“Bob” e “Didon”, lassù sulle montagne

Se n’è andato il primo giorno di primavera, a poche settimane dai novant’anni. Si chiamava Roberto Mosso, ma per tutti era “BOB”, anzi un “bob a due” con l’inseparabile Didon. L’incontro fatale è avvenuto negli anni Settanta, al Pian dell’Orso. Lui con alcuni amici escursionisti e con Didon, un bardotto che sapeva essere testardo come un mulo, incrocia “Maéstru”, Bruno Tessa che stava scendendo dal Robinet, dove erano in corso i lavori di restauro della cappella. Due chiacchiere, la curiosità, l’intento di salire a vedere. Bruno li sconsiglia, Didon non può affrontare la Cassafrera, una pietraia megalitica. Fanno il giro da Forno e salgono per la via “normale” alla Balma e poi al Robinet. Un sentiero che Bob percorrerà altre centinaia di volte, dopo aver trovato nella sezione CAI di Coazze Bruno, Dante, Paulìń e tanti altri amici. Sarà presente ai lavori per trasformare l’alpeggio abbandonato della Balma nel rifugio CAI, Didon contribuirà portando i sacchi di cemento sul basto. Anche lui come il padrone amava la montagna, non era facile smuoverlo per farlo tornar giù. Bruno ricorda i pochi comandi a cui obbediva, quando voleva. Solo con Bob la simbiosi era perfetta, due montanari a disagio nella civiltà urbana. Dopo aver lavorato nel tessile, era di origini biellesi, Bob era riuscito a sistemarsi a borgata Botta, dai Simonis, ed era stato assunto come guardia ecologica dalla Comunità Montana Val Sangone. Andato in pensione si era sistemato alla Mattonera, da Maéstru, dove viveva ormai da 13 anni. Pacato e lento nelle parole, in sintonia col passo di Didon; come lui tenace, alacre e un po’ testardo. Dopo i lavori alla Balma ha segnato con Maéstru il sentiero GTA (Grande Traversata delle Alpi) di gran parte della Val Sangone. Solitario, non solo, aveva trovato negli amici del CAI di Coazze una compagnia piacevole, rude e scherzosa, solidale e volenterosa. Ha condotto, nel bene e nel male, la vita che voleva. I lavori pesanti, le intemperie ed i sonni scomodi alla fine hanno presentato il conto, la sua schiena scricchiolava e gli dava problemi. La bella stagione che avrebbe potuto alleviarglieli non potrà più farlo.  

Campeggio ACLI al Ciargiur, primi anni Ottanta. I ragazzi hanno accolto con curiosità ed entusiasmo l’arrivo di Bob e Paulìń (riconoscibili a torso nudo) e soprattutto di Didon, che portava nelle cabase una preziosa bombola del gas, scongiurando una cena fatta con piatti freddi e non con la famosa pasta col sugo di pomodoro ed erbe montane, specialità delle cuoche Rita e Pia.

Altra inquadratura, da sinistra, accanto a Paulìń Bruno Tessa, Maéstru, col cappello e la cana. Davanti a Pastüra, Bob sta manovrando Didon, sotto gli sguardi attenti dei campeggiatori e del suo cane Vetta.
I chi amun – Rifugio Balma Monte Robinet, numero speciale monografico a cura di Beppe Ronco, CAI Coazze, Edizioni del Graffio, 2011
Tra il 1973 e il 1980 il CAI Coazze ha restaurato la cappella della Madonna degli Angeli del Robinet e trasformato l’alpeggio delle Balma, abbandonato, in un accogliente rifugio. Questo libro dà il resoconto degli impegnativi lavori.

Commenti e ricordi

Franco Carbonero Nella foto al Ciargiùr oltre a Bob e Didon c’è anche Pastüra, il mulo che Bob aveva assieme a Magiurìń (Valter) e Vetta il cane lupo di Bob…qualche giro con loro l ho fatto ero un “bòcia rümél“, ma che bei tempi

Cosa ne pensi?

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.