Giacu con Pinota, di nuovo

C’era una volta Giaveno TV, un’emittente più unica che rara. S’era ritagliata un’ora sulle frequenze di Quartarete e ogni sera trasmetteva nelle nostre valli solo notizie ed eventi di interesse locale. Era sorretta dalla professionalità di Roberto Pallard, dall’entusiasmo di Antonella Grossi e dal coinvolgimento di tanti collaboratori. Il notiziario, “Lo sport” di Fratel Carlo, gli auguri di Ivana, il patuà di “A nostra moda” erano appuntamenti fissi e attesi, ma a spopolare erano soprattutto ”Giacu e Pinota”. Una coppia anche nella vita che ogni settimana portava la propria quotidianità davanti alle telecamere, la condiva di bonarietà ed ironia e di un innato senso dello spettacolo. L’appuntamento settimanale con Giacu e Pinota è stato un filo rosso che ha accompagnato Giaveno TV fin dagli esordi di Telebergé. Oltre 300 scenette, costruite con arguzia e brio, recitate a braccio. Un incredibile esercizio di inventiva e presenza scenica. Nel giugno del 1995 una rapida brutta malattia si è portata via Giacu, al secolo Renzo Gatti, la coppia si è spezzata, il filo rosso anche.

Lo scorso 5 luglio, dopo quasi trent’anni, anche Pinota, Luigina Tartaglini, ci ha lasciato. O meglio, è tornata a far coppia col suo Giacu: lassù, da qualche parte, magari c’è qualcuno che sorride alle loro rinnovate scenette di coppia, alle loro battute argute, al loro bonario borbottare.

Le scenette di Giacu e Pinota sarebbero diventate centinaia, distribuite settimanalmente ad accompagnare per dodici anni la vita di Giaveno TV. Ma fin dagli esordi ero rimasto affascinato dall’affiatamento scenico e dalla fantasia produttiva di due persone comuni, capaci di inventarsi, sceneggiare e recitare ogni settimana un nuovo sketch. E non un prodotto banale, ma di qualità, efficace nell’accendere e appagare l’aspettativa che ormai s’era creata nel pubblico che li seguiva fedele, non solo per scoprire gli enigmi nascosti nelle scenette, ma anche per rilassarsi con qualche risata.

Avevo soddisfatto la mia curiosità con una lunga chiacchierata con la coppia: non c’erano segreti particolari dietro alla produzione delle scenette, ma tanta fantasia e un talento innato nel trasformare in spettacolo i casi della vita. Avevo trasformato questo scambio di battute in un’intervista e in un articolo, uscito su LUNA NUOVA il 25 febbraio 1984. Ne ripropongo alcuni passi significativi:

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