L’identikit

Wally Bricken era il comandante delle pattuglie incaricate di mantenere l’ordine in un quartiere della città, conosciuto come The Meadow, ormai decisamente in declino. Era un poliziotto invecchiato, sovrappeso, impigrito e, nei lunghi anni che aveva passato nella polizia, aveva sviluppato una spessa corazza di cinismo, non solo per l’astio verso gli altri esseri umani e la rabbia per la loro capacità di fare del male, ma anche per la profonda disillusione verso la volontà dei superiori di farvi fronte. Questo stato d’animo giustificava l’espressione sorpresa che fece quando entrò, in ritardo, alla riunione della squadra omicidi al terzo piano.

«Questo è un altro di quei lavoretti sporchi e veloci – aveva detto al sergente di guardia – La vittima era solo una che batteva su e giù per i Meadow”.

E invece, per una prostituta qualsiasi, il capitano Spate della Omicidi, forse per l’efferatezza del crimine, sembrava aver messo sotto tutta la squadra. Entrando in ufficio e percorrendo i due passi che lo separavano dal solito posto nell’angolo che gli toccava in riunioni di questo tipo, Wally rimase impressionato dalla presenza di ben due investigatori della scientifica, del capo della Buoncostume, di un sergente dell’Antirapina, di uno dei maghi del computer della centrale, uno giovane di cui non ricordava il nome, di due investigatori della Omicidi e di un capitano della Stradale! Uno dei CSI stava finendo la sua relazione:

«Quindi è praticamente certo che si tratta di un omicidio premeditato e non di una discussione su soldi o droga finita male. E non è nemmeno un delitto passionale: l’hanno tagliata a pezzi sul sedile posteriore di quell’auto come se stessero smontando un puzzle”. Poi mostrò a tutti una busta di plastica con dentro una bottiglietta marrone. “Su questa bottiglia di liquore ci sono delle impronte, ma solo quelle della ragazza sono chiare, le altre sono troppo confuse. Qui sul bordo c’è una piccola traccia di colla. Un cosa strana, vedete qui?” e mostrò una goccia irregolare vicino all’etichetta. Il capitano Spate chiamò in causa il giovane informatico, che si diresse da Wally con un disegno stampato su un cartoncino bianco. “Ho una ventina di queste per lei, capo” disse porgendogli un ritratto generato al computer. Uno degli investigatori della Omicidi, parlò direttamente con Wally: “Una delle ragazze sulla strada pensa di aver visto l’assassino. Ha detto che è andato su e giù con l’auto, che risulta rubata, un paio di volte. Lo sai che queste ragazze guardano nelle macchine un po’ più attentamente degli altri …”

“Questo è l’identikit del volto su cui sembrano concordare tutte – disse il tecnico – Naturalmente non sono riuscite a vedere il colore degli occhi, perché era buio, ma tutte hanno descritto nello stesso modo i capelli e i baffi. Purtroppo non hanno notato  molto altro.”

”Wally, voglio che lei, immediatamente, se capisce il concetto, metta una copia di questo identikit nelle mani di ciascuno dei suoi agenti e li mandi per strada a controllare. Qualcuno ai Meadow deve aver visto quest’uomo e più aspettiamo, meno gente riuscirà a ricordarsi”.

Wally fissò direttamente il giovane tipo dei computer, ignorando volutamente il capitano, e chiese: “Questi identikit al computer sono più facili da fare rispetto al vecchio metodo dei lucidi, no? In quanto tempo riuscite a darmi delle copie dell’identikit senza i baffi?”

”Senza baffi? Perché… potrebbe esserseli tag1iati?”

”No – rispose Wally – Perché sono baffi finti.”

Che cosa ha convinto Wally del fatto che l’assassino abbia usato un paio di baffi finti?

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