Al “Ciargiùr” si rifanno le chiese, ma non si sposta la festa.

Non ho trovato se ha motivazioni particolari la costruzione della prima chiesa del Ciargiùr. Forse un ringraziamento al Cuore Immacolato di Maria cui il Papa Pio XII, nell’autunno del 1942, nel corso di una guerra disastrosa, aveva affidato la salvezza del mondo. Con devozione gli abitanti di Forno portarono a spalle e nelle gerle i materiali necessari. La chiesa venne inaugurata il 22 agosto 1948 da Don Giuseppe Viotti, che aveva fatto il suo ingresso ufficiale nella Parrocchia di Forno poche settimane prima, il 13 giugno. Nei pressi è stata recentemente aggiunta una fontana che segna l’inizio del sentiero Frassati.

22 agosto 1948, circondato dalla folla, Don Giuseppe Viotti, trentenne, consacra la Chiesa del Ciargiùr, che non aveva ancora il piccolo campanile, eretto qualche anno dopo. Foto tratta dal Bollettino Parrocchiale di Forno “Squilli Alpini” n. 7 del luglio 1949.

Ciargiùr, etimologia e scrittura controverse

Con Ciargiùr si indicano i gruppi di baite disseminati sulla dorsale panoramica tra i torrenti Sangone e Sangonetto. Il toponimo si pronuncia Ciargiù, senza la “r”, nella variante di Forno e si trova spesso scritto alla francese Ciargioùr o Chargeour. Pirandello usa il toponimo, italianizzato in “Cargiore”, per indicare Coazze nel romanzo Giustino Roncella nato Boggiòlo e nelle novelle ambientate nel paese che lo ospitò nella tarda estate del 1901. Controversa l’etimologia. Chi accenna a una “Ciàrma d’giùre” (dosso prativo in quota, di sosta degli animali), chi a “caricatoio”, dal francese “charger”, caricare.

L’iconografia tradizionale presenta il Cuore Immacolato di Maria circondato di fiori e a volte trafitto da una spada. Sopra il cuore arde una fiamma splendente, capace di accecare il Diavolo e ti rischiarare col proprio ardore chi abbia smarrito la strada.

La devozione al Cuore della Madre di Dio è antichissima. Nel Vangelo di S. Luca si hanno i primi accenni ai segreti tesori di quell’amabilissimo Cuore, lodato anche dai Padri della Chiesa. Nel Medioevo questa devozione fu coltivata in particolare da Santa Matilde, Santa Gertrude e San Bernardino da Siena. La devozione ebbe un crescendo nel 1600 sotto la spinta di S. Giovanni Battista Eudes e della Controriforma, che contrapponeva il culto dei Santi e della Madonna alla Riforma luterana.  La festività del Cuore Immacolato venne istituita nel 1805. Il 31 ottobre 1942, in piena guerra mondiale, Pio XII consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria, raccogliendo tra l’altro la richiesta di Suor Lucia di Fàtima, una dei tre pastorelli a cui la Madonna aveva espressamente detto che “Per la salvezza dei peccatori Iddio vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato, e se sarà fatto quanto io vi dirò, molte anime si salveranno”. La festività fu fissata all’ottava dell’Assunzione di Maria, il 22 agosto. Con la riforma liturgica  successiva al Concilio Vaticano II, fu spostata in giugno, al sabato della seconda settimana dopo Pentecoste, subito dopo la solennità del Sacro Cuore di Gesù. Ma al Ciargiùr la festa continua a celebrarsi la terza domenica di agosto.

Ai tempi di Don Viotti al Ciargiùr si arrivava in processione, come testimonia questa foto del 1951, di Tonino Santi, proposta da Lorenza Guidi su Facebook.

La chiesa venne costruita su terreni donati da Beniamino Ostorero Mamel, mio nonno, e Severino Ostorero, come ricorda una lapide appostavi dal Consorzio dei Borghigiani del Ciargiùr nel 1981. Intonacata di bianco, spiccava tra le baite in pietra della borgata. 

Nel 1997 l’edificio, che presentava un forte deterioramento, venne completamente rifatto. Caso unico in zona, la chiesa primitiva non venne restaurata, ma demolita. Al suo posto una costruzione completamente diversa, col porticato e i muri in pietra a vista, che armonizzano con le altre baite del Ciargiùr d’Amùń.

Cosa ne pensi?

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.