SURreale FANTAstico: apre il Museo di Alessandri, pittore in Giaveno

Domenica 3 ottobre finalmente aprirà, nei locali della ex scuola elementare Anna Frank, il museo dedicato al pittore Lorenzo Alessandri, uno dei maggiori artisti che abbiano operato in Giaveno. La sua casa è stata demolita, i quadri, donati dalla vedova, sono un patrimonio prezioso a cui da anni la professoressa Concetta Leto cerca di dare una casa. L’obiettivo dovrebbe finalmente realizzarsi. In questa occasione propongo quanto da lei scritto per l’opuscolo delle lezioni Unitre Giaveno Valsangone del 2018-19, ma soprattutto un articolo di Andrea Galli e Danilo Ghia, tratto da “Luna Nuova” del 1986. Uno scritto efficace per capire un pittore spesso e falsamente circondato da un’aura demoniaca. Un’intervista miracolosa, se si pensa che ad essa è seguita un lettera di complimenti del pittore intervistato, che in essa si riconosce pienamente.

Libretto dei corsi Unitre Giaveno Valsangone A.A. 2018-19 da cui ho tratto gli articoli della professoressa Concetta Leto qui riproposti
“Potala”, il quadro spiegato da Alessandri nel suo diario inedito (tratto dal libretto dei corsi Unitre citato)
L’immagine simbolo del Museo Alessandri accanto a quella della di Dina Foppa, la vedova del pittore, che ha donato i quadri all’istituzione. (Fotografia di Elio Pallard)

Lorenzo Alessandri, pittore

(Torino 1927 – Giaveno 2000)

Dal 1965 sino alla morte ha vissuto e lavorato a Giaveno. A soli diciassette anni ha fondato a Torino la Soffitta Macabra. Nel 1954 ha dato vita al periodico La Candela e nel ’64 ha lanciato l’idea Surfanta. Ha dipinto oltre tremila opere ad olio, in più tempere, acquarelli, incisioni, xilografie, litografie e serigrafie. Le sue mostre sono state allestite in Italia e nei paesi di tutto il mondo: Brasile, California, New York, Olanda, Francia e Germania. La città di Giaveno inaugurerà presto, presso i locali della ex scuola Anna Frank, un museo a lui dedicato grazie alla Donazione Dina Foppa. (Testo di Concetta Leto)

Dalla Donazione Foppa al Museo Alessandri

L’atto della Donazione Foppa, firmato nel lontano 2012 tra l’Amministrazione comunale di Giaveno e la vedova del pittore Alessandri, Dina Foppa, troverà la sua compiuta realizzazione nelle sale di prossima apertura del Museo Alessandri. Giaveno, città ricca di estro artistico e letterario, inaugurerà il suo primo museo dedicato al sulfureo pittore, scomparso nel 2000, torinese di nascita ma giavenese d’adozione. Alessandri ideò e costruì negli anni Sessanta il suo eremo di sogni sul Trucco Surfanta, proprio all’ingresso della città che gli consente oggi d’essere ancora vivo nonostante la casa non ci sia più. La distruzione della sua dimora ha stimolato la riflessione sulla necessità di ricostruire ciò che sembrava perduto per sempre e mantenere il ricordo di chi ha consacrato all’arte ogni energia facendosi messaggero, mediante una fervida fantasia, di un’espressione foriera di visioni interiori. “Il primo maestro del Surrealismo italiano”, come lo definisce il critico Vittorio Sgarbi, è rappresentato da oltre cento dipinti ad olio, disegni e incisioni che saranno collocati al piano terra dell’ ex scuola Anna Frank. I dipinti rappresentano in sintesi i cicli pittorici in cui è possibile suddividere l’intera produzione artistica di Alessandri, costituita dalle Bambole, Bestie e donne, Doppie, Pascal, Posti e Camere dell’Hotel Surfanta. Il percorso espositivo è stato studiato per ospitare anche altre mostre temporanee con i prestiti dei numerosi collezionisti pronti a collaborare per far ammirare le creazioni del maestro piemontese più discusso e più misterioso della seconda metà del Novecento. Dal 1965 sino alla morte ha vissuto e lavorato a Giaveno. A soli diciassette anni ha fondato a Torino la Soffitta Macabra. Nel 1954 ha dato vita al periodico La Candela e nel ’64 ha lanciato l’idea Surfanta. Ha dipinto oltre tremila opere ad olio, in più tempere, acquarelli, incisioni, xilografie, litografie e serigrafie. Le sue mostre sono state allestite in Italia e nei paesi di tutto il mondo: Brasile, California, New York, Olanda, Francia e Germania. La città di Giaveno inaugurerà presto, presso i locali della ex scuola Anna Frank, un museo a lui dedicato grazie alla Donazione Dina Foppa. (Testo di Concetta Leto)

Alessandri si riconosce in questa intervista di “Luna Nuova” e ringrazia

È naturalmente una serata nebbiosa e piovigginosa quella in cui giungiamo alla sua abitazione, una villa nei pressi di Giaveno su di un poggio circondato da un boschetto. Di lui sappiamo che è pittore di ottima fama, ha esposto in numerosi Paesi europei ed extraeuropei, dipinge in prevalenza disegni di fantasia; negli anni ’60 ha lanciato il movimento “Surfanta” (Surrealismo e Fantasia) fondando una rivista omonima; e sappiamo che anche lui è stato spesso “dipinto”: satanista e sacerdote di Satana, officiante di messe nere e praticante di riti sabbatici che avverrebbero in una misteriosa cappella nei sotterranei della sua villa, si dice perfino che si sia già trovato faccia a faccia con il diavolo. Ci avviciniamo chiedendoci se alla fine della chiacchierata con lui saremmo diventati fraterni compagni di burle del malvagio Belzebù,  non possiamo certo dichiararci impauriti, poiché il nostro rigoroso razionalismo laico ci sorregge, ma insomma, accanto alla curiosità di conoscere Lorenzo Alessandri, un po’ di suggestione c’è. Il primo incontro è con un grande elefante di pietra che ci accoglie all’ingresso del  giardino della villa, sormontata da una torre quadrata che reca rappresentati sulle quattro facciate i grandi occhi di Budda che simboleggiano la protezione sul mondo, quindi, accanto al balcone, vediamo un manichino monco  in una gabbia. Varcato il pesante portone (immancabilmente cigolante), veniamo accolti da Lorenzo Alessandri, 60 anni portati con gran giovanilismo su di un fisico aitante, volto gioviale incorniciato da barba e lunghi capelli argentei. Ci fa accomodare in un salone in penombra, una luce rossa soffusa illumina appena la straordinaria raccolta di oggetti magici, maschere macabre, statuette misteriose, altri simboli spirituali e religiosi che il pittore possiede. Dopo dieci minuti netti Alessandri ci ha già fatto capire che riguardo al diavolo, alle possessioni ed agli esorcismi la pensa proprio come noi e tutte le persone che crediamo fornite del dono della ragione. “Macchè Torino capitale del diavolo e delle messe nere – ci dice – queste sono tutte invenzioni di certi giornalisti. Non è vero che esistono 40.000 satanisti a Torino, esistono 40.000 imbecilli che ci credono. Volete che vi racconti come si svolge una vera messa nera? Innanzitutto deve essere officiata da un sacerdote che, consacrate le ostie durante una messa cattolica le sottrae dal tabernacolo per portarle nel luogo dove verranno profanate. Al nome di Dio viene sostituito quello del demonio, al nome della Madonna quello di qualche nota prostituta, e poi la celebrazione, osservando una serie di rituali macabri, prevede che tra tutti i partecipanti avvengano accoppiamenti sessuali immondi e contro natura. La messa nera si conclude con una comunione  in cui le ostie vengono mescolate con urine, feci e liquidi seminali.Comunque a Torino non si celebra nessuna messa nera: si praticano soltanto riti orgiastici per soddisfare rispettabili signori che vogliono scoparsi le proprie segretarie. Quanto ai casi di possessione diabolica sono soggetti con gravi problemi psichiatrici o forme di superstizione. lo ho parlato con molti esorcisti e nessuno dì loro mi ha mai detto di aver visto quelle che vengono descritte come le manifestazioni tipiche delle possessioni: corpi che Ievitano, espressioni in lingue sconosciute, scritte recanti bestemmie che si formano sulla carne del posseduto. E se anche avessero assistito a tutto ciò allora saremmo davanti a fenomeni extranormali, non certo alla presenza del demonio. Il diavolo non esiste, fa parte dell’immaginazione umana che ha bisogno di identificare il male con un’entità“. Dopo queste affermazioni iniziali siamo ormai tristemente rassegnati all’idea che anche per questa sera la nostra nascosta speranza di poter barattare l’anima con un diavoletto attento lettore di Goethe, sarebbe dovuta rimanere riposta. Ma allora, chiediamo ad Alessandri, se il diavolo non esiste perché lei se ne occupa? “Io sono un pittore, e dalle mie esperienze e conoscenze su questi argomenti traggo materia ed ispirazione per i miei quadri; i diavoli che dipingo sono essenzialmente frutto della mia fantasia. In genere mi affascina tutto ciò che è abnorme nell’animo umano, e per questo mi occupo di demonologia, occultismo, stregoneria, come anche degli aspetti più deteriori presenti nelle religioni”. Dunque una curiosità intellettuale ed artistica verso tutto ciò che di “abnorme”, irrazionale, ed eccessivo viene prodotto, rappresentato ed immaginato dalla mente umana. Non siamo esperti d’arte, ma le opere di Lorenzo Alessandri (alcune delle quali esposte nei diversi ambienti della sua abitazione  contribuiscono ad immergere il visitatore in un viaggio nella sfera del fantastico e dell’orrorifico) non possono lasciare indifferenti, affascinano ed inquietano nel contempo, mostri orrendi che paiono usciti da incubi, paesaggi fantascientifici popolati da strane creature, ed anche ritratti di donne, spesso ancora inserite in una dimensione fantastica. È stato scritto di lui: “Alessandri in quei mostri ha concretizzato e visualizzato tutte le paure umane: la paura della solitudine, la paura delle malattie, e soprattutto la paura della morte”. Altro che cappelle sotterranee e sacerdoti di Satana. Lorenzo Alessandri è un brillante conversatore ed un affascinante personaggio; ci racconta ancora singolari episodi della sua esistenza, avventure ed incontri del suo mestiere, ci parla del suo interesse per la magia. “Io credo nel soprannaturale, nell’irrazionale, ma per me è più miracoloso vedere che premendo un pulsante si accende una lampadina che non assistere allo spostamento dì un bicchiere che si muove senza essere toccato. Tutti gli uomini hanno potenzialmente la facoltà di operare piccoli mutamenti nella materia, negli eventi regolati da leggi fisiche, quando si realizzano determinate condizioni mentali capaci di sviluppare un energia che permette di produrre un particolare fenomeno. Ecco, per me la magia è uno stato di grazia dell’animo che permette all’uomo di superare i cinque sensi e produrre accadimenti che sfuggono alle leggi fisiche ordinarie”. Non senza inappagate curiosità ci congediamo dal pittore Alessandri, “e quindi uscimmo a riveder le stelle”. ”Pape Satan, pape Satan aleppe!” (Articolo di Andrea Galli e Danilo Ghia, tratto da Luna Nuova del 10 maggio 1986)

Articolo di Luna Nuova n. 9 del 10 maggio 1986 con l’intervista al pittore.
Lettera di complimenti di Alessandri, pubblicata su Luna Nuova n.11 del 9 giugno 1986
La casa in cui abitava il pittore, è stata demolita e non esiste più.

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