Napoleone Bonaparte

Il testo sottostante ripercorre sinteticamente le tappe dell’irresistibile ascesa e della rapida caduta di Napoleone.

Napoleone Bonaparte, da Aiaccio a Waterloo

Napoleone Bonaparte, il culto dell’immagine

Fin dalla  prima campagna d’Italia del 1797, Napoleone mise in atto una propaganda a suo favore, facendo pubblicare in Italia i bollettini destinati a glorificare le sue azioni militari e a condizionare le opinioni. Se da un lato si proponeva agli italiani come liberatore, convincendo anche Foscolo, dall’altra incitava i soldati prospettando il saccheggio di una terra ricca. Ed egli stesso non esitò a depredare l’Italia dei suoi capolavori.  Il 20 luglio pubblicò il Courrier de l’armée d’Italie, poi il 10 agosto La France vue de l’armée d’Italie ed a Parigi il Journal de Bonaparte et des hommes vertueux, per amplificare l’eco dei suoi successi. Una volta al potere fece in modo che la gazzetta ufficiale, Le Moniteur, venisse distribuita gratuitamente alle scuole e all’esercito. Ne controllava gli articoli e a volte li dettava lui stesso.

La sorella Elisa fa in modo che dai laboratori di Carrara escano ogni anno centinaia di statue e busti di Napoleone ormai diventato imperatore. Un’équipe di artisti  attua un programma iconografico che celebra in grandi tele ogni vittoria, ma anche la sua magnanimità nel visitare gli accampamenti, consolare i feriti, ascoltare i questuanti.

Napoleone Bonaparte dedica le sue abilità strategiche  non solo a vincere sui campi di battaglia, ma anche a imporre la propria immagine, proponendosi come continuatore dei grandi condottieri e dei grandi imperi della storia.

Emblematico il quadro dipinto da Ingres nel 1806, Napoleone sul trono imperiale. È affollato di simboli che devono suggerire continuità tra i grandi del passato e Napoleone, che dopo aver tolto il titolo imperiale a Francesco d’Austria, aspira a rifondare un impero europeo a guida francese.

Sul capo la corona d’alloro dorata, simbolo di gloria e di vittoria. Veniva posta sul capo dei generali romani durante la cerimonia del trionfo, usata da Giulio Cesare, divenne poi la corona degli imperatori romani.

Nella destra impugna lo scettro di Carlo V di Valois, che culmina con una statuetta di Carlo Magno   

Sul petto al centro del collare spicca la Legion d’Onore, onorificenza da lui istituita nel 1802.

Sui braccioli del trono compaiono le aquile, simbolo dei sovrani carolingi e dell’impero romano. Sul vestito di porpora tante api franche (centinaia di api d’oro erano state ritrovate nel sepolcro di Childerico, fondatore dei Merovingi), qui riproposte anche come simbolo di operosità.

Sul tappeto, ai suoi piedi, ricorre il motivo dell’aquila imperiale.

Con la sinistra regge la mano di giustizia di  Carlo Magno

Il manto di ermellino, attributo regale ricorrente simboleggia: dignità, giurisdizione, preminenza, onore, purezza di costumi, dottrina, dominio e autorità. La spada nel fodero è volontà di pace.

La composizione è ispirata allo Zeus crisoelefantino capolavoro  di Fidia, Napoleone non tocca terra coi piedi e sembra sospeso, autorità eterna e immortale.

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