La “sàtula” , il gioco della Quaresima

A Coazze, ma anche in molti paesi vicini che la chiamano “sòtula”, quello della “sàtula” era il gioco tipico della “Caréma”, la Quaresima. Quaranta giorni vissuti un tempo con maggior penitenza e per i bambini lo sfogo diventava lanciare e far girare le trottole, gioco quasi proibito negli altri periodi dell’anno. La “sàtula” tradizionale ha la forma di un cono panciuto con la base arrotondata. Sulla punta è innestato un rampone (rampùń) di metallo, la base si chiude sul “pìcu“.

La superficie è scanalata per consentire l’avvolgimento della corda che serve per il lancio. La “sàtula” deve essere fatta di legno duro, di solito di bosso (martlët). Le dimensioni possono variare, ma l’altezza normale delle trottole da competizione è di circa 10-13 centimetri. Abbastanza grandi da farsi rispettare e abbastanza piccole da non essere un bersaglio troppo facile. Questo vale soprattutto se si gioca a “spicàs”, cioè a colpire la sàtula che sta sotto nel cerchio tracciato nella terra.

Il gioco a Coazze, dopo anni di oblio, era tornato in auge verso la fine degli anni Settanta, sotto la spinta di Radio Giaveno e della trasmissione in “patuà” di Ferruccio Brando. Ci sono stati tornei molto affollati e anche sfide tra comuni diversi. In particolare il triangolare con Mattie e Villarfocchiardo si è disputato per diversi anni, l’ultima volta mi pare nel 2008 in occasione della “Tüpà du Sulèi”, la festa organizzata a Coazze per il solstizio d’estate, quando il sole “batte con le corna” al vertice del suo percorso ascendente e torna indietro.

Il sindaco di Coazze Paolo Allais premia la squadra di Mattie, che si è aggiudicata il torneo triangolare di sàtula con Villarfocchiardo e Coazze, disputato in occasione della “Tüpà du Sulèi”, il 24 giugno del 2008.
Luna Nuova n.5 del 13 marzo 1982, nella rubrica Ciòse Bis-ciòse” Alfio Usseglio commenta la rinascita dell’interesse per il gioco della “sàtula” e riporta alcune regole del gioco.
In questa fotografia, relativa a un torneo disputato nel Campetto da calcio dell’oratorio nel 1977, Claudio Servalli ha fissato il tipico gesto del lanciatore di “sàtula”. Grazie alla collaborazione dei lettori abbiamo identificato alcuni dei protagonisti:
Da sinistra: Claudio col padre Aldo Ferraud Clon (lu lunch), Armando Rege Gianas con la cinepresa,
  Elio Giacone che ha appena lanciato la “sàtula”, Angelo Molinatto in piedi in fondo,
Bruno Carbonero col berretto e Luigi Ostorero (Luì) ultimo a destra.

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