Coazze – Dalla “rüà” a via Matteotti, dove c’era un carro ora ci sono le auto

Com’era com’è: confrontate due vedute simili di epoche diverse e mandatele a scuolaguido@yahoo.com

Coazze, 1909 Via Vittorio Emanuele II – 2021 via Matteotti

1909: In questo scorcio di Via Vittorio Emanuele II, che per i coazzesi era semplicemente “la rüà” e che dal dopoguerra si chiama Via Giacomo Matteotti, troviamo sulla sinistra, in primo piano, la sede della farmacia e dell’Ufficio di posta e telegrafo, gestiti da Domenico Grattarola (il “Monsù Grattarola” di Pirandello, citato nel suo “Taccuino di Coazze” del 1901). Alcuni anni dopo ci furono significativi cambiamenti. Dove c’era la farmacia di Grattarola  si aprì la salumeria du Pìnu d’Petì (Giuseppe Rosa Brusin); la farmacia dopo essersi spostata nel locale a fianco s’insediò in Via Prever. Ne era titolare Giulio Cesare Alloa. Sull’edificio sulla destra si intravede l’insegna dell’Albergo di Coazze. Erano anni in cui Coazze era una stazione turistica molto ben frequentata.

L’altitudine segnata è decisamente “promozionale”, nel senso che non si riferisce al luogo fotografato, ma eventualmente alle mete delle passeggiate dei villeggianti. Coincide infatti con l’altitudine della Collina del Castello, che domina il capoluogo.

Coazze-posta-telegrafo-farmacia-hotel-m845-V 18 8 1909 f1, Ed. Enrico Genta – Torino Monaco Amburgo n.109
Fotografie attuali di Claudio Servalli

2021: Via Matteotti è diventata a senso unico all’inizio degli anni Ottanta, per facilitare il traffico automobilistico e poter ricavare dei parcheggi per le auto; non ci sono più carri come nella cartolina d’epoca. Nonostante questo “la rüà” non è più l’arteria commerciale principale del paese e ci sono molte serrande abbassate. Dove c’erano Pìnu d’Petì e Cirìc ci sono un esercizio commerciale, che è passato spesso di mano, e un bar. L’albergo di Coazze è diventato una casa di civile abitazione e il muraglione sulla destra regge oggi un piccolo parcheggio intitolato ad Alessio Giovale “Vico”, ex sindaco del paese.

Fotografia di Claudio Servalli, febbraio 2021

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