Giaveno: animali in fiera cercansi

Le fiere di Giaveno erano un richiamo per tutta la Val Sangone e anche per i paesi limitrofi. Si tenevano il primo lunedì di maggio e di ottobre. Si trattava ogni sorta di merce, tanti animali e attrezzi agricoli. Trattorie e osterie facevano il pieno, anche clienti e commercianti “facevano il pieno”, chi di vino, chi di soldi. I portafogli a fisarmonica dei “buciné” e dei mercanti di bestiame in genere, gonfi di bigliettoni, facevano gola sia a chi doveva vendere sia a qualche ladruncolo. Il commercio, la vita, nei paesi vicini rallentava, si fermava: strade deserte, negozi vuoti. Tutti a Giaveno. Ricordo che mio padre nei giorni di fiera faceva meno pane, solo qualche cliente abituale passava la mattina presto, chi tornava a sera dalla fiera aveva mangiato nelle trattorie o dai parenti. Anche i miei genitori spesso andavano alla fiera, lasciandomi a presidiare il negozio. Neanche un lavoro, quasi mai il campanello interrompeva la lettura di un libro.

In via Marchini, ex Via della Breccia, i macchinari hanno da tempo sostituito gli animali.

Parlo al passato, perché i tempi sono cambiati, la fiera è stata spostata nei giorni festivi, a fianco degli animali hanno preso piede i macchinari agricoli, poi gli animali sono spariti e la fiera si è trasformata in una copia in grande di qualsiasi mercato. Ho reperito qualche fotografia, la più vecchia risale agli anni Ottanta. Strano che non ci siano foto più antiche di una manifestazione così importante. Forse questo articoletto indurrà qualcuno a cercare nei cassetti un’istantanea di questo avvenimento, oggi in concorrenza con una miriade di altre manifestazioni, ma un tempo appuntamento immancabile per tutta la nostra valle.  

Con l’apertura della circonvallazione i banchi della fiera si sono allargati anche in Via Roma, immagine del 2017 tratta dalla pagina FB Giaveno in festa

Fiera”, i linguisti direbbero che è un termine polisemico, portatore di molti significati. Questo perché la parola italiana “fiera” è figlia di madri molto diverse. Dal latino “fera” = bestia feroce deriva il significato di belva. Dal tardo latino  “feria” = giorno di riposo per pregare, derivano le ferie, cioè i giorni di riposo dal lavoro. Poiché i grandi mercati si tenevano nei giorni di festa il termine passò ad indicare appunto i mercati di particolare importanza.  Campionaria si aggiunge talvolta per sottolineare che gli espositori portano dei campioni della loro merce. Poiché i latini distinguevano la “festa”, solenne con sacrifici agli Dei, dalla “feria” giorno di riposo e preghiera, a un certo punto l’aggettivo feriale assunse il significato di non festivo, praticamente opposto a quello originario.

Fiere, segnale di rinascita

Fiera medioevale

Le invasioni barbariche avevano reso insicure e impraticabili le strade costruite dai Romani, l’economia si era ridotta all’autarchia e alla sussistenza. Ma dopo l’Anno Mille arrivano segnali di ripresa demografica ed economica, le merci che arrivano dall’Oriente con le Crociate stimolano il commercio. Alcuni mercati locali diventano luoghi di incontro temporaneo per i mercanti che, per sicurezza, tendono a spostarsi in carovana. Le Fiandre e le Champagne, dove si incrociano le direttrici nord-sud (Inghilterra-Italia) ed est-ovest (Russia-Spagna) del commercio europeo vivono una stagione di boom fieristico.    Ogni fiera poteva durare alcune settimane, per consentire ai mercanti di disimballare la mercanzia e noleggiare le bancarelle. I venditori si raggruppavano per genere di merce venduta, taverne ambulanti fornivano cibo e bevande, cambiavalute e prestatori di denaro facevano affari d’oro. La fiera portava ricchezza, ma richiedeva organizzazione, per gli allestimenti degli spazi, per gli alloggi e per l’ordine pubblico.

Come l’affermarsi nel Medioevo delle fiere segnò la rinascita dell’Europa, speriamo che il ritorno alle grandi manifestazioni fieristiche significhi il superamento della crisi indotta dalla pandemia.

Anni Ottanta Fiera di Giaveno via Umberto I 2015
2017 Fiera di ottobre via Umberto I 2015

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