Don Gianni dice Messa – San Giacomo 2003

A 13 anni di distanza le immagini che conservo più vive di Don Gianni Gili sono una foto in bianco e nero che lo ritrae sullo spartineve a borgata Marone e il suo incedere da montanaro, con zaino e scarponi per salire al Col Bione per la festa di Sant’Antonio.

Don Gianni sullo spartineve apre la strada verso borgata Tonda. Foto di Carlo Careglio, tratta dal libro “Coazze … ognuno a suo modo, 1980.

Ma il ricordo più forte sono le sue visite a mio padre. Ogni tanto, quando poteva, passava a trovarci a Sangonetto e mi incantavo alla sua parlata dell’Indiritto. Ogni volta mi stupivo di come ne avesse colto ogni inflessione. Solo con l’intensa frequentazione dei pochi parrocchiani e l’umiltà di chi vuole imparare poteva essere riuscito in pochi anni a parlare come un nativo della Drèc. Ovunque a Coazze le suore erano “suore” anche in patuà, solo da lui e da Giàn d’Téru le sentivo chiamare “mùnie” (monache). Ma don Gianni all’altare si trasformava, la sua voce cambiava, il suo italiano era  impeccabile, quasi senza inflessioni. Pescando nella ricca videoteca che lu véi e la vèii di Coazze hanno voluto condividere con me ho trovato un video del 2003 in cui Don Gianni dice messa nella chiesa dell’Indiritto in occasione della festa patronale di San Giacomo. Un bel filmato per ricordare che Don Gianni era un prete operaio, ma soprattutto un prete. Accompagnava il restauro materiale della parrocchiale e delle cappelle montane, con l’attenzione spirituale alla sua piccola comunità: con la continua assistenza ai parrocchiani, con le messe di borgata in inverno quando era difficile spostarsi, salendo al Col Bione, a Pian Gorai e all’Alpe di Giaveno fin quando ha potuto, e celebrando solennemente e tradizionalmente le due feste patronali dell’Indiritto, San Defendente a gennaio e San Giacomo a luglio.

Filmato realizzato da G. Bertolotto nel 2003.
Don Gianni celebra la messa per la festa patronale di San Giacomo 2003.

Don Gianni Gili (15/8/1943 + 8/6/2009)

Biografia ricostruita attraverso stralci dal necrologio scritto da Enrico Usseglio e pubblicato su La Valsusa del 18 giugno 2009:

Originario di Villastellone, dove nacque il 15 agosto 1943, Gianni Gili frequentò i corsi di formazione teologica presso i seminari minore di GIaveno e maggiore di Rivoli, cui seguì l’ordinazione sacerdotale il 18 ottobre 1969 per le mani del cardinale Michele Pellegrino. Fu mandato a prestare servizio domenicale presso la parrocchia Santa Maria del Pino a Coazze e subito si innamorò della gente di montagna. … La parrocchia di San Giacomo all’Indiritto di Coazze era stata lasciata da don Luigi Gaidone nel 1968 poiché erano rimasti pochi abitanti e lui si era trasferito alla frazione Tuninetti di Carmagnola. …

Don Gianni, nella sua qualità di vicario cooperatore del prevosto don Giacino Masera, chiese al cardinal Pellegrino di occuparsi del ministero pastorale e di prete operaio nella frazione Indiritto di Coazze. Cosa che avvenne, rifiutando l’incarico previsto presso via Artom a Torino. Iniziò così la missione di don Gianni in una briciola di terra con tanta storia: Indiritto, sui monti di Coazze. Fu un uomo serio, tenace, carico di iniziativa che, senza troppe parole, s’immerse nel faticoso lavoro con una pala meccanica acquistata dal prevosto, don Masera, per un milione e novecento mila lire presso il consorzio agrario di Moncalieri. Si fornì anche di un vecchio motocompressore e riuscì pure ad ottenere il patentino ufficiale rilasciato dalla Prefettura per far brillare mine, il cosiddetto fochino. Giorno dopo giorno, senza tralasciare l’annuncio del Vangelo, la celebrazione di Messe in chiesa, confessando, comunicando le persone e nelle case delle borgate sparse, con la tenacia di un mulo abbatté rocce, appianò, fornì di strade, unì borgate e creò le condizioni di vita in una valle silenziosa che lo sostenne e lo amò fino in fondo. ….. Nel 1988 il cardinale gli consegnò anche la parrocchia di Valgioie ed anche in questa porzione di credenti riuscì a dare vigore con la sua calma e il suo esempio. Andava fiero del premio della fedeltà montanara a lui rilasciato dalla Provincia di Torino nel 1976 per l’impegno profuso come protagonista dei molti problemi concreti che la vita in montagna quotidianamente presenta. A lui si deve il merito maggiore se oggi la strada di oltre sei chilometri che collega le borgate ancora abitate tutto l’anno di Prietto, Rocco, Aletti, Rosseria, Tonda, Merlo, Piano Stefano e Brunetti è una realtà. A lui si deve il merito dei lavori, con la collaborazione di tanti volenterosi, dei restauri della chiesa dell’Indiritto, delle cappelle del colle Bione (mt. 1420) e Pian Gorai (mt. 1363). Portò l’acqua al colle Bione il 1° agosto del 1976, superando il pessimismo di chi diceva “L’eva iest mai alà a la muntà” – “L’acqua non è mai andata in salita” – alludendo al dislivello esistente tra la sorgente e il Colle Bione. Curò i restauri della chiesa di Valgioie, della cappella del Colle Braida e di numerosi piloni votivi. Trovò pure il tempo per curare la seconda edizione del libro Sui monti di Coazze, sulla traccia della precedente curata da don Giovanni Dell’Orto. …

Ciao Don Gianni, amico prete, amico camionista della Coopindi, amico di tutti. Sei tornato a casa per gli ultimi tre giorni di passione. La “Madòna biànci dl’Adrèc” ti è venuta a prendere al mattino di un giorno feriale, uno dei tanti in cui tu avresti voluto salire sula pala meccanica e spalare neve, aprire strade, andare a trovare le persone che il vescovo ti aveva affidato, i tuoi amici vigili del fuoco, la gente che incontravi. …

Non è stato cosi. Il disegno di Dio per te era diverso. Per noi incomprensibile. Non dimenticheremo anche questo tuo ultimo gesto. Hai affrontato la vita e la morte con pari dignità. … Ora goditi quell’agognato Paradiso che pazientemente hai atteso. Lo meriti tutto. ll silenzio dell’Indiritto è rotto solamente dal soffio del vento e dal suono delle campane a lutto. Esse annunciano che la valle  ha perso un uomo, un caro amico, un cristiano, “lu préve du biń”.

Enrico Usseglio

Il necrologio di Enrico Usseglio, pubblicato su La Valsusa del 18 giugno 2009 accanto al testamento spirituale di Don Gianni Gili.
La Valsusa del 14 giugno 2009
Don Gianni Gili da Villastellone a Indiritto di Coazze e Valgioie, Caterina Nicco – Luca Toschino – Lucia Gillo, Graffio 2019. Dettagliata biografia commentata, nel decennale della scomparsa.
La ricerca di parole si può svolgere in modo interattivo a questo link

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