Coazze, Piazza della Vittoria com’era e com’è

Da una angolatura leggermente diversa Claudio Servalli ci ripropone Piazza della Vittoria a Coazze, ricreando quell’atmosfera di quiete che allora come ora la caratterizza. Come spesso capita elementi che a prima vista sembrano uguali nel corso dei novant’anni, che intercorrono tra le due vedute, hanno subito molte variazioni. Naturali come gli alberi che crescono, di destinazione d’uso come l’ex oratorio, che ospitava le scuole e ora è tornato alla destinazione originaria, e architettoniche con la facciata delle chiesa parrocchiale di Santa Maria del Pino ripulita nelle linee e armoniosa nei colori.

Coazze m770 scuole comunali, chiesa parrocchiale e monumento ai Caduti, V 4 1 1943, f1, A XIX (1931), ngz. Oliva Priv. Coazze, Ed. SACAT Torino

In questa veduta degli Anni Trenta Piazza della Vittoria è semideserta, ma la domenica  si animava per i fedeli che andavano a Messa e per i banchetti che, anche lungo la via, li tentavano con  “gugliögne, bischìsie, mignìń, …”, quelle buone cose che tanto piacevano ai bambini, caramelle, wafer, piccole tavolette di cioccolato, biscotti ed altri dolciumi con i quali i piccoli facevano davvero festa grande. La Lena e la Madlinìń (Elena Allais, moglie di Brichéti, e Maddalena Allais) avevano il banchetto vicino alla sacrestia. La Bèga (Felicina Rosa Clot) aveva anche il negozio a Sën Böru (Borgata Buro), ma la domenica presidiava l’incrocio di Via Prever con Via Vittorio Emanuele.

La cartolina è del 1931 (anno XIX dell’era fascista), ma è stata spedita in tempo di guerra, forse da una famiglia sfollata da Torino per evitare i bombardamenti.
Fotografia di Claudio Servalli, marzo 2021

Anche l’inquadratura moderna ci rimanda una piazza tranquilla, che sembra poco mutata nei 90 anni passati rispetto alla cartolina d’epoca. Gli alberi del Monumento ai Caduti sono cresciuti e si sono infoltiti, l’ex oratorio, che allora ospitava le scuole elementari, è stato ristrutturato e rimesso a nuovo, la facciata della chiesa sembra più sobria, con colori più tenui. Le finestre tamponate e le porte laterali sparite giovano all’armonia dell’insieme e valorizzano l’affresco del timpano.

Come in altre occasioni, bisogna sottolineare che una volta le strade erano della gente, ora sono delle macchine. Poche persone in giro, ma parcheggi pieni, pensilina dell’autobus, e lunghe attese per poter scattare una foto senza auto in transito.

Recenti lavori di sistemazione del sagrato della Parrochiale hanno riportato alla luce il mosaico che raffigurava lo stemma di Coazze.

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