Coppi pedalava in maglia rosa sulle strade di Giaveno già nel 1949. Da allora la storia del Giro d’Italia è passata sei volte a Giaveno: 1949, 1991, 2009, 2016, 2019 e 2023. Dopo la prima volta nell’immediato dopoguerra, quando Coppi sbaragliò Bartali sui colli alpini, trascorsero quarant’anni per il secondo passaggio nel 1991 per arrivare al Sestriere. Dal 2000 i passaggi si sono intensificati, nel 2009 la Cuneo – Pinerolo del sessantennio, ma con percorso totalmente diverso, e poi a distanza di pochi anni gli ultimi passaggi, fino a quello del 18 maggio 2023, scendendo dal Colle Braida verso il traguardo di Rivoli.
11 giugno 1949: Pinerolo – Torino, 65 km, Cronometro individuale, 18° e penultima tappa del Giro d’Italia.
A 40 anni dalla nascita, il Giro d’Italia passa per la prima volta a Giaveno. I tifosi assiepati lungo le strade possono godersi i corridori ad uno a uno, è una cronometro individuale, la Pinerolo – Torino. Lunga, come si usava allora, 65 chilometri. E siccome Pinerolo dista molto meno da Torino gli organizzatori pensano di vivacizzarla inserendo il circuito dei Laghi di Avigliana, con attraversamento di Giaveno. I corridori sono reduci dalla tappa considerata tra le più belle della corsa rosa, la Cuneo Pinerolo. 254 chilometri in un saliscendi di montagne e valichi, sconfinando in Francia: Maddalena, Vars, Izoard, Monginevro, Sestriere.
A rendere epica la tappa ci pensa Fausto Coppi. La maglia rosa Adolfo Leoni non è uno scalatore ed è subito in difficoltà, basterebbe poco a Coppi per portargliela via, ma dietro a lui c’è Gino Bartali, rivale a fine carriera, ma che non molla. Quando ha un problema meccanico, cinicamente Coppi parte. Inizia sul colle della Maddalena una cavalcata solitaria di 192 chilometri, su strade sterrate e polverose.
«Nella poltiglia del Maddalena, ho visto Coppi venire via dagli altri. Sfangava, quasi sollevando la bicicletta. Lo accompagnai fino a un paesino francese, mi pare Barcelonette. Lo lasciai andare. Entrai in una trattoria. Ordinai un pasto completo. Mangiai con tempi da buongustaio. Fumai una sigaretta. Chiesi il conto. Pagai. Uscii. Stava passando il sesto» (Pierre Chany, L’Equipe)
Al traguardo finale, Coppi mette in fila cinque forature: un danno collaterale sopportato grazie alla puntualità di Giovanni Tragella, sempre pronto a ruota. Bartali si presenta a Pinerolo con 11 minuti e 52 secondi di ritardo, tre forature, due guasti al cambio, l’incredibile disavventura di un mazzo di fiori impigliato nella trasmissione a pochi metri dal GPM del Sestriere. E la consapevolezza che un nuovo astro illumina il ciclismo.
«Era lurido di fango, la faccia grigia di terra e immota nello sforzo. Pedalava come se qualche cosa di orrendo gli corresse dietro e lui sapesse che a lasciarsi prendere ogni speranza era perduta. Il tempo, null’altro che il tempo irreparabile gli correva dietro. Ed era uno spettacolo quell’uomo solo nella selvaggia gola in lotta disperata contro gli anni» così il dramma di Bartali viene immortalato da Dino Buzzati, cronista d’eccezione di quel giro.
Bartali e poi Coppi in rosa sono gli ultimi corridori che i giavenesi vedono passare in Piazza San Lorenzo, non spingono più di tanto, dopo lo sforzo del giorno prima. Le posizioni sono consolidate, la tappa la vince Antonio Bevilacqua detto “Labron”. Coppi precede Bartali a Milano di oltre 23 minuti e fa sua anche la classifica scalatori davanti ancora a Bartali.
8 giugno 1991: Savigliano – Sestriere, km 192, tappa n. 13.
Passano altri quarant’anni prima che il giro ripassi da Giaveno. Sono anni in cui il Piemonte e le sue montagne sono trascurati dall’itinerario della corsa.
Dopo Cumiana, con omaggio a “Cichin” Camusso, i corridori superano la Colletta, attraversano Giaveno e salgono al Colle Braida. Da Avigliana risalgono la Val di Susa fino al Sestriere dove vince Eduardo Chozas. Gianni Bugno in crisi. Franco Chioccioli è maglia rosa e vincerà il Giro.
19 maggio 2009: Cuneo – Pinerolo, Km 262, tappa n. 10.
L’omaggio, a sessant’anni dalla mitica tappa e dall’impresa di Fausto Coppi, si riduce alle località di partenza e arrivo. Il tracciato è completamente diverso.
La carovana percorre la pianura piemontese e trova la prima asperità nella Colletta di Cumiana. Attraversa Giaveno e scende ad Avigliana. Di qui risale la valle di Susa, devia in Val Cenischia fino a Ferrera Moncenisio, valica il colle del Sestriere e poi scende nella val Chisone fino a Pinerolo. La vince Danilo Di Luca, in maglia rosa da una settimana, davanti a Franco Pellizzotti. Per doping verranno squalificati entrambi e il Giro lo vincerà il russo Denis Men’šov.
26 maggio 2016: Muggiò – Pinerolo, Km 240, tappa n. 18
I corridori in arrivo dalla Brianza attraversano Giaveno per salire alla Colletta, a Pramartino e giungere a Pinerolo, dove vince Matteo Trentin. Steven Kruijswijk, a lungo in rosa, viene superato nella penultima tappa da Vincenzo Nibali, che si aggiudica la corsa, che aveva già vinto nel 2013.
24 maggio 2019: Pinerolo – Ceresole Reale, km 196, tappa n. 13
Tappa di montagna: i corridori arrivano a Giaveno dalla Colletta, attraversano la città per salire al Col del Lys e poi da Cuorgnè al Pian del Lupo, infine risalgono la valle Orco per arrivare al Lago Serrù, sopra Ceresole Reale. Taglia per primo il traguardo il ciclista russo Ilnur Zakarin, Jan Polanc resiste in maglia rosa. Ma il giorno seguente la cede definitivamente a Richard Carapaz, che la porta a Verona.
18 maggio 2023: Bra – Rivoli, km 185, tappa n.12
Qualche saliscendi tra le colline delle Langhe, poi la pianura. Quattro in fuga. Sui tornanti del Colle Braida, m. 1007, si stacca Alessandro Tonelli. Arrivano in tre a Rivoli dove il tedesco della Bora Hansgrohe, Nico Denz, vince nettamente la volata sul lettone Tom Skujins e l’australiano Sebastian Berwick. Nessun problema per i big della generale. Il gruppo maglia rosa arriva addirittura a 8’18”. Geraint Thomas conserva 2″ di vantaggio su Primoz Roglic, che si prenderà maglia e giro nella cronoscalata del monte Lussari.