Acqua in zucca da San Giacomo all’Indiritto

Percorrendo la navata della chiesa dell’Indiritto fate attenzione, dalla volta un angioletto dispettoso vi versa dell’acqua in testa, rovesciandola da una zucca, “la cùsa”, il tipico recipiente contadino che un tempo sostituiva le borracce. Ma non è un dispetto del giovanissimo pittore, Luigi Vacca che quando affrescò la chiesa aveva solo quindici anni. Anzi è un’immagine bene augurante. La zucca, tipica di San Giacomo pellegrino, versa quell’acqua che spesso in luglio era sospirata dai contadini.

In uno degli ovali della navata centrale Luigi Vacca ha dipinto un angioletto che versa acqua da una zucca. Foto di Angelo Ostorero, tratta dal libro Sui monti di Coazze, di G. Dell’orto e G. Gili.

Quest’anno in particolare la situazione è tremenda, forse estrema per durata e aridità, ma non era insolito che anche in passato la siccità minacciasse i raccolti e la vita stessa di una comunità che dai prati e dai campi ricavava l’unico sostentamento. Lo testimoniano i molti detti relativi alle precipitazioni ritardatarie. Il prezioso repertorio di Giuliano Ostorero li raccoglie puntualmente:

Sëŋ Giùcu u stòpat la bùta e Sant’Ana i la dastùpat – San Giacomo (25 luglio) tappa la bottiglia e Sant’Anna (26 luglio) la stappa.

Non mi convince del tutto la spiegazione che Giuliano dà di questo proverbio: “Il periodo di S. Giacomo e S. Anna è considerato piuttosto turbolento, per cui si dice che uno dei due giorni sicuramente pioverà”. Io ricordo una versione diversa: Sëŋ Giùcu u pùnat la bùta e Sant’Ana i la dastùpat – San Giacomo prepara la bottiglia e Sant’Anna la stappa. In esso il ruolo di San Giacomo è positivo e non negativo, perché non nega, ma prepara la pioggia.

La piòvi d’sant’Ana a l’et tut d’mana – La pioggia di Sant’Anna è tutta manna (il cibo che consentì agli Ebrei di sopravvivere 40 anni nel deserto).

Saŋ Lurèŋs ancù a tëŋs, Sëŋ Batlumé mëch pi buŋ a lavè li pé – (La pioggia di) San Lorenzo (10 agosto) è ancora in tempo, (quella di) San Bartolomeo (24 agosto) serve solo a lavare i piedi.

Sa piòt a Sëŋ Barnart a l’et gië tro tart – Se piove a San Bernardo (20 agosto) è già troppo tardi.

Sui monti di Coazze – La frazione Indiritto e il trappista De Meulder, di Don Gianni Gili e Don Gianni Dell’orto.
Nostou patoua – Proverbi e modi di dire della Val Sangone, di Ostorero Giuliano, Quaderni Ecomuseo Coazze, Briver, 2010.

Un San Giacomo di 19 anni fa – film e sequenze

Nella solennità patronale di San Giacomo la statua del santo viene portata in processione nella piazza antistante la chiesa e, agitando la cùsa  (zucca) che pende dal suo bastone, sembra voler spruzzare l’acqua all’intorno, una vera benedizione per i fedeli e i terreni della Drèc.

Propongo il filmato del 2003 con la registrazione della processione e della successiva vendita all’asta per raccogliere offerte per la chiesa.

L’incënt era condotto da Carlo Bramante (1929 – 2012) in modo spiritoso e pungente nel sollecitare le offerte, rigorosamente in patuà.

Maggiori notizie su San Giacomo, sia come patrono della borgata Sala di Giaveno che dell’Indiritto (con riferimenti al trappista De Meulder) in questo articolo dell’anno scorso:

Dopo la Messa la statua di San Giacomo esce dalla chiesa, portata a spalle dai fedeli.
Raggiunta la fine del piazzale, al cimitero, la processione torna indietro.
La statua è seguita dalle priore e da Don Gianni Gili.
La priora entrante e la priora uscente: Lidia Venturino e Anna Dell’Orto.
La benedizione segue il rientro della processione, accompagnata dalla musica e dal canto.
Poi Carlo Bramante diventa protagonista, con l’incënt, l’asta a favore della chiesa.
Tume e vino erano e sono tra i prodotti più ambiti.
Quell’anno venne messa all’asta anche una volpe imbalsamata!

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