera, sono visitabili, tante altre sono sperdute nella campagna.
Ma il meglio si trova nel museo, giustamente intitolato a Isidoro Falchi, che propone il plastico della Pietrera e centinaia di interessanti reperti (altri si trovano a Firenze).
È un museo allestito dopo il 2000, con criteri moderni. È ricco di documentazione, chiaro nelle didascalie, con tocchi multimediali non invadenti e un simpatico bookshop, dove con 1 euro potete acquistare una dettagliata guida del museo, 140 pagine riccamente illustrate. Dall’insediamento villanoviano allo splendore etrusco dell’VIII secolo a.C. alla decadenza romana e medievale, nelle sale del museo la storia di Vetulonia si dipana lineare, tra bronzi, anfore e abbaglianti testimonianze dell’eccellente arte orafa degli Etruschi. Personale competente e gentile soddisfa dubbi e curiosità.