Le date che segnavano la vita contadina non erano le nostre. Il Capodanno non era importante, era importante la ciclicità delle stagioni e le fiere, collocate in primavera e in autunno, ne erano il cardine. Senza centri commerciali e Amazon la fiera era l’occasione per comprare le cose importanti e soprattutto per commerciare le bestie e i prodotti del lavoro. Le fiere portavano movimento e circolazione di moneta, venivano tassate, regolate e controllate dalle autorità. Ad esempio il decreto, con cui nel 1851 il re di Sardegna Vittorio Emanuele II autorizzò a Coazze il mercato settimanale e la fiera annuale, era una concessione importante. Forse ci fu lo zampino del Cavour, che in quegli anni frequentava il paese e il parroco Don Prudente Franco, facendo escursioni ai Laghi della Balma, dove si dice avesse una baita. Il mercato settimanale del venerdì da allora si è tenuto regolarmente, mentre della fiera non si ha ricordo. Forse le vicine fiere di Giaveno erano troppo prevalenti e la rendevano poco appetibile o addirittura inutile. Da qualche anno, ormai senza bisogno di autorizzazioni esterne, Coazze ha comunque la sua fiera e ritorna anche quest’anno con un titolo inequivocabile “Lu bo e la fèiri”.
Le fiere di Giaveno invece si tengono regolarmente da tempo immemorabile, sono un’attrazione importantissima per l’intera Val Sangone, come spiegavo nell’articolo dedicato alla fiera di ottobre. Si sono adeguate ai tempi, spostandosi dal primo lunedì di maggio e ottobre al primo maggio e alla prima domenica di ottobre, e hanno cambiato aspetto, non più mostre zootecniche, ma grandi mercatoni, quasi copia di quelli del sabato. Avevo anche scritto che non avevo trovato foto d’epoca della fiera. Nel frattempo sulla pagina Facebook “Giaveno c’era una volta” è stata pubblicata una bella fotografia, databile a oltre un secolo fa, con Piazza Molines (nell’Ottocento era ancora Piazza Santa Cecilia) gremita di gente, di animali, di carretti, di merci. Sicuramente un’immagine di fiera, pullulante di vita, che ricorda certi quadri fiamminghi. Sullo sfondo occhieggia il mercato coperto, l’ala, presenza immancabile di ogni paese.
A Coazze sorgeva davanti alla chiesa della Confraternita ed è stata da tempo abbattuta, a Giaveno l’edificio è stato demolito e sostituito dalla struttura coperta di Piazza Mautino, oggi in fase di restauro.