Giaveno: “Viva ‘l Carlevè e viva Tele Bergé”

Il Bergé di Giaveno ha settant’anni, ma non va in pensione. Il capostipite Felice Ughetto con la Béla Bergéra Graziella Bramante, inaugurò la dinastia nel febbraio del 1952. Il primo carnevale giavenese si era svolto l’anno precedente grazie all’impegno dei “tre moschettieri”: il calzolaio Giovanni Dovis, il lattoniere Giuseppe Rei e il falegname Piero Vai. Nel ’56, nascono i figli dei bergé: si chiamano Maria Grazia Omarini e Beppe Vai. Il carnevale, allora, aveva uno svolgimento breve: durava al massimo una settimana. La domenica c’era la sfilata e il ”Polentone dei 5000”  e il martedì grasso  tutto si concludeva con un vistoso processo seguito dal tradizionale rogo. Poi iniziava la Quaresima di penitenza. Solo a Sant’Ambrogio, grazie al rito ambrosiano, si teneva “’l Carlevè d’la smana dop”. Per chi si impegnava per mesi nella ideazione e costruzione dei carri allegorici sfruttarli una sola domenica e in concorrenza con le sfilate degli altri paesi era troppo frustrante e gradatamente le sfilate di Carnevale sono cominciate prima e si sono spinte anche in quaresima. Nella nostra valle quando le Pro Loco si sono accordate per organizzare il Carnevalsangone addirittura le sfilate sono diventate 6, una per comune e in domeniche diverse per non farsi concorrenza. La tendenza a concentrare la domenica tutta la festa, a Giaveno ha poi fatto anticipare il rogo del Carnevale dal martedì alla domenica sera. Recentemente sono arrivate delle novità, col Sindaco del Carnevale, la sfilata notturna del 2019 e, in un caso, col carnevale spostato in estate.

Il Bergé e la Béla Bergéra, fecero il loro debutto come maschere di Giaveno nel carnevale del 1952.
Nel 1956 al bergé Felice Ughetto e alla bergera Ernestina Giai Via si affiancano per la prima volta i bergerotti: Maria Grazie Omarini e Giuseppe Vai.
2019: a Giaveno si inaugurano le sfilate notturne dei carri, col Sindaco e la Giunta in prima linea.

Viva Tele Bergé

Ma nel rituale abbastanza ripetitivo dei vari carnevali giavenesi resta memorabile la dirompente ventata di goliardia arrivata nel 1981. La verve teatrale del bergé Claudio Ruffino, un affiatato gruppo di amici e l’onda lunga della liberalizzazione delle emittenze televisive hanno prodotto il fenomeno di Tele Bergé. Un lampo di gioiosa improvvisazione che si è prolungato l’anno dopo ed è poi sfociato nella lunga esperienza di Giaveno TV. Le trasmissioni di Tele Bergé erano introdotte da una sigla molto orecchiabile. La base musicale è stata ideata da Sergio Marzullo (purtroppo perito con la fidanzata Paola tra le vittime del Cinema Statuto), le parole sono il frutto di concitati brainstorming e copiose libagioni. Il filmato rintracciato negli archivi della mitica Giaveno TV risentiva del deterioramento del VHS, ma la colonna sonora intatta è stata utilizzata come base per immagini d’epoca del carnevale giavenese, scelte in attinenza al testo. Spiace che questa canzoncina sia caduta nel dimenticatoio, nella sua semplicità potrebbe tornare ad essere l’inno del Carnevale di Giaveno e non solo il ricordo di una breve, ma divertente stagione di creatività e goliardia, vero manifesto dello spirito gioioso e dissacrante del carnevale.  

Video clip dell’inno Viva ‘l Carlevè“, sigla di Tele Bergé
Testo di “Viva ‘l Carlevè, dialetto con testo italiano a fronte, potete anche scaricare il PDF.

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