In una Giaveno animata dalla fiera e tiepida di sole, l’avviso che era morto Augusto Vergnano l’ho letto come un pugno nello stomaco. Anche se brutti segnali mi erano già arrivati dalla sua voce spenta, dall’urgenza di conoscere l’esito della sua ultima collaborazione, le foto della Cappella Valletti. Geometra di mestiere, fotografo d’eccellenza, appassionato studioso di storia locale, ma soprattutto generoso. Ogni volta che comuni passioni hanno fatto incrociare le nostre strade ho trovato in lui un amico e un aiuto totale. Stava lavorando da anni ad una ricerca sui “confini”. Da quelli antichi, a quelli nazionali, a quelli che delimitano le nostre piccole o grandi proprietà immobiliari. Avrebbe proposto i risultati della sua ricerca agli studenti della Unitre di Giaveno, arricchendola di fotografie, strumenti di misura e aneddoti. Quando ne parlava l’entusiasmo trapelava dai suoi occhi mobili, da catene di parole inarrestabili, dal dito che correva sugli appunti e le fotografie di contenitori traboccanti. Un lavoro in itinere, ma sicuramente a buon punto, mi auguro possa venire pubblicato al più presto.
Amico della Cappella Valletti
Quando Ermanno Plano ha deciso di pubblicare un nuovo libretto, dopo quello ormai ventennale di Abele Luigi Bergeretti, sulla Cappella Valletti, ha trovato il supporto del testo di Renato Favaron, ma cercava anche un fotografo per valorizzare il patrimonio artistico della chiesetta. Ho suggerito Augusto Vergnano, che mi ha subito risposto con entusiasmo. Alle elementari, per un servizio televisivo, il maestro Emilio Brigato lo aveva incaricato di presentare la Cappella e Augusto si sentiva particolarmente legato ad essa. Ha dedicato più giorni, apparecchi e attrezzi, personale dello studio, per fornire, senza nulla chiedere, un risultato di altissimo livello.
Quando ad agosto mi ha telefonato per avere notizie della pubblicazione, mi ha rivelato problemi di salute in fase di accertamento. La voce insolitamente affaticata avrebbe dovuto mettermi sull’avviso. Un altro segnale è arrivato quando l’ho avvisato che il libro era uscito ed era in mostra nella Chiesa dei Batù, con le cartoline d’epoca. Era a casa, ma non poteva guidare e si è fatto portare dai figli a ritirare il libro. L’ho ancora sentito, soddisfatto dell’esito, e ho potuto comunicargli che il libro e le sue fotografie avevano suscitato solo complimenti entusiasti. Piccola consolazione di fronte alla grave perdita di un uomo buono, che avrebbe ancora potuto dare molto con la sua generosità e la sua passione di ricercatore alla famiglia, agli amici, alla comunità.
Cofondatore del Circolo Fotografico “Il Mascherone”
Augusto Vergnano nel 1974 è stato tra i soci fondatori del “Mascherone”, il Circolo Fotografico di cui è rimasto presidente onorario. Con gli altri soci fondatori, Michele Tossi, Franco Gregorio, Carlo Carelio e Carlo Roncalione, aveva dato vita ad una associazione cinefotografica, che si è poi concentrata soprattutto sulla fotografia. È una delle realtà associative più consolidate e di successo della realtà valsangonese. Offre ai numerosi soci corsi biennali, serate di critica, mostre periodiche ed ha stretto una vasta rete di rapporti con gli altri circoli piemontesi, italiani e con l’analoga associazione di Chambery.
Augusto Vergnano apparteneva al Gruppo Alpini Protezione Civile Giaveno-Valgioie e ne aveva progettato la sede in via Caduti sul Lavoro.
Claudio Servalli: Ci ha lasciati un nostro carissimo amico. Socio Fondatore e Presidente Onorario del circolo fotografico Il Mascherone, è stato per me un maestro di vita oltre che di fotografia.
“L’ultima volta che c’eravamo visti, ci siamo ripromessi di ritornare a fare qualche foto insieme…, da pensionati! Purtroppo non sarà più possibile quaggiù! Sono certo che dove sei ora, terrai sempre cariche le tue vecchie Nikkormat, per qualche scatto suggestivo, come ai vecchi tempi: tra i lariceti dorati di Sagna Longa o i sinuosi pendii delle Langhe. Ciao Amico mio e Grazie!”