Quasi di Guido Reni il quadro dell’Assunta di Coazze

A sinistra il quadro dell’Assunzione di Guido Reni, 1639, Monaco di Baviera – A destra il quadro di Pesando, 1882, Coazze.

La devozione alla Madonna era molto radicata e i coazzesi le hanno dedicato tanti piloni e importanti chiese. Se la Madonna degli Angeli sul lontano Robinet veglia su più s’una valle, se la Madonna di Lourdes dal Santuario del Selvaggio guarda soprattutto alla vallata dell’Ollasio, il capoluogo di Coazze è ben protetto da due “Madòne”, la “Madona d’Ost” e la “Madòna da Stèmbe”. A quest’ultima è dedicata la “Fésta d’Ciasté”, a settembre la domenica dopo la ricorrenza della Natività di Maria. È molto sentita nella zona alta del capoluogo e nelle borgate ai piedi della collina del Castello. Qui sorge dal 1862, voluta dal vicecurato Don Paolo Pogolotti, la chiesa dedicata al Santissimo Nome di Maria.

La “Madòna d’Ost” è invece l’Assunta, la patrona del paese, titolare della parrocchiale, come dichiarano esplicitamente due scritte sulla facciata della chiesa. Sotto la lunetta che sovrasta il massiccio portale in legno, in un riquadro chiaro, si legge “DEIPARE VIRGINI SIDERA SCANDENTI” (Alla Vergine Madre di Dio ascendente agli astri). Lungo il cornicione corre invece un’altra scritta inneggiate a Maria Vergine patrona dei Coazzesi: “DOMINA COELI VIRGO MARIA COATIENSIUM PATRONA VIGILANS ET FORTIS”. All’interno ben tre altari sono dedicati a Maria Santissima. Quello della Madonna del Rosario, quello della Madonna delle Grazie e l’altar maggiore. Il primo chiude la navata laterale destra, il secondo si trova nel transetto di destra, nella cappella che ospita l’opera d’arte più preziosa di Coazze, l’affresco quattrocentesco della “madòna du lac”. Così chiamata dai coazzesi perché intenta ad allattare Gesù. L’autore è il pinerolese  Bartolomeo Serra, cui si deve anche il ciclo pittorico di San Sebastiano a Giaveno.

Quasi anonimo è invece il pittore del grande quadro ovale dell’Assunzione appeso sull’altar maggiore della parrocchiale di Coazze. O meglio, sappiamo che fu dipinto da Giovanni Pesando di Torino nel 1882. Ogni ricerca per saperne di più sembrava infruttuosa. Il suo nome non compare nei vari repertori di artisti ottocenteschi. Era forse un buon copista, come ha scoperto Santina Rondano, attirando la mia attenzione su quest’opera con questo scritto:   

“Qualche anno fa, quando visitai la Alte Pinakothek di Monaco di Baviera,  entrando nella sala dedicata ai pittori italiani del periodo barocco, ebbi ad un primo sguardo la sensazione di qualcosa di familiare, di già visto. La mia attenzione fu  attirata dal dipinto di Guido Reni e mi sorprese la forte somiglianza con il quadro della nostra chiesa di Coazze. Molto probabilmente Pesando nel realizzare il quadro si ispirò  ad un’opera molto più famosa del pittore Guido Reni (1575 – 1642), un’Assunzione realizzata nel 1638 /1639 per la Chiesa della Confraternita di Santa Maria degli Angeli  di Spilamberto (Modena) e poi venduta probabilmente già  nel XVII secolo per difficoltà economiche della confraternita. Dal 1806 si trova nella Alte Pinakothek  a Monaco di Baviera, nella sala dedicata ai pittori italiani del periodo barocco. L’impostazione del dipinto, l’atteggiamento della Madonna, il drappeggio del suo mantello e i due  angeli che la sorreggono sono replicati molto fedelmente nel quadro della nostra Assunta.”

Ma la sua ulteriore ricerca ne ha meglio delineato la figura. Pesando era allievo di Enrico Reffo, quotato pittore ottocentesco, autore fra l’altro degli affreschi dell’abside della Parrocchiale di Giaveno. Opere del Pesando si trovano nelle chiese di Oglianico, Caselle e Varisella. Ma l’allievo prediletto del Reffo non era Pesando, ma Luigi Guglielmino di Susa, a cui lasciò in eredita studio e clientela.

La facciata della chiesa parrocchiale di Coazze, con le scritte inneggianti alla Vergine. (Foto Claudio Servalli)

Guido Reni (Bologna 1575 – 1642)

Guido Reni, pittore italiano, fra i maggiori del Seicento, nasce a Bologna il 14 Novembre del 1575.
Apprendista nello studio del pittore fiammingo manierista Calvaert, Reni, attorno ai vent’anni aderisce all’Accademia degli Incamminati, che i Carracci avevano aperto dal 1582.
Nel 1602, il giovane pittore si allontana dal manierismo, si reca a Roma per studiare nuove tecniche pittoriche, la lezione naturalistica del Caravaggio e completare la propria preparazione artistica. Reni è pittore della passione contenuta, del sentimento morale. Il suo ideale di moderazione gli fa evitare i forti contrasti di luce ed ombra del Caravaggio, sviluppa invece i toni intermedi in una vasta gamma di sfumature. Controlla e disciplina la composizione attraverso rapporti e regole di derivazione  classicista. Grande è il successo tra i contemporanei per l’armonia raggiunta nel coniugare il classicismo raffaellesco alle esigenze di verità poste da Caravaggio, depurandole dagli eccessi in nome del decoro e della ricerca del bello ideale. Torna definitivamente a Bologna nel 1614, nella sua bottega operano decine di allievi e per far fronte alle tante commesse la sua pittura si fa approssimativa, “incompiuta” come sostiene il suo biografo Carlo Cesare Malvasia. La critica attuale ritiene questa nuova tecnica fatta di pennellate veloci e sommarie una consapevole scelta estetica. Muore a Bologna il 18 agosto 1642.

Reni, 1639, Assunzione, Museo di Monaco di Baviera

La diversa qualità della pittura di Guido Reni si manifesta soprattutto nella dolcezza del viso della Madonna e nelle sapienti, delicate sfumature del drappeggio della Vergine e delle vesti angeliche. Diversa anche la scelta compositiva. Reni dipinge su seta, i colori brillano, il rosso e il blu della Vergine risaltano su uno sfondo dorato e sfumato. È Lei la protagonista assoluta.

Pesando, 1882, Assunzione, Chiesa di Coazze

Giovanni Pesando aggiunse, rispetto al quadro di Guido Reni, degli angeli musicanti ai lati dell’Assunta e usò colori più  vivaci per gli abiti e le ali degli angeli, con un effetto finale più colorato, ma sovraffollato.

Soprattutto nel particolare del viso della Assunta si evidenzia la maestria di Guido Reni e l’approssimazione del Pesando, in difficoltà nel ritrarre il volto della Madonna e piatto nel modularne  il panneggio.

L’ultimo Reni, il pittore morirà pochi anni dopo aver dipinto il quadro, tende a una pittura luminosa, rendendo con gusto squisito le infinite trasparenze e sfumature dei colori e curando l’armonia compositiva.

Approssimativo nei particolari anatomici, in particolare mal riuscito il braccio dell’angelo di sinistra, Pesando circonda la Madonna di angeli colorati e superflui rispetto alla tradizione che li vede solo impegnati nel sospingere Maria in cielo.

Assunzione di Maria Vergine: prima i quadri poi il dogma

Il culto dell’assunzione in cielo di Maria Vergine è attestato a partire dal V secolo d.C. ed ha avuto una rapida diffusione, diventando un soggetto frequente nei quadri, soprattutto durante la Controriforma. Il Concilio di Trento aveva rafforzato il culto dei Santi e della Madonna in opposizione a Martin Lutero e al protestantesimo che lo negava, associandolo al deprecato commercio delle reliquie. Solo  Il 1º novembre 1950, Papa Pio XII, avvalendosi dell’infallibilità papale, proclamò il dogma con la costituzione apostolica Munificentissimus Deus con la seguente formula: «La Vergine Maria, completato il corso della sua vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo». Queste parole volutamente non chiariscono se l’Assunzione di Maria sia stata preceduta o meno da sonno profondo o da morte naturale, l’espressione “Dormitio Virginis” è in effetti ambigua.

L’Assunzione di Maria è un’anticipazione della resurrezione della carne, che per tutti gli altri avverrà soltanto alla fine dei tempi, con il Giudizio universale. La data del 15 agosto ricorda probabilmente la dedicazione a Maria di una grande chiesa in Gerusalemme, ma si inserisce anche nella tendenza del trionfante cristianesimo a sovrapporre solennità cristiane alle più importanti feste pagane, in modo da cancellarne l’identità e assimilarle. Come il Natale assorbe i Saturnali e le feste del solstizio, così l’Assunzione assorbe le “Feriae Augusti” (riposo di Augusto), una festività istituita dall’imperatore Augusto nel 18 a.C. che si aggiungeva alle esistenti e antichissime festività cadenti nello stesso mese, per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli con un adeguato periodo di riposo.

L’Assunzione di Maria corrisponde al giorno della morte degli altri santi (“dies natalis” alla vita celeste) ed è quindi considerata la festa principale della Vergine.

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